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27 Febbraio 2010
FORTISSIMO TERREMOTO IN CILE
Un terremoto di magnitudo 8,8 è stato registrato questa notte al largo della costa del Cile e sembra abbia generato uno tsunami che potrebbe risultare devastante. Il bilancio del tutto provvisorio (nel momento in cui scriviamo) è di 76 morti, ma si teme che possa essere molto più grave perchè in molte zone le linee telefoniche sono interrotte. Almeno 34 i morti nella regione di Maule, 300 chilometri a sud di Santiago, mentre nella capitale le vittime accertate sono 13. Un allarme tsunami è stato lanciato in gran parte del Pacifico, dalla Nuova Zelanda alle isole Hawaii. Onde enormi hanno investito l'arcipelago di Juan Fernandez, al largo delle coste cilene. Ordinata l'evacuazione dell'isola di Pasqua. Il terremoto è stato registrato alle 3.34 locali (le 7.34 in Italia), al largo della costa centrale cilena, 300 chilometri a sud di Santiago. L'epicentro è stato localizzato 117 chilometri a nord nord-est della seconda città del Cile, Concepcion, e 99 chilometri a ovest sud-ovest di Talca, a una profondità di 55 chilometri. La fortissima scossa, durata più di un minuto, ha fatto crollare alcuni edifici della capitale dove la gente si e' riversata in strada. Scosse di assestamento fino a 6,2 di magnitudo si sono susseguite nelle ore successive.
L'INQUINAMENTO DEL FIUME LAMBRO, TRA DISINFORMAZIONE E MALAGESTIONE DEGLI INTERVENTI
"Il Fiume Lambro rappresenta da decenni una delle principali sorgenti di inquinamento antropico lungo il corso del Fiume Po". E' quanto si legge in una nota dell'Istituto di Ricerca Sulle Acque (IRSA)-CNR. Gli studi fin dalla metà degli anni settanta hanno contribuito prima ad identificare e poi a quantificare il fenomeno, fissando per il Lambro in circa il 30% il contributo al carico totale di inquinanti che viene veicolato dal grande fiume padano nel Mare Adriatico. "La pressione urbana, industriale ed agricola di uno dei territori più sviluppati dell'Europa sono la causa dello stato di degrado elevato delle acque, che nei recenti due decenni ha visto crescere l'attenzione degli Enti gestori anche a seguito dell'adeguamento normativo alla Direttiva Quadro sulle Acque, adeguamento a cui l'IRSA ha fornito un contribuito rilevante per lo sviluppo delle metodologie per la classificazione della qualità ecologica - si legge ancora -. Nel tratto a monte della città di Milano a partire dalla metà degli anni ottanta prima il depuratore di San Rocco, della attuale ALSI (Alto Lambro Servizi Idrici), poi il depuratore di Merone, dell'ASIL (Azienda Servizi Integrati Lambro), hanno contribuito a determinare un recupero significativo delle acque del Fiume Lambro, con presenza di fauna ittica, miglioramento della biodiversità della fauna bentonica e ad un aspetto visivo più accettabile delle acque. Un analogo sforzo gestionale è stato realizzato in quest'ultimo decennio anche a valle di Milano, con la costruzione/ampliamento degli impianti di depurazione di Nosedo, Milano San Rocco e di Peschiera Borromeo, raggiungendo nel 2005 l'obiettivo di trattare la totalità delle acque reflue della metropoli lombarda" (Fonte: Il Giornale).
Troppi ritardi, troppi silenzi e troppi attori in gioco. Il disastro ambientale che ha coinvolto il Lambro e il Po minaccia ancora la città di Ferrara e il Polesine, anche se secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso, che ha partecipato ieri a Milano a un vertice in prefettura, «la situazione che fino a giovedì mattina era potenzialmente critica, adesso è sotto controllo». L’obiettivo è chiudere l’emergenza entro domenica, impedendo alla marea nera di arrivare nell’Adriatico, ma intanto si allunga la serie di interrogativi sulla catena di responsabilità e omissioni che ha portato il Nord Italia sull’orlo di una crisi ambientale senza precedenti. Giovedì intanto la presidenza del Consiglio ha firmato lo stato di emergenza, che consentirà alla Protezione civile di agire in deroga e che verrà ratificato dal Consiglio dei ministri di lunedì. E mentre Comuni e Province della Pianura Padana chiedono rassicurazioni sul futuro dell’ecosistema e si preparano alla conta dei danni, non è ancora chiaro cosa sia successo e chi siano stati gli autori dell’azione dolosa che ha portato oltre 3mila tonnellate di idrocarburi nel corso del Lambro. Secondo il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, siamo di fronte a «un atto di ecoterrorismo»: intanto l’Arpa regionale ha presentato un esposto contro Lombarda Petroli per «gravi inadempienze». Sono stati finalmente forniti i primi dati sul materiale sversato nel Lambro: secondo la Regione Lombardia, circa 3mila tonnellate di liquidi inquinanti sono fuoriusciti dai serbatoi di Villasanta, dei quali 1250 bloccati dentro il depuratore di Monza. La qualità? Soprattutto gasolio (1862 tonnellate) e per la parte rimanente olio combustibile. Il problema, stando alle ricostruzioni dei tecnici, è stato lo scarso filtro fatto sul corso del fiume Lambro, dove a poco sono serviti i tentativi di bloccare la marea con barriere mobili. Quanto alle polemiche sui ritardi negli interventi, la Protezione civile lombarda ha ribadito durante il vertice che «non sono passati tempi eclatanti da quando è stato dato l’allarme» (Fonte: Avvenire).
Aggiungiamo, noi di Biologiamarina.eu che le informazioni passate dai media sono state e continuano ad essere falsamente rassicuranti. Nessuno ha tenuto conto del fatto che il problema maggiore non è la patina superficiale che si vede, il problema maggiore è la componente pesante (gli oli combustibili per esempio) che si è gia depositata sul fondo, dove resterà per anni e di cui nessuno parlerà più perchè non si vede. In mare come lungo i fiumi, i danni maggiori provocati da sversamenti di idrocarburi sono quelli che si hanno a livello dei fondali, con una fortissima compromissione della qualità dell'habitat bentonico e della fauna che vive a stretto contatto con il fondo. Peraltro il fiume Lambro è gia altamente compromesso e si spera che questo non sia il colpo definitivo, visto che gli interventi programmati, almeno quelli dettati sino ad ora, non prevedono nessun intervento di bonifica dei fondali.
ENORME ICEBERG ALLA DERIVA IN ANTARTIDE
Un gigantesco iceberg e' alla deriva al largo dell'Antartide. Si e' staccato dal ghiacciaio Mertz, nel territorio antartico di competenza australiana. Lo rende noto il centro di ricerca australiano Antarctic Climate and Ecosystems, precisando che l'iceberg e' stato scoperto da una ricerca congiunta condotta da Francia e Australia. L'iceberg e' lungo 78 chilometri ed ha una superficie di 2.550 chilometri quadrati e si e' distaccato dal ghiacciaio Mertz dopo essere stato urtato da un altro iceberg gigantesco, lungo ben 97 chilometri. La ricerca che ha permesso di scoprire l'iceberg e' cominciata nel 2007, durante l'Anno Polare Internazionale, ed era focalizzata sullo studio del ghiacciaio Mertz (Fonte: ANSA).
26 Febbraio 2010
RISERVE MARINE PER LA SALVAGUARDIA DI PESCI E PESCATORI
Sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, sono state presentate le prove a sostegno della tesi che le Aree Marine Protette (AMP) istituite in zone chiave (come le zone di nursey dei pesci), permettono un notevole incremento delle specie ittiche e determinano anche benefici per la pesca e le attività economiche locali. E' quanto emerge dal meeting annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS) che si è tenuto a San Diego, in California la settimana scorsa. Una riserva può infatti funzionare, come detto, da nursery per gli avannotti che vengono portati dalle correnti marine e allo stesso tempo, come spiegato da Christopher Costello durante il suo intervento, illustrando uno studio condotto sulle acque a sud della California, i profitti derivanti dalla pesca vengono massimizzati quando aree abbastanza grandi vengono interdette alla pesca.
Secondo l'ecologo marino Steven Gaines funzionano meglio tante piccole riserve piuttosto che un'unica grande riserva, ed è fondamentale il gioco delle correnti che trasportano le larve dei futuri avanotti, per cui i luoghi dove realizzare le future riserve vanno studiati nei dettagli.
Al termine del metting Norman de Vall, presidente della Redwood Coast Watersheds Alliance, ha comunque sottolineato che deve necessariamente diminuire lo sforzo di pesca in tutto il mondo, troppo alto per essere sopportato dall'intero ecosistema marino.
A RISCHIO QUASI TUTTE LE BARRIERE CORALLINE DEL MONDO
Più di 9.000 barriere coralline in tutto il mondo potrebbero scomparire nei prossimi 10 anni se i livelli di CO2 in atmosfera continueranno a crescere al ritmo attuale. I ricercatori del Carnegie Institution dell’Università di Stanford (Stati Uniti). Il gruppo di ricerca guidato da Jacob Silverman ha preso in esame una delle barriere del Mar Rosso studiandone i livelli di acidificazione, e ha dimostrato che la capacità dei coralli di costruire nuove barriere è fortemente influenzata dall’acidificazione delle acque nonché dalle variazioni di temperatura. Attualmente la concentrazione di CO2 si aggira attorno a 388 ppm, e all'attuale ritmo di crescita si raggiungeranno i 580 ppm entro fine secolo.
DUBAI, MEGA ACQUARIO EVACUATO
Poco dopo le 2 del pomeriggio (le 11.00 in Italia) l'acqua del grande acquario di Dubai ha iniziato ad invadere il piano terra di Dubai Mall e in una sequenza concitata, che un turista proveniente dall'Irlanda ha definito ''paragonabile solo alla segnalazione di una bomba che sta per esplodere'' sono stati dislocati 300 operai nel tentativo di arginare la perdita mentre l'intera area, cosi' come la parte dei piani superiori che si affacciano sull'acquario, veniva transennata e decine di mezzi di soccorso giungevano affollavano i punti di ingresso. Non e'stato tuttavia segnalato alcun incidente mentre i negozi sono stati evacuati e chiusi. La causa del problema e' una fessura apertasi nella giuntura tra due pannelli dell'acquario che contiene, in 10 milioni di litri di acqua, oltre 33.000 specie marine tra cui 400 tra squali e razze. Anche i pesci e le creature acquatiche non sembrano aver risentito della perdita, ha dichiarato un portavoce del centro commerciale. In un primo momento Emaar, gigante immobiliare costruttore di Dubai Mall, aveva negato che si trattasse di una crepa, attribuendo invece la perdita ad un malfuzionamento tecnico della vasca. L'amministrazione della Mall ha tuttavia poi confermato che si trattava di una fessura e che sono state prese immediate misure per la riparazione. L'incidente segue di tre settimane un altro passo falso di Emaar, costruttore anche di Burj Khalifa, che con i suoi 828 metri, record di altezza, si propone come la nuova icona di Dubai e al quale si accede proprio attraverso Dubai Mall. L'8 febbraio la balconata panoramica situata al 124/mo piano e' stata chiusa al pubblico in seguito all'arresto di un ascensore e all'intrappolamento per circa due ore dei turisti sulla terrazza. Gia'in precedenza, l'ascensore che sale a 'At The Top' era rimasto bloccato, per oltre un'ora, a 430m di altezza, con 14 turisti all'interno. Mentre persiste, a tre settimane dall'incidente, la chiusura ''temporanea'' di Burj Khalifa, Dubai Mall rimarra' chiusa almeno per tutta la giornata di oggi, ha fatto sapere l'amministrazione del centro commerciale (Fonte ANSA)
25 Febbraio 2010
5.000 NUOVE SPECIE SECONDO IL CSML...
Kiwa hirsuta (Fonte BBC)
Prosegue il censimento ad opera del Census of Marine Life (CSML), iniziato nel 2000, e che ha portato sino ad ora alla scoperta di oltre 5.000 nuove specie, molte delle quali del tutto sconosciute e mai fotografate. Un granchio insolito della famiglia dei Kiwaida è stato ritrovato vicino l’isola di Pasqua ed è stato battezzato Kiwa hirsuta per il suo aspetto peloso. Lo studio è stato presentato durante una riunione annuale della American Association for the Advancement of Science a San Diego. I risultati finali della ricerca saranno comunicati solo a ottobre. Dalle prime conclusioni già si possono fare della analisi scientifiche sullo stato degli animali marini e sulla necessità di conservazione degli habitat di quelli più a rischio.
24 Febbraio 2010
UNA BUONA NOTIZIA....
Il 22 l’UE ha deciso il destino del tonno rosso che potrebbe essere finalmente inserito nell’appendice I del Cites (Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora), come proposto dal principato di Monaco. Prima del 15th meeting of the Conference of the parties del Cities, che quest’anno si tiene in Qatar dal 13 al 25 marzo per discutere del commercio internazionale delle specie in pericolo, la Commissione Europea ha proposto di restringere drasticamente la commercializzazione internazionale del tonno rosso, inserendolo così nella lista delle specie in pericolo d’estinzione.
23 Febbraio 2010
CACCIA ALLE BALENE
Sulla caccia alle balene il primo ministro australiano ha ipotizzato un ultimatum nei confronti del Giappone. Che risponde invocando un dialogo sereno sulla questione. Il premier Kevin Rudd finalmente pone fine ad un periodo di mala gestione e proprio alla vigilia della visita in Australia del Ministro degli Esteri giapponese, e soprattutto in vista della nuova stagione di caccia 2010 che comincerà a Novembre in Antartide. Ricordiamo che la caccia alla balena e vietata sin dal 1986, e il Giappone continua, nonostante la moratoria, a cacciare i grandi mammiferi marini, oramai sull'orlo dell'estinzione.
14 Febbraio 2010
LIMNOLOGIA: ANFIBI TRASFORMISTI...
Sfogliando la rivista Copeia che fa capo al Journal of the American Society of Ichthyologists and Herpetologists (ASIH), abbiamo trovato una notizia curiosa riguardante una nuova specie di anfibio battezzato con il nome Oreophryne ezra (Anura: Microhylidae). Vive in alcune zone della Papua Nuova Giunea ed è stata scoperta da alcuni scienziati delle Hawaii. Essa da giovane assume una livrea che poi cambia drasticamente nell’età audlta. La livrea giovanile rappresenta una tipica modalità per avvertire i potenziali predatori (colorazione ammonitrice o aposematica), al fine di scoraggiarne comportamenti potenzialmente offensivi. Ma la livrea dell’adulto cambia drasticamente e porta l’animale ad essere bersaglio di un folto gruppo di i predatori. I biologi ora stanno cercando di scoprire quali sono i meccanismi evolutivi che portano gli adulti di Oreophryne ezra a “rinunciare” ai loro meccanismi di difesa, poiché si tratta tra l'altro di una situazione più unica che rara, mai osservata sino ad ora in natura.
Le immagini che illustrano la specie in età giovanile e adulta si trovano qui!
07 Febbraio 2010
COS'HANNO IN COMUNE DELFINI E PIPISTRELLI?
Sappiamo gia che delfini e pipistrelli utilizzano un sonar biologico per cacciare e orientarsi nello spazio. I pipistrelli dispongono di un’ottima vista (da sfatare il luogo comune che li vuole ciechi), ma nel buio della notte l’ecolocalizzazione è indispensabile per volare. Essi, esattamente come alcuni cetacei, hanno evoluto tale capacità grazie ad una proteina espressa a livello delle cellule capellute dell’orecchio medio. Tale proteina, chiamata prestina, rende possibile la captazione dei suoni ad altra frequenza e quello che stupisce è che deriva dalla mutazione dello stesso gene in gruppi animali molto diversi. Solitamente animali diversi ma con funzioni comuni presentano mutazioni di geni diversi, invece in questo caso si tratta di una mutazione che coinvolge gli stessi loci, per cui si tratta di un raro, anzi per ora unico, esempio di convergenza evolutiva molecolare.
FONTE: Current Biology
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