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26 Novembre 2009

RECENSITE TUTTE LE PUBBLICAZIONI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Un gruppo di 26 ricercatori ha recensito tutte le pubblicazioni scientifiche pubblicate a partire dall’ultimo rapporto dell’Intergovenmental Panel on Climate Change (Ipcc) riassumendole in un unico documento intitolato The Copenhagen Diagnosis. Il tutto in barba ai cosidetti "ecoscettici" che tentano con argomenti poco convincenti (chi non conosce il libro di Alessandro Cecchi Paone, che cita bibliografia vecchia e superata, nonché lacunoso come nessun altro testo) di dimostrare l'estraneità dell'uomo miminizzandone le responsabilità. Di fatto, dai tanti studi condotti, emerge per certo che le attività antropiche contribuiscono al riscaldamento globale, e come molti sostengono l'attività solare, da molti considerata come causa principale, probabilmente non c'entra affatto. La radiazione solare, almeno negli ultimi undici anni è rimasta invariata.

25 Novembre 2009

FILMATO PER LA PRIMA VOLTA IL CELACANTHUS

Grazie all’impiego di un robot sottomarino un’equipe di ricercatori giapponesi è riuscita per la prima volta a filmare un giovane esemplare di celacanto Latimeria chalumnae, conosciuto anche come latimeria. L’avvistamento risale al 6 ottobre scorso ed è avvenuto a 160 metri di profondità nella Baia di Manado, a largo delle Isole Suwalesi. Il filmato è disponibile qui.

25 Novembre 2009

CONTINUA L'INVASIONE DELLE MEDUSE

Continua in Giappone l'invasione delle meduse di Nomura. Televisione e stampa non specializzata speculano con titoli accattivanti ormai da molto tempo, tirando in ballo le cause più disparate. Dai cambiamenti climatici alla natura che si ribella. In realtà il motivo principale potrebbe essere molto semplice e di natura prettamente ecologica. Se una nicchia ecologica rimane vuota, viene subito occupata dall'organismo più adatto. Pesci e altri organismi marini spazzati via direttamente o indirettamente dalla pesca eccessiva, hanno lasciato il posto alle meduse e a poche altre specie. Il fenomeno è preoccupante ed è in rapida ascesa nei mari di tutto il mondo, ormai sempre più poveri e sottoposti a saccheggio sopratutto dai paesi più industrializzati e tecnologicamente più avanzati.

23 Novembre 2009

FINALMENTE RIDOTTE LE QUOTE DI PESCA DEL TONNO ROSSO

L’Iccat (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas), ha finalmente deciso il taglio delle quote di pesca del tonno rosso. La notizia risale a qualche giorno fa ma molti quitidiani la riportano oggi, ed erroneamente alcune testate attribuiscono il merito all'Italia, che invece non si è mai distinta per iniziative di questo tipo. Piuttosto nei giorni scorsi circolava la notizia che l'Italia non intendeva adeguarsi. I paesi membri dell’Iccat hanno approvato all’unanimità una proposta dell’Ue di ridurre l’anno prossimo del 40% le catture, dalle attuali 22.000 a 13.500, secondo quanto riferisce un comunicato della Commissione europea. La Commissione rappresentava l’Ue all’assemblea generale annuale dell’Iccat, a Recife (Brasile). Qundi la novità di questi giorni è relativa al fatto che l'Italia ha firmato l'accordo dell’UE per ridurre già dall’anno prossimo del 40% le catture, passando quindi dalle attuali 22.000 a 13.500.

CENSITE LE SPECIE DI PROFONDITA'

Le specie che vivono oltre i 200 metri di profondità sono circa 17.650, e la grande maggioranza dei campioni raccolti non sono ancora stati identificati. Sono questi i risultati del progetto Census of Marine Life, che coinvolge 80 nazioni per censire le specie viventi che vivono nelle acque profonde. Leggi qui la notizia completa.

21 Novembre 2009

I MOZZICONI DI SIGARETTA AVVELENANO I PESCI

Un gruppo di ricerca della San Diego State University, guidato da Elli Slaughter, ha affrontato per la prima volta uno studio relativo alla tossicità dei mozziconi di sigaretta. I test tossicologici sono stati fatti utilizzando Pimephales promelas e Atherinops affinis, due specie, una di acqua dolce e una di acqua salata, che l’Agenzia per la Protezione dell'Ambiente degli Stati Uniti (Epa) usa come bioindicatori negli studi sull’inquinamento acquatico. I risultati sono stati discussi all’inizio di questo mese alla conferenza annuale della American Public Health Association. Da questi si evince che se rimane anche una minima quantità di tabacco incombusto, gli effetti sulla fauna sono drammatici. Veleni, cancerogeni, metalli pesanti e mutageni presenti nel tabacco sono in quantità tali da uccidere anche il 50% delle specie sottoposte a test.

Fonte: Discovery news.

15 Novembre 2009

SCOPERTA LA "CENTRALE ENERGETICA" DELLE BARRIERE CORALLINE

Le spugne della specie Halisarca caerulea crescono in profonde e oscure cavità al di sotto delle barriere, e il 90 per cento della loro dieta è costituito da carbonio organico disciolto, che viene convertito in cellule cenocitiche utilizzabili da tutte le specie marine L'articolo completo è pubblicato su Le Scienze.

12 Novembre 2009

SOTTOSTIMATE LE SPECIE DI ACQUA DOLCE A RISCHIO?

Come affermato nella news del 5 novembre scorso, le specie di acqua dolce sono per lungo tempo state trascurate. Quest’anno la Iucn ne ha aggiunto un gran numero alla lista rossa. Jean-Cristophe Vié, direttore del Programma dell’Iunc (International Union for Conservation of Nature) afferma che su 3.120 specie di pesci d’acqua dolce censite 1.147 rischiano di scomparire. La situazione è ovunque allarmante, ma lo è in particolare in Nuova Zelanda dove circa l’85-90 per cento delle zone umide è andata perduta o è in via di degrado a causa dei piani di assestamento adottati per lo sviluppo agricolo. Pesci come il Brown Mudfish (Neochanna apoda) e l’Australian grayling (Prototroctes maraena) sono passati da uno stato di conservazione accettabile a una condizione di estrema vulnerabilità. Ma i pesci d’acqua dolce non sono i soli a preoccupare l’Iunc. Sulle 47.677 specie censite quelle maggiormente in pericolo sono gli anfibi con 1.895 specie a rischio sulle 6.285 finora conosciute. Noi di biologiamarina.eu da quest'anno dedicheremo molto più spazio ai pesci di acqua dolce, per troppo tempo non contemplati da nessuno, neanche dalle più rinomate associazioni ambientaliste.

11 Novembre 2009

A RISCHIO LE KELP FOREST DELLA CALIFORNIA

Le aree di Kelp della California del sud sono considerate come le più produttive al mondo, ma studi recenti evidenziano un loro progressivo e lento declino. Secondo Rick Grosberg, professore al Department of Evolution and Ecology and the Center for Population Biology at UC Davi, dalla fine dell'era glaciale, circa 20.000 anni fa, sino a 7.500 anni fa, l'estensione delle foreste di kelp è triplicata, poiché l'aumento del livello del mare causato dallo scioglimento dei ghiacci favorì la creazione di nuovi habitat. La contrazione dell'areale di distribuzione coincide invece con l'avvento dell'uomo presso le aree marine costiere. Ora le aree a disposizione del kelp sono frammentate e isolate, preludio di una futura contrazione che sembra procedere spedita da 500 anni a questa parte.

05 Novembre 2009

I CAMBIAMENTI CLIMATICI SECONDO IL CNR

Secondo il più prestigioso ente italiano per lo studio del Clima, l'ISAC, collegato al CNR, il colpevole dell'attuale riscaldamento globale è la produzione antropica dei gas serra. Ma ci sono ancora dubbi da svelare! Leggi qui l'articolo completo.

05 Novembre 2009

TANTI ANIMALI A RISCHIO ESTINZIONE

Più di un terzo delle specie viventi è a rischio di estinzione. Questo emerge dall’ultimo aggiornamento della Lista Rossa delle specie minacciate (Red List of Threatened Species) redatta dalla Iucn, l’Unione mondiale per la conservazione della natura. Delle 47.677 specie stimate dalla Iucn, 17.291 sono a rischio di estinzione. Ben il 21% dei mammiferi, il 30%, il 35% degli invertebrati e addirittura il 70%. Jane Smart, direttore del gruppo Biodiversity Conservation della Iucn, sottolinea come sia ormai indispensabile intervenire a livello di singoli governi, altrimenti ci ritroveremo su un pianeta sempre più povero. Riguardo ai pesci sono in pericolo di estinzione alcune specie di tonno, moltissime specie di squali, e un numero elevatissimo di specie di acque dolci. In tutto il mondo laghi e fiumi sono in condizioni pessime, e a differenza del mare, non godono dell'attenzione neanche da parte delle associazioni ambientaliste.

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04 Novembre 2009

LA PELLE DEGLI SQUALI COME RIVESTIMENTO PER LE IMBARCAZIONI

I ricercatori tedeschi e americani si sono ispirati alla pelle degli squali, che vista al microscopio, appare con diversi denticoli, conosciuti come scaglie placoidi. In natura la pelle dello squalo è idrodinamica e presenta delle caratteristiche particolari che agevolano l’animale nel nuoto, facendolo scivolare meglio nell’acqua. Allora perché non creare una sorta di pelle sintetica, e nel caso delle imbarcazioni rivestire lo scafo che è a contatto con l’acqua con una sorta di armatura creata appositamente con denticoli simili a quelli degli squali? I ricercatori sono a buon punto e hanno appurato che questi interventi, faranno risparmiare migliaia di euro e dollari agli enti di navigazione sia privata che commerciale o militare, che investono capitali ingenti per ripulire gli scafi dalle incrostazioni e dalle alghe che si depositano inevitabilmente sulle chiglie, oltretutto questa nuova “pelle” è autopulente quando lo scafo raggiunge una velocità di circa 4-5 nodi. Lo stesso tipo di ricerca è stata effettuata per creare delle mute da bagno, che vengono utilizzate dai nuotatori per penetrare con minor attiro l’acqua. Dalla natura dunque un esempio importante da seguire. Fortunatamente la tecnologia è in grado di ricostruire la pelle dello squalo sinteticamente. Un progetto simile era stato avviato nei primi anni 90 dalla Marina americana, che pensò di rivestire i sottomarini nucleari con una protezione, una sorta di involucro, simile alla pelle di alcuni cetacei, che come quella degli squali abbassa notevolemente le turbolenze idrodinamiche generate dallo spostamento di un corpo nell'acqua.