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26 FEBBRAIO 2013

PESCA ILLEGALE, L'ITALIA SOTTO OSSERVAZIONE DELL'INTERPOL
L'Italia entra nel mirino dell'Interpol (e degli Usa), per la pratica della pesca illegale. Il nostro Paese, secondo una relazione del NOAA (United States National Oceanographic and Atmospheric Administration) del gennaio scorso, elaborata su mandato del Congresso, è nella "lista nera" delle dieci nazioni al mondo nelle quali nel 2011/2012 è stata praticata la pesca illegale non dichiarata e non regolamentata (Inn) e, nelle quali, sono state applicate misure inefficaci per prevenire la cattura di specie protette.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato che inizieranno presto i contatti con ciascuno dei 10 Paesi (Colombia, Ecuador, Ghana, Italia, Messico, Panama, Repubblica di Corea, Spagna, Tanzania e Venezuela) per incoraggiarli a intraprendere azioni per affrontare la cosiddetta pesca Inn.
Se una nazione non prenderà provvedimenti opportuni per affrontare i casi di pesca illegale, alle navi da pesca di quel Paese può essere negato l'ingresso nei porti degli Stati Uniti, nonché le importazioni di taluni pesci e prodotti ittici. L'Italia però, come specificato nel rapporto del NOOA, non si è sempre "comportata" male: nel biennio precedente ha affrontato i casi di pesca illegale adottando o modificando leggi e regolamenti ad hoc e sanzionando, anche con misure forti, le navi da pesca irregolari; e questo vale anche per Colombia, Ecuador, Panama, Portogallo e Venezuela.
Anche a fronte di questo recente rapporto, l'Interpol, nel suo Programma Globale sui Crimini Ambientali, ha lanciato l'iniziativa ''Project Scale'' per combattere la pesca illegale che ha avuto il sostegno del Pew Charitable Trusts, il ministero norvegese degli Affari Esteri e l'Agenzia norvegese per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto è stato presentato alla prima Conferenza Internazionale sull'Applicazione della Normativa sulla Pesca dell'Interpol, tenutasi presso il Segretariato Generale dell'Interpol a Lione e a cui hanno partecipato i rappresentanti di oltre 55 Paesi membri, esperti internazionali del settore pesca, dell'intelligence ed esperti legali.
La pesca illegale e le sue attività connesse (come il riciclaggio di denaro, l'evasione fiscale e la frode), secondo uno studio pubblicato nel 2009 sulla rivista peer-reviewed PLoS One, ha informato l'Interpol, costa all'economia mondiale fino a 23 miliardi di dollari l'anno, e danneggia le comunità costiere, gli interessi dei pescatori rispettosi delle leggi e l'ambiente marino. I pescatori illegali approfittano delle norme deboli, della scarsa condivisione delle informazioni tra le varie giurisdizioni e dalla mancanza di mezzi di controllo, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, per sviluppare i loro affari illeciti.
"Il Project Scale è una naturale estensione degli sforzi dell'Interpol per la salvaguardia delle specie e degli habitat attraverso l'effettiva applicazione delle normative - ha sottolineato David Higgins, responsabile del Programma di Criminalità Ambientale dell'Interpol - Con la rete dell'Interpol, le competenze e il supporto all'applicazione delle normative portato avanti dalla intelligence, contribuiremo ad uno sforzo coordinato globale più mirato alla lotta alla criminalità organizzata e transnazionale nella pesca. Il nostro obiettivo è creare un'attenzione globale su queste attività criminali, e a tal fine siamo impegnati ad assistere i nostri paesi membri e partner nei loro sforzi tesi a combattere le reti criminali che sfruttano le risorse marine naturali". Fonte: GreenReport.