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20 FEBBRAIO 2013

ANFIBI SULL'ORLO DELL'ESTINZIONE
La classe degli anfibi rappresenta un moderno esempio di diminuzione della biodiversità. Le popolazioni di questi vertebrati sono infatti in forte decremento e le cause sono molteplici: il riscaldamento globale, la competizione con specie aliene, l’aumento delle radiazioni UV associato all’assottigliamento dello strato di ozono e l’inquinamento. La consistente conversione di molti ecosistemi in aree dedite alle coltivazioni, a loro volta soggette alla ricezione di enormi quantità di sostanze chimiche per la lotta a funghi e fitofagi, ha portato a un consistente aumento dell’esposizione degli anfibi a numerosi pesticidi, che potrebbero essere a loro volta una delle principali cause del declino di questi animali.
Gli anfibi alternano il loro ciclo vitale tra l’ambiente acquatico e quello sub-aereo; in particolare essi sono strettamente legati per la riproduzione all'acqua, all’interno della quale le larve espletano il loro accrescimento fino alla metamorfosi. Ciò rende questi animali suscettibili alle variazioni ambientali associate sia all'inquinamento terrestre che a quello acquatico. Questi organismi inoltre, avendo una pelle molto permeabile, tendono ad assorbire indirettamente i contaminanti dall'ambiente circostante, incrementando la loro possibile suscettibilità nei confronti degli xenobiotici.
Un gruppo di ricercatori ha verificato gli effetti di 7 tipologie di pesticidi, tra cui fungicidi, erbicidi e insetticidi su giovani esemplari di Rana temporaria (un anuro diffuso in Europa), in uno scenario agricolo in cui i pesticidi vengono nebulizzati sui substrati di interesse. I ricercatori hanno testato i formulati nella loro totalità, senza limitarsi allo studio dei singoli principi attivi. I risultati ottenuti sono allarmanti; essi evidenziano infatti una marcata tossicità acuta dei contaminanti saggiati, connessa a una rilevante mortalità degli esemplari esposti allo studio. Dalla ricerca, pubblicata su Scientific Report, si evince quindi che le attuali procedure di valutazione del rischio (risk assessment), associate alla regolamentazione dei pesticidi di nuova sintesi, non sono sufficienti per la tutela degli anfibi. Dal momento che questi animali sono considerati una specie sentinella per lo stato di salute ambientale, i risultati di questa ricerca potrebbero avere importanti implicazioni anche per altri taxa. Sarà quindi auspicabile approfondire gli studi in merito e individuare le pratiche agricole che si possano conciliare con gli sforzi di conservazione della biodiversità. L’ecotossicologia risulta essere pertanto un importante mezzo per limitare potenziali gravi alterazioni sinecologiche ed ecosistemiche. Fonte: Pikaia, a cura di Stefano Magni.