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12 LUGLIO 2013

OLTRE 100 ESEMPLARI MORTI, TRA TARTARUGHE E DELFINI, NELL'ADRIATICO CENTRALE
Il 7 luglio sulla spiaggia di Riccione, i bagnanti hanno trovato la carcassa di un delfino adulto di oltre 200 kg, in avanzato stato di decomposizione. Nei giorni prima era stata recuperata anche una tartaruga Caretta caretta morta e un altro di questi rettili marini era stato trovato morto a Misano. Sempre a Riccione, si era spiaggiata una seconda tartaruga ancora viva che è stata affidata alle cure della Fondazione Cetecea. La stessa Fondazione Cetacea ha lanciato l'allarme per la crescente quantità di materie plastiche e rifiuti ingombranti in mare e l'aumento esponenziale di delfini e tartarughe trovati morti sulle spiagge. "Da inizio anno - dicono a Cetacea - sono almeno un centinaio le tartarughe morte in mare e spiaggiate tra la Romagna e le Marche. Mentre nei soli mesi di maggio e giugno, nelle stesse acque, sono stati rinvenuti 11 delfini mort".
Per Sauro Pari, presidente della Fondazione Cetacea, comunque, non c'è dubbio sul collegamento tra i rifiuti in mare e la morte degli animali".
Secondo Rita Ferrari, direttrice del Centro di Ricerche Marine Daphne, sarebbero fiumi e torrenti a riversare in mare questi rifiuti, ma assolve invece il Po: "In questo periodo, ha una portata bassa". Ma non si risolverà il problema delle macro e microplastiche che finiscono nell’Adriatico, con le loro conseguenze sull'ambiente marino e sulla salute della sua fauna, se non si risolve il problema della plastica gettata in mare e per farlo non basta colpevolizzare la plastica, bisogna risalire alla fonte, a chi inquina ed uccide animali gettando in acqua i propri rifiuti, fino a rivedere un sistema economico che non vuole ancora seriamente impegnarsi per chiudere correttamente il ciclo della catena produttiva che crea inevitabilmente rifiuti che andrebbero gestiti al meglio e non esorcizzati scaricando su di loro colpe nostre. Indagare gli effetti finali di una catena di perverse negligenze, private e pubbliche, aiuterà ad innalzare il livello di responsabilità sociale ed ambientale ancora troppo basso in Italia. È quindi più che positivo che il Centro Daphne, laboratorio di riferimento per le biotossine marine, all'inizio dell’estate abbia avviato una mappatura, individuando le aree critiche: porti, aree urbanizzate, ma anche zone più isolate come la foce del fiume Bevàno, nel Ravennate. La direttrice del Centro Daphne ha spiegato: "i sacchetti in spiaggia si degradano e vengono frammentati in micro particelle che possono essere rilevate con un apparecchio speciale, il manta, che registra anche i rifiuti più grossi. Al microscopio viene in seguito esaminata la quantità di materie plastiche presenti".
L'eurodeputato Andrea Zanoni, vicepresidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali e membro della Commissione Envi Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare del Parlamento Europeo, è preoccupato: "Deve essere individuata l'origine dei rifiuti per fermare la moria di queste povere bestiole. È necessario intervenire immediatamente con controlli a tappeto. Questa moria di animali deve essere fermata e deve essere individuata quanto prima l'origine di questi rifiuti. Questi affascinanti animali, ovvero le tartarughe e i delfini, sono purtroppo attratti dai sacchetti di plastica che inghiottono credendo siano pesci. Moriranno per soffocamento o stritolati da cordoni di plastica. Stiamo assistendo alla morte silenziosa di quelli che sono le sentinelle dello stato di salute dei nostri mari. Sto valutando se portare la questione all'attenzione della Commissione Europea". Fonte: GreenReport.
Nota di BiologiaMarina.eu: anche se il fiume Po è, in questo momento, caratterizzato da portate relativamente basse, ciò non esclude il fatto che i rifiuti plastici causa del soffocamento degli animali marini, siano finiti in mare in momenti precedenti e dunque quando le portate erano ben diverse. Anche da recenti visite effettuate nelle città che sono bagnate dal Po e dai suoi affluenti, noi di biologiamarina.eu abbiamo constatato che il problema rifiuti lungo i fiumi è particolarmente grave e sottovalutato.

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