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17 APRILE 2013
MORIA DI STENELLE, SCOPERTE LE CAUSE?
Tra gennaio e marzo, si sono verificati numerosi eventi di spiaggiamento di cetacei in Toscana meridionale (a sud di Livorno), comprese le isole d'Elba e Pianosa. Dagli esiti delle analisi incrociate sulle carcasse di alcuni esemplari di cetacei, eseguite dagli Istituti Zooprofilattici competenti come quello di Pisa, dalle Università di Siena e Padova e da Arpat, i cui dati sono stati illustrati il 16 aprile scorso, in una riunione dell'Osservatorio Toscano dei Cetacei allargata a soggetti che di solito non fanno parte dell'Osservatorio, è emerso che "un complesso il quadro di patogeni, avrebbe portato ai numerosi spiaggiamenti di cetacei da gennaio a oggi. Ma pur nella complessità, il fattore che sembra avere avuto il ruolo più rilevante sarebbe il morbillivirus".
In una nota, l'Osservatorio Toscano dei Cetacei sottolinea che le indagini compiute finora, hanno messo in evidenza una situazione non semplice da interpretare e la causa del morbillivirus sarebbe legata anche alla giovane età degli animali trovati morti. Questo, senza escludere il ruolo che potrebbero avere avuto altri fattori patogeni o altri fattori che avrebbero predisposto gli animali a ammalarsi, agendo sul loro sistema immunitario. Sono da escludere episodi di tossicità acuta, dovuta a incidenti di origine antropica, perché eventi simili avrebbero visto il coinvolgimento di più specie, non solo mammiferi e non essenzialmente stenelle, contemporaneamente e con tempi ridotti. Per arrivare a un'ipotesi più certa, saranno comunque necessari ulteriori approfondimenti.
Sandro Mazzariol del Dipartimento di Biomedicina Comparata e dell'Alimentazione dell'Università di Padova, coordinatore del Cert, la task force incaricata dal ministero dell'ambiente di studiare spiaggiamenti anomali, ha spegato che il morbillivirus è stato già responsabile di una grande epidemia nel Mediterraneo agli inizi degli anni '90 e si è ripresentato più volte negli ultimi anni, soprattutto nel Mediterraneo occidentale, lungo le coste spagnole, con un andamento simile a quello che stiamo osservando nell'attuale episodio. Ne è testimonianza la balenottera spiaggiata a San Rossore nel 2011, che era morta per lo stesso motivo, il che dimostra che questo caso di morti non è nuovo nelle nostre acque.
L'eccezionalità del fenomeno di questi primi mesi del 2013, è confermata anche dal fatto che analoghi spiaggiamenti stanno avvenendo lungo l'intera costa tirrenica. Ad oggi sono 131 gli spiaggiamenti totali, di cui 31 nel Lazio, 29 in Toscana, 20 in Sicilia, 20 in Calabria, 13 in Campania, 14 in Sardegna, e qualcuno isolato in Puglia, Basilicata, Marche e Molise.
Il lavoro del Consorzio Lamma ha reso possibile evidenziare che le correnti marine portano gli animali a spiaggiarsi in alcune regioni piuttosto che in altre. La conferma è che spesso arrivano animali in avanzato stato di decomposizione perché muoiono al largo.
L'assessore regionale all'ambiente, Annarita Bramerini, ha detto che grazie all'Osservatorio dei Cetacei, la Toscana è stata in grado di monitorare in tempo reale quanto accaduto. E' però questa l'occasione per ribadire il valore del tema della qualità del mare e l'importanza che rappresenta dunque l'agire in modo continuativo e coordinato. Per questo, la settimana scorsa, nell'ambito di un incontro tra gli assessori regionali all'ambiente della Sottoregione Mediterraneo Occidentale per l'Attuazione della Strategia per l'Ambiente Marino - Marine Strategy, ho proposto di istituire in sede di Commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni, una sottocommissione costituita da tutte le Regioni che si affacciano sul mare. L'obiettivo è quello di migliorare il confronto sia interregionale che con il Governo nazionale sui temi del mare, per tenere alta l'attenzione anche a livello europeo. Fonte: GreenReport.
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