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03 APRILE 2013

VALUTARE LA CONTAMINAZIONE DEI PRODOTTI ITTICI
Lo scandalo della carne di cavallo ha fatto aumentare il consumo di pesce e frutti di mare in Europa, d'altronde si dice "sano come un pesce", ma è proprio così? No, e sempre meno, come spiega il bollettino scientifico dell'E Cordis: "Sebbene la legge dell'UE permetta ai consumatori di conoscere da dove arriva il pesce che acquistano al supermercato, molti ristoranti non hanno alcun obbligo di rivelare la provenienza del pesce che servono in tavola. In particolare, sono disponibili solo informazioni limitate sugli agenti inquinanti del pesce per i quali le autorità non hanno fissato un limite massimo. Tra questi ci sono contaminanti prioritari come le biotossine provenienti da fioriture nocive di alghe e rifiuti marini".
Per migliorare la sicurezza del pesce per i consumatori e ridurre i rischi per la salute umana, è nato il progetto quadriennale "Priority Environmental Contaminants in Seafood: Safety Assessment, Impact and Public Perception" (ECsafeSeaFood), che punta a valutare le questioni di sicurezza legate soprattutto a contaminanti prioritari non regolati e a valutarne le conseguenze per la salute pubblica. Il progetto riunisce scienziati provenienti da diverse discipline delle scienze alimentari, tra cui: ecotossicologia, biochimica, alimentazione, valutazione del rischio, qualità del pesce e comportamento e percezione dei consumatori. Il partenariato comprende anche piccole e medie imprese per agevolare il trasferimento e l'assimilazione della ricerca da parte delle parti interessate.
ECsafeSeaFood, finanziato con 5 milioni di euro dal Settimo Programma Quadro dell'UE e coordinato dall'Instituto Português do Mar e da Atmosfera (pma Ip), è un progetto pioneristico che valuta i problemi di sicurezza riguardanti i contaminanti che potrebbero essere presenti nel pesce; i ricercatori che ci lavorano spiegano: "Il pesce e i crostacei sono alimenti nutrienti che dovrebbero preferibilmente far parte di una dieta sana. Il problema è che tutti i pesci e i crostacei dei nostri mari contengono vari tipi di agenti inquinanti. Gli inquinanti inorganici con il maggiore potenziale di tossicità vanno dall'antimonio, l'arsenico e il cadmio, fino al piombo, il mercurio, il selenio e i solfiti (usati per la lavorazione dei gamberi). Tra gli inquinanti organici ci sono i bifenili policlorurati, le diossine, diversi insetticidi di idrocarburi clorurati e alcuni contaminanti legati alla lavorazione (nitrosammine e forse prodotti di clorurazione). Anche i contaminanti legati all'industria dell'acquacoltura rappresentano un rischio notevole per i consumatori. L'inquinamento degli oceani e i cambiamenti climatici fanno crescere la preoccupazione riguardo allo stato generale dell'ambiente marino ma anche riguardo alle conseguenze per la sicurezza del pesce e per la salute pubblica. Poiché esiste raramente un legame quantitativo ben definito tra i livelli di contaminanti nell'ambiente marino e i livelli nel pesce, c'è un chiaro bisogno di maggiore ricerca sul trasferimento dei contaminanti dall'ambiente marino al pesce".
CsafeSeaFood valuterà le conseguenze che la presenza di questi contaminanti sta avendo sulla salute pubblica, fornendo così una base per una migliore gestione del rischio legato al pesce e una maggiore consapevolezza pubblica. Il coordinatore del progetto, Antonio Marquesevidenzia: "Il progetto ECsafeSeaFood studierà se esiste un collegamento tra la contaminazione dell'ambiente marino e la qualità del pesce che consumiamo. Che mangiare pesce faccia bene alla salute è stato dimostrato in svariati modi ed ECsafeSeaFood desidera sviluppare strumenti per assicurare che questi benefici possano continuare in futuro. Il progetto ECsafeSeaFood fornirà prove scientifiche che saranno la base per un ulteriore sviluppo di politiche comuni di sicurezza alimentare e politiche e provvedimenti riguardanti la salute pubblica e l'ambiente".
E Cordis conclude: "Quindi, benché i benefici e i rischi di consumare pesce abbiano ricevuto molta attenzione da parte dei media man mano che si sviluppava la saga della carne di cavallo, finché i ricercatori non daranno ai consumatori i mezzi per valutare la sicurezza del nostro cibo, forse la cosa migliore è cominciare a mangiare insetti. Dopo tutto, sono in cima alla classifica nutrizionale per il loro contenuto di proteine e sali minerali. In effetti, potrebbe essere nel migliore interesse del pianeta se gli occidentali superassero secoli di condizionamenti culturali e dessero una possibilità all'entomofagia". Fonte: GreenReport.