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21 FEBBRAIO 2013
PAT (Proteine Animali Trasformate) NEI MANGIMI PER L'ACQUACOLTURA
È entrato in vigore il Regolamento (UE) 56/2013 della Commissione, che autorizza nuovamente l’uso di Proteine Animali Trasformate (PAT) derivanti da non ruminanti (in particolare suini e pollame) nei mangimi per animali d’acquacoltura. La misura era stata approvata lo scorso luglio dal Comitato Permanente per la Catena Alimentare e la Salute Animale (SCoFCAH). L'autorizzazione all'uso di PAT è volta a migliorare la sostenibilità del settore dell’acquacoltura, in considerazione della scarsità di farine di pesce. L'utilizzo delle PAT era stato vietato a partire dal 2001, in seguito alla diffusione dell’encefalopatia spongiforme bovina (BSE). Il miglioramento della situazione epidemiologica nell'UE e i più recenti risultati scientifici assicurano che il rischio di trasmissione della malattia tra animali non ruminanti è trascurabile, a condizione di non consentire il riciclaggio all'interno della specie. Ciò ha quindi consentito il riutilizzo delle PAT. Sembra che la Commissione intenda adottare una misura analoga per introdurre nuovamente mangimi per suini e pollame contenenti PAT derivanti da polli e maiali. Non ci sarebbe inoltre l’intenzione di proporre il riutilizzo di PAT derivanti da animali ruminanti per l’alimentazione di non ruminanti, né quella di proporre una nuova autorizzazione all’uso di PAT per l’alimentazione dei ruminanti (bovini, caprini, ovini). Clicca qui per leggere il regolamento, che si applicherà a partire dal 1° giugno 2013. Fonte: AIOL.
Aggiornamento: A partire dal 2014 saranno riammesse le PAT anche per gli allevamenti di suini e pollame. Dunque una grave leggerezza della Commissione che non ha considerato, in tale ambito, l'enorme bibliografia scientifica esistente sull'argomento e che, come sappiamo, dimostra ampliamente la pericolosità di tale pratica. Un colpo durissimo per l'acquacoltura e gli allevamenti, o meglio, un colpo durissimo per gli ignari consumatori. L'UE promette che le PAT saranno sicure e provenienti da tagli 'adatti al consumo umano' e non da scarti di macellazione generici, ma sappiamo gia che sarà impossibile garantire l'assenza di frodi e soprattutto sarà impossibile garantire le informazioni sull'intera filiera.
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