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12 GENNAIO 2013

GLI EMBRIONI DI SQUALI FANNO IL...MORTO
Gli scienziati dell'Oceans Institute dell'Università del Western Australia, hanno fatto una scoperta sul comportamento degli squali che potrebbe aiutare a produrre un efficace repellente anti-squalo. Lo studio intitolato Survival of the Stillest: Predator Avoidance in Shark Embryos, pubblicato su PlosOne, ha esaminato la reazione degli squali mentre sono ancora in via di sviluppo nei loro "gusci" ed ha evidenziato che gli embrioni di squalo possono percepire il pericolo, ed evitare di essere rilevati da predatori.
Gli embrioni di alcune specie di squali vengono depositati in ovoteche coriacee dove si sviluppano indipendentemente della madre. Questo li rende più vulnerabili ai predatori degli altri squali e dei mammiferi marini, perché quando l'embrione comincia a crescere, alcuni predatori riescono a percepire indizi sensoriali emessi dai movimenti dell'embrione stesso all'interno delle uova.
I ricercatori hanno simulato i campi elettrici emessi dai predatori in un acquario, ed hanno scoperto che gli embrioni bloccando il movimento delle loro branchie, rimanendo immobili. E se gli embrioni continuavano ad essere esposti ai campi elettrici, quando erano costretti ad iniziare a respirare di nuovo, lo facevano con movimenti lentissimi delle branchie, dimostrando così di volersi nascondere dal predatore che percepivano.
Il principale autore della ricerca, il neuroecologo marino Ryan Kempster, ha spiegato che "i giovano squali sono in grado di percepire i campi elettrici dei predatori e rispondere riducendo il loro movimento. Nonostante sia confinato in uno spazio davvero piccolo, all'interno di una teca, nel caso in cui siano vulnerabili ai predatori, gli squali embrionali sono in grado di riconoscere gli stimoli pericolosi e reagire con una risposta innata di evitamento. Questa conoscenza può aiutarci a sviluppare efficaci repellenti anti-squalo".

È noto che gli squali adulti possono rilevare i campi elettrici emessi dalle loro potenziali prede. I ricercatori australiani hanno scoperto che gli embrioni di alcune specie di squali ricorrono a mezzi simili per rilevare i potenziali predatori, ed evitare così di essere mangiati. Gli embrioni di squali bambù (Chiloscyllium punctatum), una specie che da adulta arriva fino a 1.2 m di lunghezza, che vive nell'Indo-Pacifico occidentale e nelle zone costiere dell'Australia settentrionale, meridionale e della Nuova Guinea, sono in grado di rilevare un predatore anche dall'interno dei loro gusci, e reagiscono "facendo il morto" cioè diminuendo al minimo i movimenti respiratori branchiali per evitare di essere individuati.
Gli scienziati pensavano che gli embrioni fossero in grado di percepire i predatori, ma sono rimasti sorpresi dai risultati: infatti i baby squali sembrano "riconoscere" gli stimoli precedenti e di ridurre i tempi di risposta quano si ripresentano. "Questo significa - ha spiegato Kempster - che gli squali possono essere condizionati dagli attuali dispositivi repellenti se i segnali che producono questi dispositivi non cambiano sostanzialmente nel corso del tempo". Kempster è uno dei fondatori di Support Our Sharks, una Ong che difende gli squali e pensa che questi repellenti, più efficaci, possano evitare l'uccisone e la cattura nelle reti di molti squali, proteggendo allo stesso tempo gli esseri umani da potenziali attacchi; per questo sta pensando di verificare i risultati dello studio su squali adulti e più grandi: "Il mio obiettivo è quello di mostrare al mondo che gli squali sono qualcosa di più di una semplice fila di forti denti e che abbiamo molto di più da imparare da questi incredibili animali". Fonte: GreenReport.