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05 GENNAIO 2013
NAUFRAGIO DELLA PIATTAFORMA KULLUK
La piattaforma petrolifera Kulluk della Shell, naufragata sulle coste dell'isola Sitkalidak, in Alaska, ha subito forti danni ma, fortunatamente, non ha sversato nemmeno una parte del carico di 155.000 galloni di carburante e altri prodotti petroliferi che sono a bordo. Ad assicurarlo, sono i responsabili delle squadre di salvataggio che stanno intervenendo sulla piattaforma, che è ancora in "piedi" e che sembra in condizioni stabili, nonostante la mareggiata che l'ha colpita, mettendo fuori uso anche i generatori. Non è però chiara l'entità dei danni e nessuno sa dire quanto ci vorrà per disincagliare la Kulluk, anche se Pete Slaiby, vice presidente della Shell per le operazioni di Alaska, è convinto che ciò possa avvenire in tempi abbastanza ridotti. Dal primo gennaio sono al lavoro 250 funzionari federali e statali e rappresentanti della Shell, per attuare un piano d'azione per la gestione di quello che l'Alaska Department of Environmental Conservation ha definito "Il più grande sforzo di intervento mai avviato in Alaska in inverno".
È chiaro che questo incidente mette in discussione i piani di trivellazione che la Shell aveva predisposto per il 2013 nell'Artico; anche le comunità costiere dell'Alaska, in particolare quelle indigene, sono sempre più preoccupati per le ricadute ambientali ed economiche delle trivellazioni petrolifere e gasiere offshore. Per colmo della sfortuna della Shell, Sitkalidak Island, dove si è arenata la Kulluk, non solo è vicinissima al Kodiak National Park ma è anche stato il luogo di un massacro perpetrato dai colonialisti russi nel XVIII secolo (prima che l'Alaska venisse ceduta agli Usa) che uccisero centinaia di uomini, donne e bambini Alutiiq. Il sito del naufragio è probabilmente il luogo culturalmente più significativo del vicino villaggio di Duane Dvorak e dell'etnia Alutiiq che parla il sungstun, una lingua eschimese. Leggi tutto su GreenReport.
Cronologia:
27 dicembre: la Kulluk viene trainata dal rimorchiatore Alviq, il quale subisce la rottura del cavo di traino in seguito ad una tempesta, nel mare di Bering;
28 dicembre: la Kulluk viene riagganciata, ma a 50 miglia a sud Isola di Kodiak, i motori dell'Alviq subiscono un'avaria.
29 dicembre:giunge l'ordine di evacuare la Kulluk, che nel frattempo è di nuovo aggangiata e trainata verso terra, ma il 30 dicembre cedono nuovamente i cavi di traino;
31 dicembre:
la Kulluk è riagganciata e si trova a sole 19 miglia dalla costa. A 4 miglia da terra ennesima rottura dei cavi di acciaio, così la piattaforma di incaglia presso Sitkalidak.
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