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Cod Art 0507 | Rev 00 | Data 30 Apr 2012 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

 

LO SQUALO GOBLIN

Famiglia Mitsukurinidae Jordan, 1898, Proc. Calif. Acad. Sci. ser. 3 (Zool.), 1: 199-202.
Nomi comuni: goblin shark (Ing); Requins lutin (Fra); Tiburones duende (Spa); Chien wên sha k’o; Mitsukurizame-ka (Jpn); Akuly domovye (Rus).

Mitsukurina owstoni

TenguLo squalo goblin (Mitsukurina owstoni, Jordan, 1898) è senza dubbio, almeno tra gli squali, una delle specie più strane ed enigmatiche. Il suo nome, goblin shark in lingua anglosassone, deriva dal termine giapponese tenguzame; tengu indica la creatura dal naso prominente e dal volto rossiccio, per metà umano e per metà uccello, dell’iconografia tradizionale giapponese (immagine a destra), mente zame è il nome assegnato a questa specie, dalla caratteristica protusione mascellare che descriveremo più avanti.
La specie fu descritta la prima volta da Jordan nel 1898, sul Procedings of the California Academy Sciences, terza serie, Zoology 1(6) 199-202, che la proclamò in onore di Kakichi Mitsukuri (1858-1909), professore di Zoologia all'Imperial University di Tokyo. Il nome della specie, owstoni, in onore di Alan Owston, naturalista e navigatore che forni tre esemplari all'università giapponese.
David S. Jordan ricevette un esemplare per l'identificazione proprio da Mitsukuri.
Esistono diversi sinonimi coniati nel corso degli anni, tra i più comuni che troviamo nella letteratura scientifica i seguenti:

Il nome del genere Scapanorhynchus, ha generato spesso confusione ed è stato coniato da Woodward nel 1899, in un articolo intitolato Note on Scapanorhynchus, a Cretaceous shark apparently surviving in Japanese seas.
Gli studi comparati sui resti fossili del genere Scapanorhynchus, con la specie attuale Mitsukurina owstoni, sembrano dimostrare appunto che si tratti di due generi diversi, ma la questione è lontana dall’essere conclusa e sono numerosi i lavori in cui il termine è statto utilizzato. Per i dettagli sulla controversia, è possibile leggere i lavori di Cappetta.

Lo squalo goblin è facilissimo da identificare, anche se un incontro con questa specie è alquanto improbabile. Ha un rostro prominente dalla forma triangolare, corpo slanciato, molle e fusiforme, dalle caratteristiche pinne appuntite; la pinna anale e la pinna pelviche sono molto più grandi delle dorsali, mentre la caudale è decisamente eterocerca e priva del lobo ventrale.
La pelle, sottile e delicata, lascia intravedere i vasi sanguigni sottostanti, da cui il colore rosa caratteristico della specie. Le pinne sono di un colore bluastro e ricoperte da uno strato dermico più spesso. I dentelli dermici sono corti e rigidi.
Gli occhi sono privi di membrana nittitante.
Il corpo flessibile e molle, la scarsa calcificazione delle cartilagini e il colore, non sono ne peculiari ne da considerarsi unici, piuttosto sono tipici di animali della bassa zona mesopelagica (1000-2000 metri).
I denti di questa specie, di tipo sinfisiale, sono molto lunghi, cuspidati. Quelli anteriori sono adatti ad afferrare mente quelli posteriori a frantumare. Tuttavia all’interno di questa specie, la forma dei denti è variabile in relazione all’età e alla distribuzione geografica degli esemplari. La formula dentaria è U:13-13, L:!2-12.

La specie sembra essere cosmopolita. Nell'Atlantico occidentale è stata segnalata la sua presenza nelle acque del Golfo del Messico, della Guyana francese e del Suriname, mentre nella parte orientale, le catture accidentali hanno interessato solamente le acque antistanti la Francia e il Portogallo. Lo squalo goblin è stato poi segnalato nell’Oceano Indiano occidentale, nel Pacifico in acque Giapponesi, Australiane, Neozelandesi e della California (dalla costa californiana arriva l'unico esemplare catturato in nord America nel 1998). Alle basse latitudini è segnalato in Sud Africa e nelle acque australiane.
Le uniche segnalazioni regolari riguardano solamente le baie di Suruga e Sagami (Giappone) e Sesimbra (Portogallo). Nel 2003 casualmente, nelle acque di Taiwan, furono catturati un centinaio di esemplari dai pescatori locali, che non conoscevano la specie ma l’apprezzarono immediatamente, dando vita così ad una caccia spietata, con sistemi di cattura di profondità che decimarono probabilmente, la popolazione locale. Ora la pesca allo squalo goblin, a Taiwan, è cessata.

L'esemplare più grande mai catturato, arriva dalle acque del Golfo del Messico, 190 Km a sud di Pascagoula, Mississipi. L'esemplare, impigliato da una cima utilizzata per la posa di attrezzi per la pesca dei granchi rossi, è stato catturato il 25 luglio 2000, tra 990 e 1099 metri di profondità; l'esemplare catturato non è stato misurato direttamente, ma la sua lunghezza stimata risulta addirittura compresa tra 5,40 – 6,17 metri.
La specie è diffusa a profondità variabile, in media tra 550 e 900 metri. Nel canyon di Tokyo, la specie sembra essere abbondante tra i 100 e 350 metri. Kazunari et al. riferisce di 148 esemplari catturati presso il Tokyo Submarine Canyon, tra il maggio 1995 e l'ottobre 1996, più altri provenienti da altre zone (Sagami Bay, Suruga Bay, Enshu-nada Sea); nessun esemplare studiato era sessualmente maturo, neanche i maschi più grandi, lungi poco più di 200 cm. È stato analizzato il contenuto dello stomaco di 110 esemplari e, tipicamente, sono stati trovati teleostei, calamari, polpi, gamberetti, isopodi nonché ogni tipo di rifiuto umano. I pesci più grandi come Macrouridae sp. e Stomiidae spp. sembrano essere le prede preferite, tra gli isopodi frequente Cymothoidae e per i decapodi Pasiphaea sinensis e Sergia sp. Dunque si presume in ragione della loro frequenza, che siano quelle elencate le prede preferite dallo squalo goblin.

Squalo goblin catturato nel Golfo del Messico

Sopra, esemplare di squalo goblin catturato accidentalmente a 190 Km a sud di Pascagoula, Mississipi, il 25 luglio 2000. Credit: Glenn R. Parsons - Sharks, Skates, and Rays of the Gulf of Mexico: A Field Guide. Univiversity Press of Mississippi.

La caratteristica dello squalo goblin è la straordinaria protusione mascellare. L'animale proietta molto rapidamente le mascelle al buio delle profondità marine, grazie alla ricchissima presenza di pori che connettono agli organi elettro-sensitivi situati nel rostro, che permettono, insieme all’olfatto e ai suoni, di individuare le potenziali prede. Tale rapida protusione e il successivo richiamo, sono possibili grazie alla presenza di un doppio set di legamenti elastici a livello della giunzione mandibolare. Il primo set è compreso tra la cartilagine ceratoiale e la cartilagine di Meckel, da ogni lato; il secondo set è posizionato tra il neurocranio e l’arco cartilagineo detto iomandibolare, e la cavità interposta tra la cartilagine ceratoiale e la cartilagine di Meckel. I legamenti si allungano quando le mandibole sono retratte, mentre sono rilassai quando vengono protruse.
Poco altro si sa sulla biologia di questo strano squalo abissale. Non è nota la lunghezza oltre la quale si ha la maturità sessuale (esemplari maschi di 209 cm e femmine di 196 cm sono risultati essere immaturi); un esemplare maschio da 264 cm era invece maturo. Alla nascita si stima che i piccoli siano lunghi da 81 a 90 cm. Non è noto il tempo di gestazione. Si ritiene che la specie sia, come gli altri Lamniformi, ovipara (vivipara aplacentata secondo altri).

Mitsukurina owstoni Golfo del Messico 25 luglio 2000

Sopra, un'altra immagine dell'esemplare catturato il 25 luglio 2000 nelle acque del Golfo del Messico.

BIBLIOGRAFIA

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