STRANI SQUALI: Chlamydoselachus anguineus [Garman, 1884]
"Salve, mi chiamo Andrea e sono al primo liceo. Ho visto in tv il filmato del frilled shark, è possibile...."
Chlamydoselachus anguineus
Abbiamo ricevuto alcune mail a proposito del frilled shark (o lizard shark, eel shark, o anche scaffold shark), la cui cattura (uccisione?), da parte di alcuni scienziati giapponesi che lo hanno rinvenuto presso la città portuale di Numazu, ha fatto il giro del mondo tramite l'agenzia Ansa, come se si trattasse di una specie mostruosa.
Si tratta, in realtà, di una specie descritta da Garman nel 1884, appartenente alla famiglia Chlamydoselachidae, insieme alla specie C. africana descritta per la prima volta soltanto nel 2009.
Non si hanno molte infomazioni sulla biologia di C. anguineus, si tratta di una specie demersale o batipelagica, occasionalmente pelagica, che vive tra i 100 e 1500 metri di profondità. Alla nascita i piccoli sono lunghi tra i 40 e i 60 cm., mentre le femmine possono raggiungere i 2 m. di lunghezza. La specie è ovovivipara e la gestazione dura 2 anni (Compagno, 1984). È l'unica specie di squalo con bocca terminale (insieme a C. africana) e con denti che presentano tre cuspidi caratteristiche e molto allungate. La pinna dorsale è piccola e allungata, quella caudale è nettamente assimetrica. Le pinne pettorali sono brevi e arrotondate, mentre la pinna anale è ben sviluppata. Presenta sei branchie caratteristiche invece delle cinque di tutti gli altri squali. Si ritiene che sia un attivo predatore (dalla dentatura) e le sue prede potrebbero essere calamari di profondità e pesci; oppure un detrivoro, quindi si nutrirebbe di carcasse e resti organici. Secondo Taylor et al. 2002, il ruolo ecologico di questa specie avrebbe a che fare con il riciclo dei nutrienti. Si presume che sia un lento nuotatore, ma a grandi profondità non è stato mai osservato. Le informazioni di cui si dispone derivano da catture accidentali. La specie è probabilmente cosmopolita, e ci sono state segnalazioni dal Giappone, Australia, Cile, Namibia, Nuova Zelanda, Norvegia e Sud Africa.
Non è noto lo stato della popolazione del frilled shark, fortunatamente le sue carni non sono di qualità, ma da tempo si parla di utilizzarle per altri scopi, e quindi la specie potrebbe essere oggetto di pesca e sfruttamento commerciale (qui l'unico caso noto di cattura massiva accidentale).
Non è una specie pericolosa per l'uomo, anche se sono state segnalati casi di lacerazioni alle mani durante gli esami post mortem alla bocca.
BIBLIOGRAFIA
- Compagno, L.J.V. 1984 FAO species catalogue. Vol. 4. Sharks of the world. An annotated and illustrated catalogue of shark species known to date. Part 1 - Hexanchiformes to Lamniformes. FAO Fish. Synop. 125(4/1):1-249
- Compagno, L. 1984. Sharks of the World. FAO Species Catalogue. 4 (1): 14-15
- Tricas, T., K. Deacon, P. Last, J. McCosker, T. Walker, L. Taylor. 2002. The Nature Companions Sharks and Whales. 814 Montgomery Street, San Francisco CA, 94133 USA: Fog City Press
- Nakaya, K., A. Bass. 1978. The frill shark Chlamydoselachus anguineus in New Zealand seas. N.Z. Journal of Marine and Freshwater Research, 12 (4): 397-8
- Altre informazioni, con la storia della scoperta al link http://www.gamps.it/articles.asp?id=24 (segnalazione di un utente rinvenuta su http://MondoMarino.net/forum/)
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