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Cod Art 0330 | Rev 00 | Data 25 Set 2010 | Autore Ottavio Luoni

 

I MARI DELLA PREISTORIA - quarta parte-

Dopo aver introdotto nella prima parte l'argomento inerente i mari dell'era Paleozoica, nella seconda parte i mari del Mesozoico, e nella terza i mari dell'era Cenozoica, terminiamo il nostro viaggio con l'era Neozoica.

Il Neozoico o era Quaternaria (anche se per alcuni studiosi non si tratta di una vera e propria era, ma solo dell'ultimo periodo dell' Era Terziaria), rappresenta gli ultimi due milioni di anni della storia geologica e biologica della Terra.
Si suddivide in due periodi distinti:

IL PLEISTOCENE

L'inizio del periodo Pleistocenico è caratterizzato da un raffreddamento del clima causato da una serie di glaciazioni. Infatti in questo lasso di tempo, i ghiacciai coprivano gran parte dell'Europa e dell'America Settentrionale. All'interno di queste glaciazioni si alternavano dei periodi più caldi e temperati (fasi interglaciali) e periodi più freddi (fasi glaciali). Queste fluttuazioni nell'area Alpina si verificarono per ben cinque volte e sono conosciute come glaciazioni Donau, Gunz, Mindel, Riss, Wurm, a cui corrispondono quattro fasi interglaciali. Gli ultimi quattro nomi sono altrettanti affluenti del Danuvio, mentre Donau è proprio l'omonimo fiume. Esistono tracce anche di una sesta glaciazione chiamata Biber, dal nome del fiume Biberbach, che scorre sul versante tedesco delle Alpi.
Queste fasi di espansione e di ritiro dei ghiacci determinarono l'oscillazione dei livelli dei mari, che si abbassavano e si ritiravano in corrispondenza delle glaciazioni (fase di regressione marina), mentre si alzavano e si espandevano durante i periodi interglaciali (fase di trasgressione), lasciando sulle linee di costa i vari livelli delle spiaggie formate.
Durante queste alternanza di periodi variavano in continuazione anche i tipi di flora e fauna, sia a livello marino che continentale; questo fenomeno si verificò anche nel bacino Mediterraneo e nelle zone continentali limitrofe, infatti nei periodi glaciali vi si potevano trovare mammiferi adattati a questo clima freddo, come rinoceronti lanosi, alci, mammouth e orsi delle caverne, mentre nei mari vi era un'invasione di organismi, soprattutto molluschi, che migravano dai mari del Nord Europa attraverso lo stretto di Gibilterra nel Mediterraneo. Tra questi ricordiamo i bivalvi Arctica islandica e Mya truncata. Artica islandicaDurante i periodi interglaciali si instaurò un clima più caldo, i ghiacciai si ritirarono e le terre emerse si popolarono di animali adattati a climi più temperati come ippopotami ed elefanti, mentre dai mari scomparvero gli organismi delle "faune fredde", che vennero sostituite da nuovi organismi adattati alle nuove condizioni climatiche.
Un giacimento paleontologico che ben rappresenta queste fasi di cambiamento climatico è il famoso Bacino di Leffe, ubicato nelle Prealpi Lombarde. La formazione di questo bacino ha inizio circa 6 milioni di anni fa, quando i corsi d'acqua presenti allora sul territorio incisero profonde valli nei monti calcarei. Successivamente, circa 1.5 milioni di anni fa il fiume Serio riempì parzialmente la media Val Seriana, i depositi accumulati impedirono il deflusso verso la Valgandino, ove si formò un lago (Lago di Leffe). A più riprese il lago si riempì di sedimenti, divenendo una palude. Poi 800.000 anni fà il fiume Serio e il Torrente Romna scavarono delle valli ed erosero i depositi lignitici dell'antico bacino di Leffe, che vennero così alla luce. I principali tipi di sedimenti che sono presenti in questo bacino sono costituiti in gran parte da torba, lignite, brown coal (carbone marrone), gytta (fango contenente il 2% di sostanza organica), carbonati lacustri e argille grigie.
Tra gli animali fossili che vi si possono ritrovare in questo giacimento, possiamo citare ad esempio, moltissimi resti di Castor fiber e roditori vari come Mimonys, Dryomys, inoltre resti fossili di tigre dai denti a pugnale Meganteron cultridens, fossili di mammouth, elefanti, cavalli primitivi, rinoceronti, ippopotami, daini. Oltre agli animali sopra descritti vi possiamo rinvenire anche resti di vegetali vari in fattispecie di foglie e tronchi di pini, noci, ippocastani, vite selvatiche). Molto importanti sono i resti di polline fossile che grazie agli studi effettuati, hanno potuto svelarci così tutte le varie fasi climatologiche, che si sono alternate in questo bacino durante il periodo Pleistocenico.

Italia e regressione marina

Sopra, la penisola Italiana durante l'ultima regressione marina. Il Pò sfociava nell'attuale Adriatico centrale davanti all'odierna Pescara, nella fossa di Pomo, dove probabilmente formava una grande cascata. Tutti i fiumi delle attuali Marche ed Emilia erano suoi affluenti, così come moltissimi fiumi della attuale Croazia.

L'OLOCENE

Il termine Olocene comprende l'attuale fase interglaciale (avvenuta dopo l'ultima glaciazione Wurmiana), ed è caratterizzata dalla diffusione delle attività umane iniziate con il Mesolitico, il Neolitico e l'Età dei Metalli, per poi proseguire con le prime civiltà antiche e moderne.
In questo periodo il clima, la flora e la fauna corrisponde praticamente a quella che noi oggi conosciamo . A questo proposito il clima presentava già dopo l'ultima glaciazione, una graduale evoluzione verso temperature più elevate, confermata dallo studio dei pollini (palinologia) e dalla migrazione delle popolazioni di micromammiferi. Recentemente questa tendenza è stata confermata ulteriormente da variazioni climatiche, in particolare di riscaldamento del clima, accompagnate da un'ulteriore oscillazione negativa dei ghiacciai, che si stanno quasi tutti ridimensionando. Oltretutto assistiamo ultimamente anche all'innalzamento di qualche grado della temperatura media degli oceani.
Un importante aspetto di questo problema è dato dell'intervento a volte sconsiderato della popolazione umana, che con le sue attività interagisce pesantemente nella trasformazione dei vari ambienti e dell'atmosfera del nostro pianeta. Voglio a questo proposito ricordare i disboscamenti massicci, gli incendi, le coltivazione selettive, il pascolo selvaggio, la pesca sconsiderata e quant'altro, che certamente provocano alterazioni dall'esito spesso imprevedibile. Ma su questo argomento torneremo di nuovo, in una delle prossime puntate.

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