DIDATTICA PER LE SCUOLE
LA VITA SU UN LITORALE SABBIOSO
La vita del litorale sabbioso, si distingue da quella di un litorale roccioso poiché meno definita e netta, ovvero esiste una zonazione anche per questo ambiente, ma la suddivisione risulta meno definita. La sabbia non offre un substrato solido, e gli animali che lo abitano tendono a spostarsi, seguendo gli andamenti delle maree o addirittura seguendo l'andamento delle onde. Nella zona superiore della spiaggia, irraggiungibile persino dalle onde più grandi, troviamo un habitat definito e abitato da organismi che si sono adattati benissimo alla vita sulla terraferma.
Insetti terricoli prosperano e nidificano in tane nascoste sotto la sabbia. Qui possiamo trovare anche piccoli crostacei anfipodi che, come i talitri, vivono sulla linea di confine tra la spiaggia e la battigia. Si ipotizza che questi piccoli animali, evolvendosi, si adatteranno completamente ad una vita terrestre. I Talitri sono piccoli organismi, lunghi non più di 2 centimetri, presenti sulle spiagge di tutto il mondo. Durante il giorno vivono sotto la sabbia, oppure sotto le alghe trascinate dalle onde sulla spiaggia, ma con il buio escono allo scoperto, e attivandosi sono capaci di compiere salti di 40 o 50 volte la lunghezza del loro corpo, per questo sono stati chiamati con il nome scientifico Talitrus saltator. Forse sulla spiaggia li avrete osservati anche voi compiere balzi spettacolari. La zona intertidale, è popolata da numerose specie di molluschi bivalvi e di granchi scavatori. Nella zona inferiore dimorano esseri che non tollerano rimanere scoperti dall'acqua. Oloturie, attinie, gamberi, granchi della sabbia, piccoli pesci, molluschi bivalvi e altri piccoli organismi. Un mondo che merita di essere esplorato e non calpestato, come accade, a volte, a causa della nostra disattenzione.
Con facilità, seguendo le orme sulla sabbia, possiamo rintracciare l’animaletto che l’ha lasciata, riuscendo a volte a stanarlo o a rintracciare il suo nascondiglio. Esistono ricci che per “camminare” ritraggono gli aculei all’indietro, ma possono raddrizzarli velocemente e pungere senza problemi, qualora incautamente avviciniamo un piede o una mano. Questi ricci a forma di cuore e appiattiti, trascorrono la vita semisepolti dalla sabbia e si cibano di particelle organiche che trovano tra i granelli di sabbia. Lasciano un’impronta a forma di V. Altri ricci dalla forma più appiattita lasciano orme striscianti, si tratta di un clypeaster, si nutrono anch’essi d’organismi vegetali che trovano tra i granelli di sabbia. Gli astropecten, sono piccole stelle marine che si nutrono di piccoli crostacei, inghiottendoli interi e rigurgitando poi i gusci. Al contrario dei loro parenti di scoglio, queste stelle non hanno i pedicelli a ventosa per attaccarsi al substrato, ma sono ottime scavatrici e si nascondono velocemente qualora sia nostra intenzione catturarle.
L’attività sulla linea intertidale aumenta vertiginosamente quando la marea sale. Alcuni vermi policheti come i chetopteridi si nascondono in rifugi a forma di U, muovendo le membrane a forma di ventaglio e creano un movimento dell’acqua che attira i microrganismi dei quali si nutrono, convogliandoli nella loro tana. La vita si sussegue e si rincorre, i predatori sono a caccia di prede e le prede cercano riparo, ma non appena la marea si ritira, il ciclo vitale osservato poco prima scompare quasi all'improvviso. I piccoli pesci cercano riparo indietreggiando o rimanendo prigionieri delle pozze d’acqua, i predatori più grandi come i granchi raggiungono le acque più profonde, gli uccelli marini con il loro becco lungo e a punta, cercano di catturare i piccoli vermi nascosti sotto la sabbia. La maggior parte degli abitanti della spiaggia aperta ha sospeso l’alimentazione, e attende il ritorno della marea crescente. Molti animali con il ciclo delle maree sincronizza la vita in funzione del cibo e della riproduzione.
Avete mai incontrato i paguri, animaletti graziosi che escono all’imbrunire e si incamminano sulla spiaggia? Sono carini e divertenti, possiamo prenderli, ma con attenzione, per non ferirli o schiacciarli, e poi possiamo farli camminare sul palmo della nostra mano. Sentiremo solleticare, ma attenzione, dopo averci giocato brevemente liberiamoli facendo attenzione a non calpestarli. Alcuni pesciolini argentei della specie Leuresthes tenuis, lunghi 10 o 12 centimetri approfittano della marea decrescente per raggiungere in coppia la spiaggia, qui la femmina si aggrappa con la coda e depone le uova, spingendosi il più possibile in avanti, dove la sabbia è appena coperta dall’acqua, subito dopo il maschio la raggiunge, rilascia il liquido seminale e avvierà il processo di fecondazione. Le uova, rimanendo sepolte sotto la sabbia, circa 5 centimetri, e in un luogo umido e al riparo dai predatori, vi rimangono una decina di giorni. Il processo si ripete più volte, con la femmina che si accoppia nuovamente con un altro maschio. La spiaggia si ricopre di questi piccoli pesciolini che innescano un processo spettacolare di riproduzione al buio della notte. Un esempio chiaro di come le spiagge sottoposte alla forza delle maree contribuiscono a creare un ambiente idoneo alla riproduzione di molte specie animali. Questo pesciolino sceglie un particolare periodo della marea, idonea a disseppellire con delicatezza dalla sabbia le uova, che altrimenti sarebbero spazzate via con forza dalle onde, che in altri periodi di marea, possono causare un disastro, strappando il prezioso tesoro. L’avventura nel mare incomincia subito dopo. Come molte altre specie animali, i pesciolini per garantire la sopravvivenza della specie, si affidano all’alto numero di uova deposte. Il Limulo sfrutta allo stesso modo le maree per raggiungere le coste sabbiose ed avviare il processo riproduttivo. Un sincronismo che tuttora lascia gli studiosi perplessi, poiché deve essere ancora scoperto il meccanismo biologico alla base di questo comportamento.
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