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DIDATTICA PER LE SCUOLE

Cod Art 0192 | Rev 00 | Data 09 Set 2009 | Autore Castronuovo Motta Nicola

 

   

I PICCOLI MOLLUSCHI DEGLI SCOGLI

In un nostro precedente articolo, abbiamo parlato di quel tratto di litorale che è interessato dal moto ondoso, che spesso con forza impatta sulla battigia e sulle scogliere. Questa zona, in apparenza difficile per la vita, è in realtà popolata da numerosi invertebrati e da diverse specie di alghe.

Tra questi, il Phylum dei molluschi caratterizza bene tale zona, non è raro infatti osservare patelle, mitili e chitoni ben adesi alla roccia, quasi impossibili da staccare. A volte son ben visibili, vuoi per la forma o la colorazione ben evidente, altre volte passano inosservati, vuoi perchè troppo piccoli o perchè ben mimetizzati. In termini tecnici le zone della scogliera e le coste rocciose vengono classificate e suddivise nel seguente modo:

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le più importanti sono la zona infralitorale o subtidale (1,2,3), la frangia infralitorale (4), la zona litorale (punti 4, 5 e 6), la frangia sopralitorale (6) e la zona sopralitorale o zona degli spruzzi (7). Sui dettagli della zonazione delle spiagge torneremo con altri articoli, poiché esistono diverse scuole di pensiero e metodiche differenti, basate sulla presenza di certi organismi piuttosto che altri, sulla tipologia dei sedimenti ecc..!
La zona infralitorale è perennemente sommersa dalle acque e comprende le cosidette facies di spiaggia sommersa. È identificata spesso con termini differenti ( spiaggia esterna, spiaggia sottomarina, o in inglese con il termine shoreface). In tale zona, sul fondale le onde esercitano un'azione potente e se esso è sabbioso, sarà segnato dai cosidetti ripples (nelle zone più profonde) e megaripples (in quelle meno profonde).
Segue la frangia infralitorale, esposta solo durante la bassa marea sigiziale. Spesso in questa zona si trovano quantità notevoli di laminarie, che sono alghe brune che ospitano una complessa comunità di piccoli animali.
Oltre abbiamo la zona intertidale o mediolitorale, questa è la zona che ci interessa, soggetta al moto delle onde e coperta e scoperta più volte durante la giornata. Qui la zonazione degli organismi è ben definita. Nella parte superiore i cirripedi sono gli organismi dominanti (foto sotto), mentre ostriche, patelle, mitili, littorine e qualche chitone occupano i livelli medi e inferiori.

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Questi crostacei cirripedi, hanno la caratteristica di essere sessili (alcune specie), altre ancora sono sacciformi, altre presentano una testa coperta da placche calcaree, sorretta da un peduncolo. Altre ancora sono simili a conchiglie, cinte da una muraglia di placche (in genere 6) al centro della quale vi è un opercolo. Si nutrono di ciò che i marosi trasportano e, spesso, sono epibionti di altri organismi, ostriche e mitili soprattutto.

Foto3Famoso un esperimento dell'ecologo Robert Paine dell'Università di Washington, che dimostrò che i cirripedi ma anche mitili, patelle e chitoni, tutte specie erbivore, erano predate dalla stella marina Pisaster, lungo la costa rocciosa del Pacfico nord-orientale. Furono rimosse tutte le stelle di mare da certe zone e pochi giorni dopo i cirripedi e i mitili proliferarono a tal punto da escludere dalla zona patelle, ostriche e chitoni, riducendo la biodiversità delle scogliere. Questo tipo di interazione indiretta, in ecologia marina è detta predazione chiave (keystone predation); l'assenza di un predatore chiave (keystone predator) favorisce uno o più competitori inferiori. Per fare esempi più semplici possiamo considerare il lupo; assente sugli Appennini da anni, si è di conseguenza enormemente ampliato l'areale di distribuzione del cinghiale, non predato da nessun altro animale.

 

 

 

Sopra, la stella di mare Pisaster preda tutte le specie indicate dalle frecce. Se rimossa, è favorita la proliferazione dei soli mitili e dei cirripedi (da Paine 1969)

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Sopra, un chitone (classe Polyplacophora). Ha la caratteristica di avere piastre dorsali embricate, circondate da una cintura. Il Chiton olivaceus lungo fino a 4 cm, morfologicamente simile al Corallinus, ha le piastre dorsali evidenti ed il colore è grigio-bruno; si mimetizza spesso in modo eccellente. È la specie più diffusa nel Mediterraneo.

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Sopra, molluschi con conchiglia della famiglia Lissospiridae (Gasteropodi) si raggruppano in diversi esemplari per brucare la superficie della roccia, in attesa che la prossima marea la ricopra.

Altro ospite delle scogliere emerse e sommerse è il granchio degli scogli, che si mimetizza perfettamente con l'ambiente circostante. Esso aspetta al riparo degli anfratti l’ora opportuna per andare a caccia. Si nutre di piccoli invertebrati e crostacei.

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Sopra, un granchio degli scogli.

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Sopra, un altro assiduo abitante di questo mondo, che si avventura durante le ore notturne sulla spiaggia e sulle rocce alla ricerca di cibo, è il paguro, animaletto grazioso che solitamente è preso volentieri dai bambini per giocare e farlo camminare sul palmo della mano. Una curiosità su questo animaletto: man mano che cresce, esso abbandona la sua dimora momentanea per occuparne un'altra ben più grande, rinvenuta vuota e precedentemente occupata da un altro simile. Alcuni studiosi hanno appurato che non hanno alcun problema a scegliere come loro dimora dei gusci artificiali.

Pascolo, predazione, competizione, reclutamento larvale, l'azione delle onde e morfologia delle coste, sono tutti fattori che concorrono a determinare la zonazione di alghe e animali sulle pareti di una scogliera rocciosa.
Le onde apportano ossigeno e nutrienti e, allo stesso tempo, allontanano detriti e rifiuti, liberando spazio favorendo l'insediamento di altri organismi. Possono anche costituire un notevole fattore di disturbo e limitare la predazione, assecondando così l'insediamento di alcuni organismi piuttosto che di altri.
In certi luoghi è evidente come il moto ondoso dei marosi, lavori, levighi e scolpisca le rocce con estrema precisione, lasciando dei solchi dove spesso si mimetizzano alcuni dei molluschi sopra descritti. Vento, onde e la forza con cui esse si infrangono, erodono e sgretolano la roccia, contribuendo così a formare le spiagge, attraverso un meccanismo senza fine che ebbe inizio dalla notte dei tempi.
Nelle foto sottostanti, alcuni esempi di erosione:

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Oltre la zona mediolitorale abbiamo la cosidetta zona nera, così definita per la presenza di uno spesso strato di cianobatteri (Calothrix) associati a licheni (Verrucaria) e alghe verdi (Entophysalis), che crescono sopra il livello dell'alta marea sigiziale. Facile trovare in tale zona i gasteropodi polmonati del genere Littorina, dai quali prende il nome la zona litorale o littorale e che si nutrono di alghe e altre sostanze organiche.

BIBLIOGRAFIA

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