DIDATTICA PER LE SCUOLE
LA VITA SU UN LITORALE FANGOSO
Le forme di vita di un litorale fangoso non risultano nettamente distinte, vi abitano infatti animali che solitamente si nutrono di organismi morti e in decomposizione; spesso questi organismi condividono tane e rifugi con altre specie. Si tratta per lo più di piccoli crostacei, gasteropodi, vermi e molluschi. La difficoltà di avere ossigeno attraverso il fango limita il numero di specie animali, ma non la densità.
Molti uccelli che vivono lungo il litorale, si cibano di piccoli vermi e molluschi che stanano con il becco, che in alcune specie di uccelli è molto lungo e perfettamente adattato allo scopo.
I bassifondi fangosi contornano le foci dei fiumi e le insenature, le zone leggermente degradanti, che in ogni caso sono protette dall'assalto delle onde.
I fondali di questo tipo contengono materia organica animale e vegetale e sedimenti di varia natura, trasportati a riva dal mare e dal trasporto dei fiumi. Qui, a volte, si originano zone paludose ricche di vita e si formano habitat molto particolari e delicati. Spesso la sabbia si mescola al fango in proporzione tale da creare un ambiente favorevole a molti organismi che si rifugiano in questo strato compatto di sabbia, trovando cibo e riparo dai predatori.
In questo habitat vivono organismi che sono capaci di assorbire il pochissimo ossigeno, che per la natura del sedimento risulta sempre scarso (ricci, stelle marine e tutti gli animali scavatori, la cui respirazione avviene attraverso il tegumento, e alcuni molluschi bivalvi che per respirare e nutrirsi utilizzano un sifone). Alcune specie per sopravvivere adottano la respirazione anaerobica, vale a dire senza ossigeno. È il caso di un lamellibranco, comune nei mari dell'emisfero settentrionale, Mya arenaria, che mette in atto un processo metabolico simile a quello della fermentazione, utilizzato anche da molti batteri e da altri organismi.
Le arenicole abbondano sui fondali fangosi, raggiungendo a volte concentrazioni di 200 mila individui per ettaro. Sono anellidi dal tegumento ruvido, lunghi circa 15 cm e spessore di circa 3 cm, che vivono in tubi a forma di U e che pompano in continuità acqua creando una corrente attraverso i ciuffi di branchie filiformi. Si nutrono come i vermi terricoli, assorbendo fango ed estraendo da esso la sostanza organica.Il fango residuo è poi rigettato all’esterno creando dei piccoli cumuli fuori del tubo (foto sottostante).
Uno dei vermi più curiosi che abita il litorale fangoso, è il verme locandiere. Deve il suo curioso nome al fatto che nel suo rifugio tubolare vivono una quantità di ospiti, fra cui certe specie di vermi chetopodi che non potrebbero vivere altrove.
Un altro inquilino abbastanza frequente è un minuscolo granchio pinnotere.
Persino un piccolo pesce, il ghiozzo, si rifugia nella tana del locandiere e con sorpresa dei ricercatori, passa al granchio quei bocconi che lui non riuscirebbe a consumare, una bella collaborazione che, aggiungerei, dovrebbe essere attuata più spesso anche dal genere umano.
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