LA STRAGE DELLE TARTARUGHE OLIVACEE (Lepidochelys olivacea) DI ORISSA
L'Orissa è uno dei 28 stati federali dell’India. Si trova nella parte orientale del continente indiano, non lontano dal Bangladesh.
Conta una popolazione di quasi 40 milioni di abitanti, con una densità di oltre 260 persone per Km quadrato.
Parte dello stato dell’Orissa si affaccia sull'oceano Indiano, nel Golfo del Bengala.
Lungo le bellissime ed estese spiagge dell'Orissa, che vanta circa 480 Km di coste, le tartarughe olivacee (Lepidochelys olivacea) depongono le uova a centinaia. Le spiagge più importanti e maggiormente frequentate dalle tartarughe oilivacee, sono quelle di Gahirmatha, Devi e Rushikulya rispettivamente.
La tartaruga olivacea si riproduce anche in altre spiagge del mondo, come quelle di Nancite e Ostional (Costa Rica), e quella di La Escobilla, in Messico.
Purtroppo, nelle acque antistanti le principali spiagge dello stato dell’Orissa, operano abusivamente qualche centinaio di pescherecci ogni giorno e, a causa della pratica dello strascico, catturano decine e decine di esemplari di tartarughe olivacee, le quali hanno necessità di emergere per respirare ogni 45 minuti circa. Tuttavia, lo strascico richiede tempi decisamente più lunghi e le povere tartarughe muoiono praticamente affogate.
Durante la cernita del pescato, le carcasse delle tartarughe vengono gettate in mare e di li a poco, giungeranno sin sulle spiagge.
In genere i funzionari del locale governo sotterrano gli esemplari rinvenuti sulle spiagge, per evitare le proteste di chi, a livello locale, potrebbe rivendicare il rispetto delle leggi in materia di protezione della fauna, e il fatto che la pesca a strascico nelle acque antistanti le zone protette, è in teoria vietata; purtroppo solo in teoria.
Non è difficile, tuttavia, accorgersi degli esemplari seppelliti sotto la coltre sabbiosa, dopo qualche giorno infatti, l’odore della putrefazione è talmente forte anche a metri di distanza.
Quanti sono gli esemplari che ogni anno muoiono a causa della pesca illegale? Secondo le stime di osservatori indipendenti, sarebbero circa 10.000 - 15.000 ogni anno. Secondo fonti governative (Government of Orissa, State Forest Department), sarebbero invece 3.000 - 5.000.
Non è possibile, in realtà, sapere con esattezza quanti sono gli esemplari che perdono la vita nelle acque dell'oceano Indiano orientale, tuttavia è sicuro che le leggi, soprattutto quelle che vietano la pesca a strascico nell'Area Marina Protetta, di fatto sono quotidianamente e palesemente infrante.
Esistono decine e decine di ore di filmati che documentano la pesca abusiva nelle zone protette di Orissa, nonostante i proclami e le rassicurazioni del Governo locale sulla presunta vigilanza e le restrizioni imposte alle attività di pesca. Per inciso, il Department of Fisheries ha imposto ai pescherecci a strascico di operare oltre i 20 Km dalla linea di costa (almeno in due delle aree protette), mentre sino a 5 Km dalla linea di costa è proibita qualsiasi attività di pesca, anche artigianale. Essendoci, nello stato di Orissa, quasi 90.000 famiglie che vivono e sopravvivono grazie ai proventi della pesca, è facile intuire come risulti estremamente difficile far rispettare le normative.
LE IMMAGINI DELLA STRAGE
In un solo giorno del dicembre 2012, presso Barunei beach, Paradip beach, Astaranga beach, Chandrabhaga beach e Satapada (Chilika Lake ), sono state scoperte le carcasse di oltre 100 tartarughe olivacee. Le slides qui sopra, documentano in parte il ritrovamento di quel giorno.
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