STRAGE DI TARTARUGHE MARINE NEL PESARESE
Sopra, il primo esemplare di Caretta caretta rinvenuto presso la spiaggia di Marotta (Pesaro).
Ogni volta, dopo la burrasca, mi reco spesso lungo la spiaggia, nella speranza di poter essere utile e soccorrere eventuali animali feriti e gettati dal mare. Accade spesso, infatti, di rinvenire animali di ogni specie come istrici trasportati dai fiumi, varie specie di volatili infreddoliti (gabbiani, piccoli trampolieri, anseriformi ecc..), pesci e crostacei ancora vivi intrappolati nelle miriadi di reti in nylon che affollano la battigia. E accade, purtroppo, di rinvenire animali ormai deceduti, come avvenuto oggi, domenica 9 dicembre 2012.
La prima carcassa di tartaruga Caretta caretta era coperta da cataste di legna, rami, fuscelli, plastica e ogni tipo di oggetto. Mi sono accorto per caso della sua presenza, passando accanto alla linea di rifiuti che le onde "creano" sulla spiaggia! Era capovolta e, dopo averla liberata, ho subito provveduto a sistemarla nella corretta posizione! Sembrava ancora viva, il sangue grondava leggermente dal capo e gli arti anteriori ondeggiavano sotto i colpi del vento.
Devo constatare che è stato davvero difficile chiedere aiuto, il numero verde 1530 della Guardia Costiera di Roma pur rispondendo subito,
mi ha passato numeri locali insesistenti, mente nella vicina Fondazione Cetacea di Riccione, che si occupa anche del soccorso delle tartarughe marine, un ex volontario mi ha passato gentilmente un numero che si è rivelato però irraggiungibile per tutto il tempo. Poi alcune persone hanno recuperato un numero attivo della locale Capitaneria, che gentilmente ci informava di aver preso in carico la chiamata e molte altre richieste simili.
Poco dopo arriva la notizia di un altro esemplare rinvenuto poco più a nord, anch'esso con lievi ferite al capo. Recatomi sul posto, non posso far altro che constatare la sua morte.
Entrambe le tartarughe presentavano ferite da taglio ed escorazioni superficiali; probabilmente sono state gettate dai marosi contro le scogliere soffolte che, accidenti a chi le ha volute, provocano solo danni e poco altro, non contribuendo affatto se non marginalmente al blocco dei fenomeni erosivi costieri.
Purtroppo, con dispiacere, ancora una volta ho constatato quanto sia difficile intervenire in casi come questi. Se i poveri animali fossero stati ancora vivi, di sicuro nessuno avrebbe potuto salvarli, essendo impossibile contattare in tempi brevi chi dovrebbe occuparsene. I numeri di telefono reperibili online sono o inesistenti o perennemente occupati. Dunque, sarebbe senz'altro meglio aggiornarli e renderli disponibili tutti i giorni.
Infine, anche se le notizie sono in attesa di essere confermate, pare che numerosi altri esemplari siano stati rinvenuti, privi di vita, lungo tutta la costa del pesasrese.
Sopra, ancora l'esemplare trovato a Marotta, capovolto. Credit: Pierfederici Giovanni.
Il primo esemplare rinvenuto presentava escoriazioni e tagli. Qui sopra, il particolare delll'estesa ferita al capo del povero animale. Credit: Pierfederici Giovanni.
Il secondo esemplare, rinvenuto a Ponte Sasso (PU), su una spiaggia sabbiosa. Anch'esso, come il primo esemplare, presentava ferite ed escoriazioni varie, come visibile nell'immagine sottostante.
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