DUE SIRENETTE A TUTTO RESCUE
Abbiamo fino ad ora trattato temi riguardanti i novelli sub! Ma perché non alzare lo sguardo e ammirare ciò che ci potrebbe essere oltre il primo ostacolo, ma oltre davvero: una bella Esperienza Rescue Diver.
Il corso Rescue rappresenta, per il subacqueo sportivo, una delle tappe fondamentali; si tratta di un approccio e un addestramento mirato a tutta una serie di tecniche che riguardano il soccorso a se stessi, noto anche come Autosoccorso e Soccorso agli Altri. Vorrei dare qui una visione generale, raccontandovi una sessione svolta poco tempo fa, con due ragazze davvero in gamba, Michela e Paola, che desideravano maturare da un punto di vista subacqueo e diventare due Rescue Diver.
Alzataccia la mattina presto, al fine di raggiungere il sito di addestramento in mare e, all’incontro, già si respirava desiderio di affrontare la giornata.
L'emozione che si percepiva era quella del giorno dell’esame... quindi via, si parte per il mare.
Arrivati e sistemate le cose, calzata la muta fino alla vita, si scende per la rupe di Calafuria, una bella fatica, con bombole, gav, erogatore, il pallone segna sub e quanto altro potesse servire.
Partiamo con un bel briefing riassuntivo della giornata e iniziamo con la manovra di recupero in superficie del subacqueo incosciente; azione che consiste nel recuperare e mettere in sicurezza una vittima incosciente; in superficie non possiamo sapere se il malcapitato mantiene ancora attività respiratoria o meno, per cui, con l’utilizzo della pocket mask, dobbiamo effettuare una ventilazione forzata e procedere con l’alleggerirlo dalla zavorra, togliere tutta l’attrezzatura, in maniera tale da consentire un trasporto rapido sulla superficie dell’acqua, nella direzione della riva. La manovra in se è abbastanza semplice, ma le difficoltà iniziali sono nel riuscire a sincronizzare e mettere in sequenza tutte le azioni previste e, non da ultimo, sincronizzare le azioni con la prevista respirazione assistita e una giusta rotazione del capo, per poter dare efficacia all’insufflazione dell’aria nella vittima.
La manovra di svestizione del subacqueo incosciente, è chiaramente preceduta dal suo recupero sott'acqua, dunque è necessario mantenere un buon controllo della risalita per la vittima e per il soccorritore.
Terminati questi esercizi, portati avanti con il giusto spirito di attenzione, ma anche cercando di avere quella necessaria adrenalina tipica di quelle situazioni reali, nelle quali queste manovre vengono eseguite, si passa al mitico esercizio della ricerca e recupero, che sempre mi ha affascinato. Le condizioni ambientali erano ideali, ovvero visibilità circa due metri, davvero scarsa; è qui che si vedono i ricercatori in gamba.
Si tratta di applicare una tecnica denominata Ricerca Circolare, la quale permette di ritrovare un oggetto precedentemente nascosto, muovendosi circolarmente attorno a un riferimento e cercando, ad ogni rotazione completa, di aumentare il raggio di azione, proprio con l’intento di non lasciare nessuna parte scoperta dell'area di ricerca.
L’esercizio è andato benissimo, le due nuove rescue sono entrambe riuscite a trovare il misterioso oggetto nascosto e, la cosa più importante, siamo riusciti a non perdere nulla.
Tutti eccitati e contenti della cosa, che si fa? si va a casa?…..neanche per sogno e via, che ci si adopera alla manovra di salvataggio e messa in sicurezza del subacqueo in Panico Attivo in superficie; vi chiederete sicuramente cosa significa "Panico Attivo"! Beh, molto semplice, si tratta di quella persona che ormai soprafatta da uno stato di estrema paura, si manifesta mandando segnali di aiuto incontrollati senza fornire al soccorritore nessuna informazione utile per gestire al meglio la circostanza, ma semplicemente inviando il classico "Aiutoooooo!!!!!!!!!"[Nell'articolo Annegamento, abbiamo descritto le fasi che precedono appunto la fase di annegamento e cosa accade a livello fisiologico].
Anche in questo casa siamo riusciti a completare con soddisfazione l’attività, che ha successo quando si riesce a bloccare la vittima nella parte posteriore, andando con le gambe intorno alla bombola e, prima ancora, riuscendo con una manovra sommersa a slacciare e a liberare alla vittima la cintura di zavorra.
La giornata stava finendo e con stanchezza ma grande gioia, andavamo a svolgere un sintetico debriefing mettendo in evidenza tutto quello di bello e corretto, avevamo fatto durante il girono e anche manifestando quelle piccole imperfezioni in cui si era incappati. Il sollievo e la stanchezza si erano impadroniti di noi oramai, ma una grande gioia ci pervadeva... il lavoro di tutto un inverno in piscina si era coronato e concluso con questa fantastica giornata di prove e, finalmente, due nuove Rescue Diver erano tra noi. Grazie Ragazze per questa esperienza e per le soddisfazioni che ho provato… avete svolto un Fantastico Lavoro e avete meritato questo Prestigioso Brevetto.
Federico Gamberini
Istruttore NASE n° OWI13063624IT
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