BiologiaMarina.eu

 

 

Cod Art 0520 | Rev 00 | Data 02 Giu 2012 | Autore: Federico Gamberini

 

   

 

FONTE DI ARIA ALTERNATIVA, IMPORTANTISSIMO STRUMENTO NEI CASI DI EMERGENZA

La volta precedente c’eravamo lasciati ponendoci questa domanda: "Se il nostro compagno è in difficoltà perché ha consumato più di noi, oppure ha finito l'aria a sua disposizione, come possiamo aiutarlo?". A questo quesito si può rispondere approcciando una delle più consumate e importanti manovre previste nel corso Open Water Diver, ovvero "La Manovra di Emergenza con l’utilizzo della Fonte d’Aria Alternativa".
Questa fonte d’aria altri non è che un secondo stadio, normalmente di colore giallo, collegato al nostro primo stadio attraverso una frusta anch’essa gialla, leggermente più lunga di quella del secondo stadio primario; il colore, molto vistoso, ha semplicemente il fine di conferire all’intero sistema maggiore visibilità in acqua; il tutto poi è riposto sul nostro lato destro. Innanzi tutto va ricordato che l’esaurimento della scorta d’aria è una delle problematiche più semplici da prevenire e da gestire, infatti è sufficiente controllare con una certa periodicità il manometro, ovvero lo strumento che in termini di pressione, indica indirettamente la quantità di aria disponibile; inoltre un vero e proprio guasto all’erogatore è un evento rarissimo e, qualora anche dovesse capitare, ci troveremmo di fronte a un'erogazione continua e non ad un blocco dell’erogazione. Comunque, nella situazione in cui un subacqueo dovesse essere di fronte a una problematica di questo genere, deve immediatamente segnalare al compagno, in questo caso a noi, toccandosi ripetutamente il petto con il pugno chiuso, se siamo di fronte a una carenza d’aria o in prossimità di un vero e proprio esaurimento; oppure muovendo, da sinistra a destra la mano tesa, all’altezza della gola, qualora siamo in presenza di un esaurimento d’aria già sopraggiunto. A questo punto dovremo intervenire con tempestività con un azione combinata, con la mano sinistra afferreremo il subacqueo in difficoltà per lo spallaccio destro del Gav e con la mano destra prenderemo con l’impugnatura a martello la nostra fonte d’aria alternativa e sostituiremo il suo erogatore, oramai inefficace, con il nostro.
Dobbiamo tenere sempre presente la situazione psicologica del nostro compagno, il quale nel migliore dei casi, sarà teso e spaventato e potrà anche sopraggiungere un leggero affanno; il nostro scopo sarà quello di rassicurarlo, fornendogli una presa per lo spallaccio forte e sicura e lasciandogli tutto il tempo necessario per potersi riprendere, senza mettergli in alcun modo fretta, chiedendogli ripetuti 'Ok' e solo quando in cambio avremo un 'Ok' deciso allora sapremo che la situazione si è normalizzata.
Una volta ripreso un normale controllo della respirazione, ci prepareremo alla risalita, lasciando la presa dello spallaccio con la mano sinistra, la quale andrà a prendere il corrugato, per poi gestire la risalita, e la mano destra riprenderà lo spallaccio del Gav; in contemporanea il subacqueo a cui stiamo donando aria farà esattamente la stessa operazione.
Ora inizieremo la manovra di risalita, che dovrà essere sempre controllata in termini di velocità e comunque gestita da noi, effettuando possibilmente rotazioni complete al fine di accertarci che l’ambiente intorno a noi sia libero da eventuali ostacoli o impedimenti alla riemersione. Una volta giunti in superficie, permetteremo al nostro compagno, sempre sostenendolo dallo spallaccio, di effettuare un gonfiaggio del Gav a bocca al fine di raggiungere un ottimo stato di sicurezza di superficie; ricordiamoci che l’aria della bombola si è esaurita e quindi il carico automatico attraverso il pulsante non è disponibile.
La manovra in se è piuttosto semplice anche se merita di essere provata più volte al fine di poter acquisire tutti i necessari automatismi che possono permettere un esecuzione quasi istintiva; quando nella realtà dovesse succedere, non c’è tempo per pensare, ma si deve sapere cosa fare; deve essere comunque sempre ricordato che la fase maggiormente strategica della manovra è l’aspetto di rassicurazione del subacqueo che necessità di aiuto, la gestione del suo stato emotivo o il suo stato d’ansia sono la chiave della buona riuscita.
Ora siamo in grado di gestire questa situazione e abbiamo sicuramente voglia di andare in acqua per mettere a punto altre tecniche tra cui la pinneggiata, argomento della prossima puntata.

Federico Gamberini
Istruttore NASE n° OWI13063624IT

ARTICOLI CORRELATI