BiologiaMarina.eu

 

Cod Art 0729 | Rev 00 | Data 19 Gennaio 2022 | Autore Ottavio Luoni

 

CLIMA E OCEANI

Coralli

Il genere umano, da quando è apparso sulla Terra, ha sempre cercato di modificare l'ambiente preesistente a suo vantaggio; nella preistoria, l'uomo raccoglitore-cacciatore nutriva una forma di rispetto e di timore verso gli elementi naturali e quindi nei confronti dell'ambiente. Nei secoli a venire, tale atteggiamento è totalmente mutato. Dall'inizio della rivoluzione Industriale (1800 circa), l'uomo ha cominciato a sfruttare in modo abnorme ogni risorsa presente sul pianeta, ha disboscato e inquinato vaste zone della Terra in nome del cosiddetto "progresso"; pensiamo, ad esempio, che ogni anno ettari di foresta primaria vengono disboscati per fare posto a vaste zone di terreni coltivati a monocultura e per vari scopi industriali. Non solo le foreste ma anche gli oceani e i mari hanno subito (e stanno subendo) un devastante impatto antropico (ricordiamo, ad esempio, l'inquinamento da idrocarburi e da microplastiche che, immesse nei fiumi e nei laghi, inevitabilmente finisco in mare). Senza dimenticare la pesca intensiva che utilizza mezzi sempre più tecnologici e distruttivi che stanno depauperando i mari in maniera sempre più massiccia. Per molto, troppo tempo, abbiamo considerato gli oceani e i mari immuni dall'impatto antropico. La temperatura media dell'acqua si innalza sempre più e la quantità di ossigeno presente diminuisce inesorabilmente, questo porta alla conseguenza di un cambiamento profondo delle biodiversità animale e vegetale. Sono molte le specie invasive (alloctone) che stanno occupando nicchie ecologiche di specie autoctone e questo porta ad una alterazione della complessa rete alimentare del mare. L'innalzamento di soli due gradi Celsius della temperatura media dei mari, provoca una situazione di stress ambientale che, soprattutto nei coralli, innesca una reazione distruttiva, che può portare alla morte delle barriere coralline e conseguentemente dei lori fragili ecosistemi; in particolare, viene a mancare la simbiosi tra i polipi del corallo e alcune alghe  unicellulari fotosintetiche, come le Zooxanthellae  provocando lo sbiancamento dei coralli (coral bleaching).
Le barriere coralline son famose per essere tra gli ecosistemi marini più ricchi in termini di biodiversità animale. I coralli sono organismi a simmetria raggiata, costituiti da piccoli polipi che vivono in colonie simbiotiche con alcune alghe microscopiche che, oltre a conferire il caratteristico colore, contribuiscono con la fotosintesi alla produzione di ossigeno; l’innalzamento della temperatura, anche solo di pochi gradi, determina la comparsa di una sorta di "febbre" e così, le microalghe non sono più in grado di produrre nutrimento, pertanto nel giro di pochi giorni i polipi del corallo espellono l' alga simbionte, facendo così assumere alla struttura calcarea una colorazione biancastra. In assenza dell'unica fonte di nutrimento, i polipi sono destinati a soccombere.
I cambiamenti climatici stanno influenzando anche altri aspetti legati al mare, ad esempio l'ulteriore espansione di zone marine povere di ossigeno (zone anossiche) e quindi prive di vita animale e vegetale; inoltre l'acidificazione delle acque costituisce un altro grosso problema, infatti il cambiamento del pH dell'acqua, determina delle anomalie costruttive soprattutto nei molluschi gasteropodi e bivalvi. L’acidificazione rende i gusci più fragili e vulnerabili, inoltre lo stesso fenomeno può anche influire in modo negativo sulla fotosintesi delle alghe e delle fanerogame. L'aumento della temperatura dei mari potrebbe avere una conseguenza sulla fusione dei ghiacci continentali e marini, ciò porterebbe ad un innalzamento significativo del livello marino, con successive inondazioni e conseguente scomparsa di vaste porzioni di terre emerse, isole e atolli.
Un altro fattore sempre legato a queste problematiche è quello legato ad eventi meteorologici estremi, come cicloni e alluvioni improvvisi; già ora alcune regioni del nostro pianeta sono colpite da questi fenomeni; in controtendenza, altre zone sono invece nella morsa della siccità e delle ondate di calore anomale e senza precedenti, che provocano desertificazione e incendi disastrosi, con conseguente distruzione dei diversi tipi di habitat . A provocare questi fenomeni estremi è soprattutto il consumo eccessivo di fonti fossili, quali gas, petrolio e soprattutto carbone.
 Allora che fare per migliorare (o mitigare) la situazione? Beh...qualcosa si può ancora fare, ad esempio utilizzare e rendere fruibili fonti di energia rinnovabili, come ad esempio l'energia solare, l'energia eolica o altre fonti di energia pulita; evitare gli spechi, cercare di inquinare meno, attuare una corretta raccolta differenziata dei rifiuti e adottando uno stile di vita consono ai ritmi naturali del nostro pianeta.

Per questi motivi, questo articolo vuole essere uno stimolo verso un cambiamento di rotta, perché la soluzione parte dalla conoscenza delle problematiche ambientali e si manifesta attraverso il nostro modo di agire e di vivere, rispettando gli altri esseri viventi e gli habitat della nostra casa comune... il pianeta Terra.

 

ARTCOLI CORRELATI

 

AGGIUNGI UN COMMENTO [Gentile utente, puoi manifestare liberamente la tua opinione all'interno di questo thread. Ricorda che la pubblicazione dei commenti è sospesa al di fuori del consueto orario lavorativo; il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500, se superi questo limite il tuo intervento sarà annullato. Solo i commenti provenienti da utenti verificati andranno direttamente online, quelli non verificati vedranno i propri messaggi sostare in pre moderazione per pochi minuti. Inoltre, è necessario attenersi alla Policy di utilizzo del sito: evita gli insulti, le accuse senza fondamento e mantieniti in topic. Grazie. BiologiaMarina.eu].
comments powered by Disqus