MAREA NERA IN NUOVA ZELANDA
Raccolta di articoli, news, considerazioni sull'incidente della nave container Rena
05 Marzo 2012
COLPEVOLI COMANDANTE E UFFICIALE DI ROTTA DELLA RENA
Si sono riconosciuti colpevoli di una serie di imputazioni il comandante e l'ufficiale di rotta, entrambi filippini, della nave porta container Rena, arenatasi lo scorso ottobre in una barriera corallina nella turistica Bay of Plenty, in Nuova Zelanda, causando il più grave disastro ambientale marittimo nella storia del Paese.
La pena per alcuni dei reati, che comprendono "operare una nave in maniera da causare pericolo non necessario" e "tentare di deviare il corso della giustizia, alterando i documenti di bordo", prevede sino a sette anni di reclusione, in aggiunta a forti multe. I nomi dei due, rilasciati su cauzione, non possono essere divulgati prima della sentenza, attesa il 25 maggio. La Rena, di 236 metri e 47.230 tonnellate di stazza, che batte bandiera liberiana e appartiene alla compagnia greca Costamare, si era incagliata nei banchi corallini detti Astrolabe, chiaramente indicati nelle mappe, a circa 20 km da Tauranga, nell'isola del nord, il maggiore porto di esportazione della Nuova Zelanda.
Subito dopo ha disperso in mare 300 tonnellate di carburante pesante, uccidendo migliaia di uccelli marini e contaminando le spiagge per circa 100 km. Da allora, le squadre di salvataggio sono riuscite a pompare via dalle stive altre 1000 tonnellate di carburante e a recuperare quasi metà dei 1300 container a bordo, mentre un esercito di volontari ha contribuito e ripulire le spiagge dalle dense bolle nere. In gennaio lo scafo si è spaccato in due, la poppa si è distaccata ed è affondata, mentre la prua rimane incagliata nel banco corallino. Continuano intanto le operazioni di recupero dei container e di ripulitura dei detriti. Fonte: AnsaMare.
09 Gennaio 2012
IL PORTACONTAINER RENA SI È SPEZZATO
La nave portacontainer Rena, adagiata presso l'Astrolabe Reef dall'ottobre 2011, al largo della costa di Tauranga, si è definitivamente spezzata. Il primo dei due tronconi è rimasto nella stessa posizione poiché incagliato sul reef, mentre il secondo è in balia delle onde e sta scaricando in mare uno ad uno i container rimasti (circa 300). Da ottobre 2011 ad oggi, la Rena ha perso circa 1350 tonnellate di carburante, provocando la morte di più di 2.000 uccelli marini e oltre un migliaio di volontari sono al lavoro da allora. I rischi per l'ambiente sono decisamente inferiori rispetto ad ottobre, tuttavia non è noto quanto carburante sia ancora stivato nei serbatoi della nave (qui tutti i numeri del disastro a cura della Marina neozelandese).
03 Novembre 2011
PORTACONTAINER RENA: QUASI COMPLETATO LO SVUOTAMENTO
Prosegue l'emergenza sulle coste neozelandesi nella zona di Tauranga, nel nord del Paese, dove lo scorso 5 ottobre si è incagliata la portacontainer Rena. La situazione della nave peggiora di giorno in giorno e i soccorsi si preparano al peggio, per una nuova tempesta prevista in arrivo per oggi. La Rena è prossima a spezzarsi in due tronconi. La portacontainer è stata comunque svuotata quasi completamente del suo combustibile e i suoi serbatoi non dovrebbero contenerne più di 300 tonnellate, contro le 1.673 al momento del sinistro.
19 Ottobre
LA PORTACONTAINER RENA SI STA SPEZZANDO IN DUE TRONCONI
Il destino della Rena sta tenendo con il fiato sospeso i neozelandesi quanto l’imminente finale del Campionato Mondiale di Rugby. La situazione della nave portacontainer, incagliatasi al largo della Nuova Zelanda per un errore umano, potrebbe rapidamente peggiorare. Nonostante le 350 tonnellate di petrolio disperse in mare abbiano già provocato la morte di 1.250 uccelli marini e gravissimi danni nel tratto di mare coinvolto, il peggio dovrebbe ancora venire. Il lavoro di svuotamento dei serbatoi è stato reso difficile dalle avverse condizioni meteorologiche e i timori iniziali sembrano confermarsi: la nave è destinata a spezzarsi in due liberando in acqua altre 1.000 tonnellate di carburante. Secondo quanto riferisce il New Zealand Herald gli stessi venti e le onde che impediscono alle squadre di soccorso di liberare la nave dal suo carico (11 dei container trasportano sostanze pericolose) stanno mettendo a dura prova l’integrità strutturale dello scafo già gravemente danneggiato dall’urto con la barriera corallina. Tutto il lavoro fatto dai volontari sulle spiagge di Tauranga potrebbe rivelarsi inutile se lo scafo dovesse effettivamente spezzarsi in due. Se questo scenario dovesse avverarsi i danni ambientali sarebbero di portata drammatica. Fonte: Ecoblog.
14 Ottobre
NOTIZIE PESSIME DALLA NUOVA ZELANDA
Le ultime notizie che ci arrivano dalle autorità locali non sono affatto confortanti, purtroppo. La portacontainer Rena, della greca Costamare Inc, incagliatasi una settimana fa a causa di un errore umano del capitano, a 22 chilometri dalle coste di Tauranga, lungo le spiagge della Bay of Plenty, presenta una crepa nello scafo che si fa sempre più profonda ed è ormai scontato che non reggerà ancora a lungo. Dalla nave sono già fuoriuscite centinaia di tonnellate di greggio, circa 350 si stima; un primo bilancio di quello che si prefigura come il disastro ambientale più grave mai avvenuto in acque neozelandesi. Le operazioni di soccorso coinvolgono oltre 500 persone e proseguono incessantemente in un ultimo disperato sforzo di pompare il petrolio che rimane a bordo, circa 1300 tonnellate, in altre imbarcazioni prima che la nave coli a picco. Steve Jones, portavoce della Maritime New Zealand, spiega che ormai la portacontainer è tenuta unita solo dai suoi componenti interni.
"Uno dei luoghi più importanti, il Miranda Wetlands, per la nidificazione e lo svernamento. Tra le specie più colpite le procellarie, gli uccelli delle tempeste, i cormorani, le berte, le sule, le beccacce di mare, e le sterne. In pericolo anche molti cetacei come i delfini. Gli effetti a lungo termine pervadono gli ecosistemi, arrivando a intaccare la catena alimentare e la salute dell’uomo". Fonte: Ecologiae.
12 Ottobre
NUOVA ZELANDA: IN PERICOLO I PINGUINI BLU
Il ministro dell'Ambiente neozelandese, Nick Smith, ha affermato che questo è il disastro ambientale più grave della Nuova Zelanda, confermando quanto temuto dagli ambientalisti di tutto il mondo: un peggioramento della situazione nei prossimi giorni.
Ripercorriamo le fasi che hanno portato a questa disastrosa situazione, per l’ambiente e gli animali che vivono nella Bay of Plenty.
Lo scorso mercoledi, a causa di una tempesta che ha spinto la nave Rena contro una barriera corallina, la grossa chiatta nei cui serbatoi veniva pompato il carburante è rimasta seriamente danneggiata e ora è fuori uso. Se tutto il greggio presente nella nave (1700 tonnellate circa) dovesse finire in mare, si avrebbe uno dei disastri ambientali più garvi degli ultimi anni. È per questo che sono tempestivamente iniziate le operazioni di pulizia sulle spiagge, raggiunte dalle dense bolle di petrolio. Intanto, la marea nera ha già ucciso molti uccelli marini, fra cui i pinguini blu, e molti altri animali ricoperti di petrolio vengono trasportati e curati in centri di salvataggio della fauna.
Inoltre, pare che le recenti ispezioni della Rena avessero evidenziato diversi difetti. Non per niente, la nave era stata fermata, in via precauzionale, in Australia per una serie di rettifiche. Il sindacato dei marittimi ha chiesto, intanto, il rilascio di rapporti ufficiali sulla nave, dai quali risulterebbero difetti nei motori, nella manutenzione e anche nelle carte di navigazione.
Sono circa 250 le persone impegnate nelle operazioni di pompaggio e di raccolta e contenimento del petrolio riversatosi in mare. 300 militari, invece, sono impegnati nella pulizia delle spiagge dal greggio.
Le autorità neozelandesi sperano di riportare in galleggiamento la nave, una volta raccolto tutto il greggio presente all’interno della chiatta. Fonte: Aqva.
12 Ottobre
DISASTRO IN NUOVA ZELANDA
I disastri ambientali non mancano mai, e uno che ha avuto poca eco sui nostri mezzi di comunicazione sta accadendo proprio ora in Nuova Zelanda. Mercoledi scorso la nave-cargo Rena, si è scontrata con l’Astrolabe Reef e ha iniziato a rilasciare grandi quantità di greggio nel mare, e la situazione, a causa anche del maltempo sta peggiorando. La nave non solo sta perdendo le scorte di combustibile che trasportava ma anche oltre 70 container che, visto che la nave si è girata su un fianco, stanno cadendo in mare. Due ufficiali delle Rena (il cui nome non è stato reso noto) sono stati denunciati per negligenza.
Il combustibile ha raggiunto ormai le spiagge della vicina Tauranga e oltre 200 uccelli sono stati trovati morti. La causa principale di morte secondo gli esperti del NZ Wildlife Health Centre (Oiled Wildlife Response Centre) è l’ipotermia, conseguenza dell’essere inzuppati di olio. Gli scienziati sono sicuri che il numero di animali morti aumenterà.
Le operazioni di soccorso continuano, con lo scopo principale, per ora, di mettere in sicurezza il combustibile ancora presente sul cargo. Purtroppo anche a causa del maltempo molti pensano che la nave si squarcerà presto in piu pezzi. In molti hanno già definito questo uno dei disastri ambientali più gravi della Nuova Zelanda. Fonte: OggiScienza.
Un gigante da 47.000 tonnellate arenato su una scogliera e con una grossa falla nello scafo: ecco un'istantanea preoccupante del disastro che vede come protagonista la nave Rena. Il cargo ha già riversato in mare circa 350 tonnellate di carburante, ma le perdite non accennano ad arrestarsi. Nella peggiore delle ipotesi, i serbatoi potrebbero rilasciare nell'ambiente ben 1.600 tonnellate di greggio. Una vera e propria marea nera che potrebbe causare non pochi problemi all'ecosistema marino di Bay of Plenty, in Nuova Zelanda.
L'allarme era partito mercoledì scorso, quando la nave di 236 metri, battente bandiera liberiana, si era incagliata sul basso fondale di Astrolabe Reef, di fronte al porto di Tauranga. Nella collisione con la secca, lo scafo ha riportato una grande falla attraverso cui ha iniziato a fuoriuscire il carburante contenuto in uno dei serbatoi. L'equipaggio è stato subito tratto in salvo con gli elicotteri, ma nel frattempo la nave ha cominciato anche a inclinarsi su un lato, minacciando di far cadere in mare gran parte dei 1.300 container trasportati sul ponte.
Secondo il Ministero dei Trasporti, 22 dei carichi conservati a bordo conterrebbero alcuni prodotti pericolosi che aggraverebbero i danni causati dalla fuoriuscita di carburante. Infatti, una scia nera lunga 5 ilometri ha cominciato a serpeggiare nel golfo fino a raggiungere la vicina spiaggia di Mount Maunganui, dove una squadra di 100 volontari sta lavorando senza sosta per rimuovere il greggio accumulato a terra e proteggere la fauna locale.
Purtroppo, le operazioni di contenimento delle perdite di carburante non hanno avuto altrettanto successo a causa delle pessime condizioni meteorologiche: al momento è impossibile avvicinarsi alla Rena per pompare via il greggio dal serbatoio in sicurezza. Il piano di azione delle squadre di intervento prevede di fermare la fuoriuscita di inquinanti e impedire che la nave continui a inclinarsi per scongiurare il peggio: la rottura completa dello scafo e degli altri serbatoi. A prescindere dalle condizioni meteo, le operazioni di recupero potrebbero durare anche mesi.
Eppure, che il cargo Rena potesse rivelarsi una bomba a orologeria lo si sospettava. La New Zealand Maritime Union ha rivelato che la nave - di proprietà della compagnia greca Costamare - era già stata segnalata dalle autorità portuali cinesi e australiane a causa di diversi malfunzionamenti. Nonostante tutto, le autorità portuali neozelandesi le avevano appena dato il via libera alla navigazione nelle acque territoriali. Fonte: GalileoNet.
10 Ottobre
MAREA NERA IN NUOVA ZELANDA
È lunga oltre 6 chilometri la striscia nera di petrolio lasciata al largo della Nuova Zelanda dalla nave container Rena, dell’armatore greco Costamare Inc. ma registrata in Liberia. L’imbarcazione, lunga 236 metri e di 47.230 tonnellate di stazza, si è arenata due giorni fa nella baia dell’Abbondanza (Bay of Plenty) sulla barriera corallina Astrolabe a 22 km dal porto di Tauranga, nell’isola del Nord. Il ministro neozelandese dell’Ambiente, Nick Smith, ha detto che potrebbe "diventare la peggiore catastrofe ecologica marittima degli ultimi decenni in Nuova Zelanda".
La Rena trasporta 2.100 container e nelle stive ha 1.700 tonnellate di olio pesante. Nessuno dei 25 membri dell'equipaggio è rimasto ferito, ma si è aperta una falla nello scafo e la nave si è inclinata di 12 gradi. La barriera corallina è ricoperta di anemoni di mare e spugne multicolori. La baia di Plenty è una delle destinazioni turistiche più rinomate della Nuova Zelanda; ospita infatti una ricca fauna di pesci, oltre a pinguini, foche, balene, delfini e procellarie.
Non è ancora chiaro quanto carburante si sia disperso in mare, ha detto un funzionario del Servizio Marittimo neozelandese. "Non sembra vi siano falle nei serbatoi, ma i danni sono estesi ed è ancora difficile determinarli accuratamente e decidere come disincagliarla, un’operazione che comunque richiederà tempo".
Il ministro dei Trasporti, Steven Joyce, ha riferito che, secondo le sue informazioni, "vi è il rischio che la nave si spezzi in due e affondi". Fonte: BioEcoGeo.
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