APNEA STATICA: ALLENAMENTOI, CONSIGLI E ATTREZZATURA
Prima di iniziare con la descrizione delle fasi di allenamento, un breve consiglio riguardo all'attrezzatura da utilizzare in piscina; utile dunque procurarsi un orologio o un computer subacqueo per il calcolo dei tempi, e un cardiofrequenzimetro (ne esistono molti modelli anche economici), utile per valutare la frequenza cardiaca, sia quando iniziamo l’apnea (valore cardiaco basso), sia quando terminiamo l’apnea (valore alto). Può essere utile anche nelle pause, per costatare a che velocità scende il nostro battito, per poi poter affrontare un’altra apnea rilassati (ovvero allenati). Ricordoi infine la tavoletta di plastica per annotare tempi e battiti.
Quando si entra in acqua, consiglio un beve preriscaldamento, facendo qualche vasca senza ovviamente esagerare, per evitare di aumentare la frequenza del battito cardiaco. Meglio indossare una muta, dopo un po' di apnee statiche infatti, farà freddo; consiglio anche calzari e guanti, è molto importante prevenire il freddo, che necessariamente ci priverebbe di ossigeno prezioso.
In media, dopo quattro o cinque apnee si sente freddo, per cui saremo costretti a diminuire tempi e frequenze di immersione. Con un compagno è possibile ottenere miglioramenti significativi, oltre a cronometrare le immersioni, può facilmente indicarci il tempo trascorso con un semplice gesto. Le indicazioni possono essere date ad intervalli di tempo regolare, per esempio suddividendo il massimale in quattro parti, per cui se il nostro personale record in apnea è di due minuti, è previsto un segnale ogni 30 secondi.
Il numero di apnee previste dipende dalla tipologia dell’allenamento. Se la serata è dedicata alle sole apnee statiche, possiamo prevederne anche 6 – 8, mentre all’interno di una normale sessione, possiamo prevederne 4 per poi passare alle apnee dinamiche.
Sulla nostra tavoletta, annoteremo il numero di apnee, i tempi di immersione e recupero, la frequenza cardiaca al termine di ogni immersione.
Molto utile determinare il proprio massimale di inspirazione; occorre inspirare profondamente e lentamente da 10 a 20 volte, poiché all’interno di questo range si posiziona, solitamente, il massimale, che subentra appena compariranno alcuni sintomi come formicolii e capogiri. Le ultime 5 ispirazioni sono un poco più difficili, dovremmo infatti fare attenzione ai volumi di aria inspirata, che non dovrebbero essere superiori all’80% della nostra capacità, tale da non portare in tensione la muscolatura toracica.
Dopo aver acquisito una certa famigliarità con l’intera pratica dell’apnea statica e ci sentiamo pronti, affronteremo le serate di allenamento con delle pause prefissate, in modo tale da far si che i tempi di recupero scendano gradualmente dai 90 ai 45 secondi; la difficoltà sarà quella di rispettare lo stesso intervallo di tempo tra un'apnea e l’altra, anche a discapito della riduzione dei tempi di immersione ma, se si abbasseranno troppo, significa che alla prossima occasione lavoreremo sui tempi di recupero.
FASE DI RESPIRAZIONE
Siamo in acqua con l'attrezzatura e ci prepariamo per la respirazione. Si comincia senza snorkel, la posizione da assumere è a discrezione di ognuno, la più consona dunque; consiglio iniziare in piedi, con le gambe flesse e il sedere appoggiato al bordo. Inizia qui la fase di rilassamento.
La respirazione deve essere lenta e coordinata tra addome - torace - scapola - collo. Si inspira/espira per 10 - 20 volte, sempre lentamente, iniziando dalla parte del diaframma, per poi coinvolegere la porzione superiore dei polmoni. Per far questo può essere utile immaginare di suddividere in due parti le fasi di inspirazione. Nell'ultima parte, si allargano le spalle seguendo e agevolando i movimenti anche conl il collo, allungandolo.
Con la pratica e adottando ognuno le proprie tecniche di rilassamento (io visualizzo aria fresca e azzurra e immagino un luogo associato al massimo rilassamento), si ottengono risultati via via migliori. Gli ultimi 5 atti respiratori, come gia accennato, vanno eseguiti lentamente, evitando di introdurre aria oltre l'80% del volume massimo e, infine, si indossa la maschera.
FASE DI APNEA
Ora siamo completamente immersi. In questa fase occorre eliminare le tensioni residue; personalmente comincio dai glutei, passando poi alla zona della bocca - denti - labbra e cerco di percepire se ho immagazzinato poca o troppa aria. Penso ad una condizione di massimo benessere, e visualizzo per tre volte i numeri 3 - 2 - 1, ogni volta che cambio numero, mi rilasso ulteriormente. Passo poi ad un ulteriore livello di rilassamento, senza tensione in nessuna parte del corpo, "galleggio" sul mio sogno.
Arrivato a questo stadio, inizia la vera apnea. In questa fase immagino il luogo più rilassante da me conosciuto, e lo visualizzo lentamente, ascoltando profumi e colori; sopraggiunge una sensazione di calma assoluta.
Cerco di entrare all'interno del mio corpo, di ascoltarlo per capirne le sensazioni, inducendolo alla calma.
Pur avendo il compagno che mi indica i tempi secondo le mie indicazioni, osservo il cronometro solo quando sono alla termine e sopraggiunge la fase critica, arrotondando così l'ultima manciata di secondi.
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Gli esercizio e i consigli di cui sopra, potranno sembrare alquanto strani, ma permettono attravero il rilassamento, di conoscere meglio il nostro corpo e le nostre sensazioni, permettendoci di affronare meglio le battute di caccia in apnea, soprattutto nel caso di difficoltà o imprevisti, per esempio al sopraggiungere di una corrente troppo forte, in seguito ad un tuffo effettuato a profondità eccessiva oppure se si manifestano sintomi legati allo stress e all'ansia.
Scritto da WILLY DI APNEATEAM.INFO
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