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Cod Art 0609 | Rev 00 | Data 13 Giu 2013 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

 

IL TONNO ROSSO DICHIARA GUERRA AI PESCATORI!!!

Quando c'erano realmente tanti tonni nel mar Ligure, Bertolotti scriveva: "La pesca del tonno è peregrino spettacolo allo straniero..."

 

Daniel Pauly ha proprio ragione! Ogni qualvolta una specie torna a popolare un mare, il mar Ligure in questo caso, si è portati a pensare all'eccezionalità del caso, mentre non si pensa mai al fatto che potrebbe invece trattarsi della normalità assoluta.
Meno di un secolo fa il mar Ligure, come altre zone del Mediterraneo, per esempio l'Adriatico, pullulava di banchi di tonni al seguito dei grandi assembramenti di acciughe; i tonni a loro volta erano seguiti e predati dai grandi squali pelagici, sino al golfo di Trieste nell'Adriatico, lungo le coste della Toscana, della Liguria e della Sardegna nel Tirreno.

Ora un caso normale ha destato scalpore e meraviglia tra coloro che dovrebbero tutelare i pescatori, in particolare Lega Coop - Lega Pesca Liguria, che vorrebbe addirittura chiedere lo stato di calamità naturale. Ecco il comunicato di Barbara Esposito, di Lega Coop - Lega Pesca Liguria:

"Questi grossi pelagici danneggiano le reti degli operatori ittici e spesso provocano la totale perdita del pescato. Essendo lo stato di calamità una condizione conseguente al verificarsi di eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale, che causano ingenti danni alle attività produttive, Legacoop Lega Pesca Liguria ritiene che ci siano gli estremi per accogliere l’istanza".

E ancora:

"I pescatori si sono visti imporre vincoli dalla UE che, sebbene inadeguati alle caratteristiche morfologiche del nostro mare, hanno rispettato perchè imposti in virtù di una salvaguardia delle risorse marine. Il risultato di queste scellerate forzature, non basate su dati scientifici, è che il Mar Ligure è proprietà esclusiva dei tonni che non consentono ai pescatori di catturare altre specie ittiche".

Tante, troppe le incongruenze che si possono evidenziare nel comunicto di LegaCoop Liguria. Esaminiamone alcune:

- si sottolinea l'eccezionalità di un evento che eccezionale non è, ma questo è un punto importante per LegaCoop sul quale occorre insistere, perchè solo così potranno esserci gli estremi per accogliere l'stanza di calamità naturale. Ricordiamo invece che il tonno rosso frequenta normalmente, in questa stagione, le acque liguri. Si tratta del normale periodo di frega della specie, quel periodo noto come "dei tonni di corsa", impegnati ad alimentarsi e ad accoppiarsi in tutta la zona del Mediterraneo centrale (le acque delle isole Baleari, della Sardegna, della Sicilia, della Liguria e dell'Adriatico centro-meridionale);

- si sottolinea l'eccezionalità di un evento che anno dopo anno si ripete; non è la prima volta che LegaCoop e altre associazioni di categoria tentano la carta della "calamità naturale", questo accadde anche quando le quote sul tonno rosso erano meno restrittive e a tutto vantaggio dei pescatori. Palese il fatto che, al di la delle quote stesse, l'intento è quello di pescare, ridicolizzando le norme a tutela delle specie ittiche;

-si sottolinea l'inadeguatezza delle norme a tutela del tonno rosso, adducendo motivi banali per non dire ridicoli. Le norme sarebbero inadeguate alle caratteristiche morfologiche del mar Ligure; chi si esprime in tal modo non può che essere privo delle necessarie conoscenze di base di tipo giuridico-normativo e protezionistiche. Per esempio, nessun vincolo della UE è espresso sulla base delle caratteristiche morfologia di un mare, di un territorio o di un ecosistema; piuttosto si tratta di vincoli (a volte anche discutibili), basati su evidenze scientifiche e, nel caso del tonno rosso, la specie è davvero in pericolo in tutto il mondo (la bibliografia è sterminata). Inoltre il tonno rosso necessita di una protezione globale, in tutto il suo areale di distribuzione e, quindi, dall'Atlantico al Mediterraneo. Il mar Ligure non fa eccezione e non si comprende perché dovrebbe essere il contrario se non solo ed esclusivamente per ragioni economiche;

- la signora Esposito scrive che "il tonno del mar Ligure è molto goloso ed è un bestione da 150 Kg". Qui emergono atteggiamenti antropocentristi e scarse conoscenze della biologia della specie. Non esiste un tonno rosso del mar Ligure. Si tratta della stessa specie dell'Atlantico che a primavera attraversa lo stretto di Gibilterra per portarsi, come gia scritto, nelle zone del Mediterraneo centrale. Un peso di 150 Kg per un tonno rosso non è neanche eccezionale, dunque inutile calcare la mano su una caratteristica che dovrebbe incutere chissà quale timore e dunque amplificare il pretesto per cacciarlo ed eliminarlo dal mar Ligure. La sua fame eccessiva dovrebbe far riflettere delle menti raffinate, senza esitare ulteriormente, altrimenti si rischia il collasso della pesca. Collasso, purtroppo, determinato da noi esseri umani e non dal tonno, considerato amico sino a pochi anni fa, quando è stato comodo e nemico adesso, perchè tenta di riprendersi il suo posto nell'ecosistema marino dal quale è stato scalzato.

- la signora Esposito scrive anche di "scellerate forzature, non basate su dati scientifici"; i criteri protezionistici sul tonno rosso sono invece avallati da dati scientifici coerenti e mai messi in discussione o smentiti. Piuttosto, affermare che vi sono troppi tonni nel mar Ligure è sicuramente antiscientifico, poiché non risulta da nessun censimento, ma si tratta in realtà delle testimonianze dei pescatori che per ovvie ragioni si trovano a dover competere con dei pesci (i tonni) per le stesse risorse.
Sempre la stessa storia; abbiamo massacrato la foca monaca, i simpatici tursiopi e le tartarughe marine perchè colpevoli (vero o falso che sia) di mangiare pesci, come se fossero Cosa Nostra.

Dunque i tonni sono i veri padroni del mar Ligure? Avrebbero addirittura dichiarato guerra ai pescatori? Così sembra, leggendo i vari contributi, totalmente acritici, nella solita catena del copia_incolla, sempre privi di particolari ed ulteriori verifiche, in merito sia allo stato degli stock ittici che alla loro reale consistenza (per esempio qui - e per fortuna che trattano di ecologia - ; qui, strano sito che fa dell'antropocentrismo la sua bandiera e che tratta l'ecologia come un'ideologia e non come scienza pura).

BREVE RIFLESSIONE
Sottoposto a prelievi ben al di sopra dei massimi consentiti, il tonno rosso è numericamente in calo ovunque nei mari del mondo. Difficile pensare che possa riprendersi dagli eccessi dell'overfishing in tempi relativamente brevi.
Eppure, ci sono ancora intere categorie che negano il problema, negano i dati a supporto del problema definendoli superficiali, incompleti, non conclusivi e, nel dubbio è e sarebbe utile continuare a pescare per non affossare l'economia.
In sintesi, le lezioni del merluzzo dell'Atlantico, della sardina del Perù, della sardina dei nostri mari non servono (e non sono servite) a nulla. Intere economie locali di pescatori hanno perso tutto nel giro di pochi anni, solo perchè non hanno nemmeno tentato di pescare meno.
Sarebbe utile, lo scriviamo da anni, cominciare a gestire la pesca in modo moderno, svincolata da sovvenzioni e contributi economici, utili solo a mantenere lo stato sociale ma incapaci di risolvere minimante le troppe problematiche della pesca; sarebbe utile adottare criteri di gestione e di protezione degli stock, smettendo di "fare la guerra" agli enti che si occupano scientificamente di pesca e sovrapesca; sarebbe altrettanto utile smettere di "far finta" di aiutare l'economia della pesca con comunicati come quello diffuso da LegaCoop - LegaPesca Liguria, i quali hanno un effetto immediato e di rassicurazione sulle categorie dei pescatori, che si sentono tutelati oggi, nell'immediato, ma che saranno inevitabilmente soli nel medio e nel lungo periodo, quando i danni saranno irreparabili. Occorre anche formare il pescatore medio, ormai privo delle conoscenze di base mirate alla tutela e alla gestione delle stesse risorse che permettono alla sua categoria di prosperare.
Abbiamo gia catturato un incredibile numero di tonni, non siamo abituati a vederne (relativamente) tanti nei nostri mari e, se questo accade, si pensa subito all'invasione e soprattutto al modo di trasformarne la presenza in soldoni, tanti soldoni perchè si sa, l'interesse principale non è la tutela del tonno rosso, ma la possibilità di commercializzarlo, magari congelato, verso il ricco mercato orientale.

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