LO SQUALO SALMONE
Classe: Chondrichthyes
Sottoclasse: Elasmobranchii
Ordine: Lamniformes
Famiglia: Lamnidae
Genere: Lamna
Specie: ditropis
Nomenclatura binomiale: Lamna ditropis, Hubbs & Follett, 1947.
Sinonimi: Isurus nasus (non Bonnaterre, 1788); Lamna cornubica (non Gmelin, 1789).
Nomi comuni e vernacolari: squalo salmone (Ita), salmon shark (USA), mackerel shark (Can), porbeagle (UK), squale-nez, taupe de mer (Fra), Atlantischer heringshai (Ger), nezumizame (Jpn), k'wet'thenéchte (linguaggio Salish), calderón, ludia, marraco (Spa).
Continuiamo il nostro excursus nel mondo degli squali, passando in rassegna un’altra specie appartenente a questo fantastico gruppo di predatori, con una monografia oggi dedicata allo squalo salmone.
Lamna ditropis, dal greco Lamia, nome dell’antica regina libica figlia di Zeus, che ebbe in dono la capacità di togliersi gli occhi e rimetterli a piacimento, che divenne poi divoratrice di bambini, e ditropis, ovvero doppia carena, per via della doppia carenatura della pinna caudale. Noto da tempo dagli indiani della costa ovest nord occidentale, con il nome di k'wet'thenéchte, è stato descritto dalla scienza ufficiale solo da poco più di 50 anni.
Il suo nome anglosassone, salmon shark, indica appunto che ha a che fare con i salmoni (qui un articolo sul suo parente dell'Atlantico), le sue prede preferite, almeno in primavera.
Diffuso nelle gelide acque del Pacifico settentrionale, dall’Alaska al Giappone (sea of Japan, sea of Okhotsk), sino alla Corea del Nord, è stato recentemente segnalato anche a largo di baia California. Il suo areale è delimitato dalla isoterma dei 20°C, dunque è una delle poche specie di squalo di acque fredde.
Nel suo habitat si pone all’apice della rete trofica, ma in alcune aree si trova a dover condividere le sue prede con lo squalo bianco, non raro in Alaska, e con le orche. Queste ultime possono costituire persino un pericolo per lo squalo salmone, poiché esso non risulta essere abbastanza scaltro da poter sfuggire ai repentini attacchi sferrati dagli abili cetacei.
Nei mesi estivi, centinaia di esemplari di squalo salmone si raccolgono presso i fiordi della baia Principe Guglielmo, a caccia dei salmoni che sono obbligati a transitare da quelle parti per la riproduzione. La zona è presa d’assalto da altri predatori, come le orche e i leoni marini, per cui la competizione alimentare si trasforma spesso in una guerra cruenta tra predatori.
Da terra invece, si possono osservare gli orsi bruni attaccare i salmoni, che non riescono ad avere pace nemmeno lungo le rive. Tutto accade principalmente nel mese di luglio, dove migliaia di salmoni attendendo la marea favorevole per risalire i fiumi che li videro nascere tempo prima, per giungere finalmente nei luoghi di frega e riproduzione. Molti però, non raggiungeranno l’agognata meta, e un salmone su quattro cadrà vittima nelle fauci dello squalo. Sembra che i salmoni, appena giunti nei fiordi, intuiscano la presenza degli squali, pur non essendo in grado di vederli. Per difendersi, mettono in atto un comportamento innato assai bizzarro, balzano fuori dall’acqua ad intervalli regolari, quasi a voler prevenire gli attacchi che gli squali portano dal basso verso l’alto, una strategia efficace a metà, nel senso che "funziona" nel 50% degli attacchi.
Gli squali si mimetizzano perfettamente nell’ambiente, favoriti anche dalla scarsa visibilità delle acque in corrispondenza degli estuari. Inoltre, lo squalo salmone se la cava bene anche nelle gelide acque della costa del nord ovest; la sua agilità e rapidità, gli permettono di avere successo nella caccia al salmone e, al contempo, di sfuggire, anche se non sempre, ad altri predatori.
Essere agili in acque fredde, risulta possibile solo mantenendo una temperatura corporea maggiore dell'acqua circostante, e lo squalo salmone non dispone ne della pelliccia degli orsi, ne delle riserve di grasso dei grandi cetacei. Ma lo squalo salmone dispone della rete mirabile, un insieme di arterie e vene che si trovano vicinissime le une alle altre, in grado di scambiarsi calore, attraverso le pareti dei vasi. In questo modo, si attua un gradiente di temperatura tra i flussi sanguigni arteriosi e venosi controcorrente, che consente allo squalo salmone di mantenere una temperatura corporea superiore anche di 10 °C a quella dell'ambiente circostante.
Il metabolismo dello squalo salmone dunque, è tale da richiedere cibo regolarmente e in abbondanza, e proprio nella stagione calda, quando le prede abbondano, esso da il meglio di se. Come detto, un gran numero di esemplari si radunano presso le foci e gli estuari. I grandi gruppi tuttavia, non sembrano affatto organzzati, anzi ognuno agisce autonomamente; essi si adagiano sin quasi sul fondo, un po' come fanno gli squali bianchi e, individuata la preda, non la perdono più di vista e dopo poco tempo, sferrano l’attacco verticalmente, dal basso verso la superficie, compiendo dei balzi spettacolari.
Dopo le orche, gli squali sono i predatori più grandi delle acque della costa ovest del nord America; i maschi possono raggiungere i 3 metri di lunghezza, le femmine dimensioni anche maggiori. Le dimensioni, la possenza e le caratteristiche predatorie, fanno si che lo squalo salmone possa essere pericoloso per l’uomo, anche se gli incontri sono rari, dal momento che la temperatura media della zona ove la specie è maggiormente presente è decisamente bassa, abbastanza da scoraggiare un bagno.
CENNI DI BIOLOGIA DELLO SQUALO SALMONE
Lo squalo salmone è un pesce energico e potente. La sua silouette ricorda un pò quella del tonno, anche se spesso in acqua è confuso con lo squalo bianco. Il muso è tozzo e massiccio, quasi conico. Le fessure branchiali sono lunghe e la colorazione del dorso varia dal nero al grigio-blu. Il ventre è chiaro e negli adulti sono presenti, a volte, delle macchie scure su entrambi i lati (immagine qui sotto).
La specie è ovovivipara e le femmine, che raggiungono la maturità attorno agli otto anni, quando raggiungono i tre metri di lunghezza, danno alla luce, in primavera, da due a sei piccoli, lunghi tra i 40 e i 50 cm. I maschi maturano quando raggiungono 180 cm. di lunghezza.
La specie è migratrice stagionale. Durante l'inverno le popolazioni sembrano suddivise in base al sesso e i maschi sono comuni nella parte ovest del Pacifico, le femmine nella parte est. D'estate, le popolazioni si raggruppano lungo le coste, e si segregano in base al sesso e all'età. In genere gli adulti si spostano più a nord rispetto ai giovani.
Lo status dello squalo salmone, sebbene molti riportano che non sia una specie in pericolo, è in realtà sconosciuto; i dati sono carenti e soprattutto mancano quelli relativi alle catture accessorie da parte dei pescatori professionali e alle catture accidentali da parte dei pescatori sportivi. Purtroppo questi ultimi sono restii a rilasciarli e spesso arpionano il povero animale, uccidendolo. Tra i pescatori sportivi, purtroppo, mancano le competenze riguardo alla gestione della cattura, ovvero la maggior parte di essi non conoscono le tecniche per liberare l'animale, oppure si lasciano prendere dallo spavento e dunque, piuttosto che tentare di liberarlo o tagliare la lenza, lo sopprimono.
BIBLIOGRAFIA
- Compagno L. - Sharks of the World. Princeton University Press.
- Hubbs, C. L. and W. I. Follett 1947 - Lamna ditropis, new species, the salmon shark of the North Pacific. Copeia 1947 (no. 3): 194.
SITOGRAFIA
Questo articolo è protetto da Copyright © e non può essere riprodotto e diffuso tramite nessun mezzo elettronico o cartaceo senza esplicita autorizzazione scritta da parte dello staff di BiologiaMarina.eu.
Ideazione: Pierfederici Giovanni - Progetto: Pierfederici Giovanni, Castronuovo Motta Nicola.
Prima Pubblicazione 31 Lug 2006 - Le immagini dei Collaboratori detentori del Copyright © sono riproducibili solo dietro specifica autorizzazione.
Si dichiara, ai sensi della legge del 7 Marzo 2001 n. 62 che questo sito non rientra nella categoria di "Informazione periodica" in quanto viene aggiornato ad intervalli non regolari
XHTML 1.0 Transitional – CSS