EVENTI
RESOCONTO SLOW FISH 2009
Durante l’esposizione a Genova dello Slow Fish 2009 terminata il 20 Aprile, e che ha avuto un successo meritato per l’importanza della manifestazione che ha visto volti noti e meno noti del settore e coinvolto numerosi paesi esteri. Naturalmente la manifestazione ha visto primeggiare il nostro territorio, con la tradizione del pescato e della tecnologia che la pesca oggi sa offrire grazie alle importanti flotte pescherecce di cui disponiamo. Abbiamo notato la presenza di molti giovani a questo evento, segno che l’amore per il mare e il pesce come alimento non riguarda solo un pubblico adulto, ma coinvolge sempre maggiormente gli adolescenti, ed è proprio da loro che bisogna partire con opere di sensibilizzazione e di educazione ambientale per la tutela non solo dell'ambiente marino, ma di tutto quello che ci circonda iniziando anche dalle nostre città.
Durante la manifestazione, si sono svolti numerosi convegni sulle problematiche della pesca e del consumo del pescato con laboratori veri e propri, su come consumare, pulire e riconoscere il pesce fresco da quello un po’ più "datato".
Quello che abbiamo potuto costatare è che una volta il nostro mare era una ricca fonte di prodotti ittici. Il prodotto era esportato nei mercati Europei e non solo. Ora la tendenza si è invertita. I mercati principali dove si raccoglie il pescato oltre a quello del nord est Italiano, passando per Milano, vedono sempre di più la presenza di pesce e specie invertebrate, provenire dai mercati esteri, in particolar modo America, Asia e Africa, Mare del Nord, Australia, con la problematica che non sempre si riesce a risalire alla tracciabilità dello stesso prodotto.
I controlli non sempre sufficienti e svolti a campione, non riescono a garantire quella sicurezza che impone la legge sulla freschezza e il tipo di prodotto che è dichiarato sulle confezioni. Molti prodotti importati a filetto, quindi con carne già preparata e sfilettata, non possono agli occhi meno esperti, rivelarsi per quello che sono.
Molte sono le frodi che le autorità preposte riescono a scovare controllando e stabilendo che un filetto dichiarato ad esempio come sogliola è in realtà un altro tipo di pesce meno pregiato e proveniente da un altro paese. Quindi è emerso che dobbiamo imparare a consumare meno filetto pronto e più pesce intero, in modo da sapere con certezza il tipo di pesce che ci troviamo a manipolare.
In sostanza ora i nostri mercati sono invasi da prodotti esteri, mentre una volta erano i prodotti del Mediterraneo a spopolare sulle nostre tavole e sui mercati. Nasce quindi la necessità di informare e educare a consumare i nostri prodotti Mediterranei, conoscendo le specie tipiche che normalmente troviamo sui banchi del pesce.
Sono state affrontate altre tematiche delicate, come la pesca di frodo e l'overfishing, il cui scopo era quello di sensibilizzare i professionisti del settore a rispettare le regole comunitarie, in particolar modo il fermo biologico durante la riproduzione dei pesci, una fase importantissima che tutela i banchi e le varie specie ittiche dando la possibilità al mare di ripopolarsi e garantire un futuro a tutto l’ecosistema marino. Il Mediterraneo in alcune aree non gode di buona salute, è fondamentale allora capire l’importanza di preservare la natura del mare stesso, non inquinando e partendo da una cultura conservatrice già dalle città e dai litorali Italiani, a garanzia di un futuro prospero per le specie marine e per l’uomo.
Noi di BiologiaMarina.eu affermiamo questi principi e siamo favorevoli alla salvaguardia dell’intero settore della pesca e della maricoltura, consapevoli che se educhiamo e sensibilizziamo, certamente partendo dai più piccoli ad amare questo mondo, esplorando e vivendo a contatto con esso, siamo sicuri che avremo a lungo termine dei risultati positivi in ogni posto del globo dove ci recheremo. Con il nostro sito, cerchiamo di trasmettere questa consapevolezza e ci auguriamo che molti siano quelli disposti a stare alle regole.
COME RICONOSCERE IL PESCE FRESCO
Non è così difficile come sembra riconoscere il pesce fresco, la cosa importante è cercare di capire che cosa abbiamo davanti, utilizzando almeno tre sensi.
Leggiamo questi consigli per conoscere e capire se un pesce è fresco oppure no. Quanti di noi riescono a stabilire se un prodotto è sul banco del pesce da troppo tempo per non essere scelto e consumato?
Non è così difficile come sembra riconoscere il pesce fresco, la cosa importante è cercare di capire che cosa abbiamo davanti cercando di utilizzare almeno 3 sensi.
L’olfatto: il pesce fresco deve avere un odore tenue e salmastro, deve ricordare il mare, non deve mai emanare cattivo odore.
La vista: osserviamo bene gli occhi, devono essere vivi, con la cornea trasparente e lucida. Gli occhi non devono essere mai infossati.Diffidiamo da subito dei pesci privi degli occhi o della testa! Il pesce fresco deve, inoltre, avere un colore iridescente, quasi metallico. Le branchie devono avere un colore rosso o rosaceo e devono essere umide. Le scaglie, tranne che per alcuni pesci come, ad esempio i cefali le cui scaglie si staccano facilmente anche quando è fresco, devono essere brillanti e aderire al corpo che deve essere rigido o arcuato. Le costole e colonna, poi, devono essere aderenti alla parete addominale e ai muscoli dorsali.
Il tatto: innanzitutto il pesce, se fresco, ha una carne soda ed elastica. Per verificarlo provate a premere sul pesce con un dito, se levandolo rimane l’impronta significa che non è fresco. Il corpo, inoltre, deve essere rigido e mettendolo in verticale non deve afflosciarsi. Questo è dovuto hai muscoli che dopo la morte rimangono contratti (rigor mortis).
Non ci resta che augurarvi Buon Appetito!
Questa bella grigliata di pesce Mediterraneo è la sintesi del nostro amato mare, che abbiamo gustato dopo una battuta di pesca.
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