L'ORIGINE DEI FUNGHI
Potrà sembrare strano e fuori luogo scrivere di funghi in un sito di biologia marina, infatti spesso i funghi sono associati ad ambienti ed ecosistemi diversi e particolari, ad esempio zone montane e boschive, ambienti quindi ben lontani, come tipologia, da quelli marini in generale; ma non tutti sanno che anche loro presentano una storia evolutiva curiosa e particolare e, come vedremo in seguito, legata proprio all'ambiente acquatico.
In un nostro recente articolo, abbiamo trattato gli ecosistemi delle torbiere rimarcando, in particolare, l'importanza che esse ricoprono come bioindicatrici di specie vegetali e di conseguenza dei climi che si sono alternati nel passato. Fra le varie inclusioni che si celano tra i loro sedimenti, oltre a spore, polline e quant'altro, vi sono testimonianze anche di funghi, certo non i funghi come li intendiamo noi, trattasi infatti di funghi microscopici e legati tramite simbiosi micorrizia a diversi tipi di piante acquatiche, il più delle volte ormai estinte. Le micorrize sono associazioni simbionti che si stabiliscono tra una pianta e diversi taxa di funghi.
Ed è proprio dalle torbiere fossili che ha inizio la loro lunga storia evolutiva e la loro genesi.
Ricordo, a questo proposito, che le micorrize si suddividono in ectotrofiche (immagine a lato) ed endotrofiche: le prime si sviluppano su radici e alberi, formando una rete di filamenti e, alcune, vistosi corpi fruttiferi (carpofori) anche ipogei (per esempio i tartufi); i filamenti delle micorrize ectotrofiche non penetrano mai le cellule vegetali. Le micorrize endotrofiche si sviluppano all'interno delle radici e non sono visibili ad occhio nudo. In questo caso le ife penetrano le cellule vegetali senza tuttavia danneggiarle. Sono molto diffuse nei boschi freddi e temperati e trasferiscono i prodotti della decomposizione delle lettiere di foglie alle piante con cui entrano in simbiosi.
Sebbene i resti fossili più antichi possano risultare difficili da interpretare e catalogare, e ciò è dovuto anche al fatto che i funghi hanno un corpo molle e dunque fossilizzano con estrema difficoltà, gli studiosi sono concordi nell'affermare che questo gruppo di organismi è molto antico, nonostante possano basarsi unicamente sull'esame di poche ed elementari strutture.
Molto interessante la scoperta scoperta effettuata all'inizio del secolo scorso in un giacimento di torba ubicato nei pressi di Rhynie, una località scozzese i cui sedimenti sono datati ben 350 milioni di anni fa. Trattasi di una palude del periodo Devoniano medio, in cui si è perfettamente conservata una flora fossile di particolare interesse. Le piante palustri portate alla luce a Rhynie, sono quasi tutte molto diverse da quelle conosciute all'epoca, sebbene anch'esse possedevano tessuti conduttori simili, producevano spore e possedevano strutture tuberose a livello delle radici. Ma il fatto più interessante è che quando gli studiosi esaminarono i loro rizomi al microscopio, fecero un'ulteriore strabiliante scoperta: contenevano dei miceli fungini. I fossili di Rhynie si sono conservate fino a noi grazie alla silicizzazione, processo ove le componenti organiche sono state sostituite dalla silice proveniente da sorgenti termali residue di attività vulcaniche, ubicate nelle vicinanze. La conservazione di questi reperti fossili è quindi avvenuta in vene di selce (dette chert), all'interno dei sedimenti circostanti.
Alcune tra le piante presenti in questo giacimento presentano tracce fungine. Tra queste ricordiamo l'Aglaophyton, pianta pseudovascolare molto primitiva con cellule di conduzione simili a certi muschi. Non aveva foglie ne radici. Oppure l'Horneophyton, pianta vascolare con sporangi ramificati, biforcati e tessuto vascolare solo parzialmente distribuito lungo gli steli. In entrambe le specie sono stati ritrovati dei funghi microscopici appartenenti al gruppo dei chitridi (dal greco chytridion, che significa piccola pentola).
Appartengono a questa divisione di funghi specie acquatiche, parassiti di alghe flagellate e di diversi tipi di vegetali. I chitridi presentano ife cenocitiche (organizzazione cellulare con più nuclei, che derivano o dalla divisione di un nucleo iniziale o dalle fusione di più cellule) o scarsamente settate e spore uniflagellate (zoospore). Sono saprofiti primitivi, infatti degradano chitina e cheratina.
L'evoluzione dei funghi prosegue anche nel successivo periodo dell'era Paleozoica, infatti nel Carbonifero, circa 300 milioni di anni fa, si segnalano ritrovamenti di funghi arcaici basidiomiceti, ascritti al genere Archagaricon e provenienti da Northumberland (Inghilterra), sede, tra l'altro, di importanti giacimenti di carbone; inoltre, varie forme peduncolate, formanti mensole con corpo fruttifero a forma di favi e con pori ascritte al genere Polyporus, si ritrovano nei terreni terziari del deserto libico. Anche l'Italia annovera una testimonianza del genere, più precisamente in Veneto, nel famoso giacimento del torrente Chiavon (VI), appartenente al periodo Oligocenico medio (circa 30 milioni di anni fa); è stato ritrovato il primo esemplare che si conosca di Agaricus fossile. Non è certamente da escludere, inoltre, che si possano ritrovare nel prossimo futuro degli esemplari fungini in depositi di torba, nei vari paleolaghi esistenti in alcune località fossilifere di vari periodi, appartenenti alle ere Cenozoiche e Neozoiche.
Curiosità e interesse scientifico, ha suscitato ultimamente il ritrovamento di rare specie di funghi inglobate in resine fossili e in ambra. Con il termine ambra si identifica la resina fossilizzata di alberi oggi estinti che, colando dai fusti di quest'ultimi, inglobava tutto quello che incontrava nella sua discesa verso il basso, tra cui insetti, muschi, foglie e fiori, ma anche rari funghi. In seguito, la resina si solidificava attraverso vari passaggi e processi chimici e fisici che, nel complesso, prendono il nome di amberizzazione, conservando fino a noi come in uno scrigno, tutti i resti organici del passato. A questo proposito, ultimamente anche su internet è presente un campione d'ambra, con incluso un fungo basidiomicete, la cui valutazione monetaria, tra l'altro, è molto alta.
Una curiosità: alcuni funghi appartenenti alla divisione Chytriodiomycota (funghi flagellati) sono stati descritti grazie all'osservazione di alcuni denti fossili appartenenti a rinoceronti, ritrovati in paludi mioceniche tedesche, i quali presentavano dei passaggi e dei solchi scavati appunto da funghi filamentosi che, dopo la morte dell'animale, si insediavano sulla loro sostanza dentaria.
Concludendo possiamo affermare che i funghi sono organismi eucarioti, come le alghe e come loro mostrano una grande quantità di forme, dalle unicellulari alle filamentose, oltre a forme di grandi dimensioni e, come le alghe, i funghi potrebbero avere dei caratteri in comune, al punto che alcuni autori propongono un progenitore comune finora sconosciuto dal quale, in seguito, avrebbero preso entrambi strade evolutive diverse.
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