DIDATTICA PER LE SCUOLE
UNA GIORNATA ALL'OASI BOZA DI CASSANO MAGNAGO
In molti territori del nostro paese, sono presenti delle Oasi Naturali, dove trovano rifugio animali migratori e animali stanziali che si stabiliscono agevolmente in questi piccoli paradisi protetti. Spesso, al loro interno si trovano dei piccoli stagni o dei laghetti, che si formano grazie alla tipologia particolare del terreno che raccoglie l’acqua piovana, oppure grazie alla presenza di falde sotterranee.
Questi piccoli ambienti si trovano spesso vicino alle città, ma anche in luoghi più isolati e sono sopravvissuti nonostante la mole di costruzioni che spesso li corcondano. Da cui il termine "oasi", coniato per enfatizzare il loro aspetto naturale e rigoglioso, in mezzo ad un territorio fortemente antropizzato. In questo breve articolo vi segnaliamo un oasi adiacente ad un centro urbano nel territorio di Cassano Magnago (VA), dove è possibile ammirare un ambiente che ospita molteplici forme di vita, osservabili da chiunque voglia trascorrere momenti di relax e, magari, fotografare specie migratorie durante le diverse stagioni dell’anno. La seguente relazione è stata redatta da Ottavio Luoni, residente nel territorio e conoscitore dell’Oasi Boza.
Ubicata a nord dell’abitato urbano di Cassano Magnago in provincia di Varese, è situata in una zona umida protetta naturale di circa 4 ettari, di proprietà dello stesso Comune. Al centro dell’area in questione, vi è uno stagno posto sulla cima di una collina morenica di origine antropica; infatti, è ciò che rimane dell’estrazione di argilla (silicato idrato di alluminio con ossidi di ferro), usata per la produzione di laterizi da una vicina fornace, la cui attività lavorativa è cessata nel 1979. Grazie al terreno che in quel punto è impermeabile (difatti è costituito da ghiaie alterate e da argille sabbiose rosse, ferrettizzate), l’acqua piovana si è depositata nel corso degli anni nella conca adibita all’estrazione dell’argilla e così si è formato uno specchio d’acqua, che ha subito una colonizzazione da parte di specie animali e vegetali. In seguito sono stati messi a dimora piante tipiche di ambienti umidi e di boschi mesoigrofili (ad esempio l'ontano nero, il pioppo nero, il salice bianco). Sulle rive dell’invaso sopra descritto, si possono osservare le caratteristiche canne di palude (Phragmites communis) nonché la mazzasorda (Typha latifolia) ed alcuni fiori legati all’ambiente umido, quali ad esempio la salterella (Lytrhum salicaria), la mazza d’oro minore (Lysimachia nummularia), la saggitaria (Sagittaria sagittifolia), l’epilobio (Epilobium hirsutum). Nelle acque stagnanti si possono osservare alcune Ninfeacee quali il nannufero (Nuphar Lutea) dai bei fiori gialli e le ninfee (Nymphaea alba).
Le specie ittiche osservate, sono principalmente pesci gatto, gobbi, e carpe; presenti poi le tartarughe dalle orecchie rosse (specie introdotta illegalmente) oltre a rane e rospi.
Le osservazioni micologiche sono state compiute dopo svariati sopralluoghi negli anni 2005, 2006 e 2007. Sono stati censiti i seguenti funghi: Xerocomus rubellus, Sclerodermia verrucosum, Panus tigrinus, Armillaria mellea, Vascellum pratense, Psathyrella candolleana, Tubarla hiemalis, Marasmius oreades, Lepiota cristata. Questi dati sono stati inseriti nel censimento generale della provincia di Varese, curato dall’Associazione Micologica Bresaola, Sezione di Varese. La lista è a carattere informativo. Non tutti i funghi citati sono commestibili. Le osservazioni in loco continueranno anche in futuro.
La descrizione di Ottavio, ci aiuta a capire quanto sia importante la valorizzazione e il mantenimento di questi luoghi, anche quando inseriti in un contesto urbano e quindi ancor più apprezzabili per il valore naturalistico che racchiudono. Noi di BiologiaMarina.eu siamo stati a visitare l’area lo scorso inverno, per ammirare un ambiente assopito e tranquillo, con la visione di diverse coppie di germano reale (Ans Platyrhynchos) e di una coppia di folaga comune (Fulica atra). La testuggine dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans), specie ora protetta e non più venduta in Italia, è stata sicuramente introdotta illegalmente oppure abbandonata nel laghetto da persone poco lungimiranti, all’interno della quale hanno trovato un ambiente ideale per riprodursi. Essendo originarie dei laghi orientali degli Stati Uniti d’America, non temono certo il nostro clima. Naturalmente se non si controlla la popolazione di questi rettili, la fauna del lago potrebbe subire un declino, in particolare le specie ittiche e gli anfibi sono quelle più esposte. Il bosco attorno allo stagno, era anch’esso assopito e con i colori invernali, e popolato da svariate specie di uccelli. Un percorso interessante, che trova facile accesso tramite sentieri attorno al laghetto principale prima per poi proseguire infilandosi nel bosco, dove si dirama il secondo braccio d’acqua, diviso dal primo da una folta vegetazione di canne palustri.
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