DIDATTICA PER LE SCUOLE
GLI ANIMALI MARINI PERICOLOSI
Molti pericoli si nascondono nei mari, specialmente in quelli tropicali ma anche nel mare di casa nostra.
Sono diversi i vertebrati e gli invertebrati che possono causare danni alla nostra salute ed in alcuni casi possono portare alla morte. Invertebrati come coralli, conchiglie e anemoni, vertebrati come pesci, razze ecc.. spesso vengono avvicinati inconsapevolmente. Alcuni di questi, solitamente fuggono, sono diffidenti ed evitano di avvicinarsi troppo a noi. Classico esempio sono gli squali, le razze, le murene, i barracuda, ecc. Se si scatenano degli attacchi, normalmente sono causati dalla nostra imprudenza. Le lesioni che possono provocare alcuni animali, che per fortuna il più delle volte sono guaribili in poco tempo, si traducono con eritemi della pelle o semplici punture pur sempre dolorose e che persistono anche per più giorni, e raramente si rivelano fatali.
Cominciamo con la regola d’oro che afferma meglio guardare e non toccare, specialmente quando non si conosce chi o cosa abbiamo davant.. Alcuni animali possono causare gravi problemi, non soltanto al sub ma anche al pescatore della domenica o al bagnante incauto. Tralasciando gli squali che meritano un discorso a parte, sappiamo che alcune meduse possono provocare eritemi seri come abbiamo già visto, le murene coi loro denti aguzzi possono tranciare un dito, i barracuda anche loro con denti aguzzi sono predatori a volte pericolosi, il loro habitat originario quello dei mari caldi, li trova ora adattati benissimo nel Mediterraneo.
I pesci pericolosi del nostro mare
Il più pericoloso anche fra i pescatori è lo scorfano. Possiede sul dorso delle spine che si trovano sulla pinna dorsale o “cresta” che l’animale apre a raggio. Sfiorati da queste pinne veniamo punti dalle spine con conseguenze a volte fatali per chi è allergico alla tossina liberata. Gli ospedali delle zone costiere solitamente sono attrezzati per tali evenienza. Lo scorfano si utilizza specialmente per le zuppe di pesce ed è molto saporito. La comune spigola, se maneggiata incautamente vicino alle branchie può far male, possiede dei “rasoi” ai margini della regione branchiale molto dolorosi, anche la pinna dorsale può causare problemi essendo spinosa. La tracina è anch’essa pericolosa per via delle spine sulla parte branchiale. Il gronco ha il sangue “tossico”, e prima di prepararlo in cucina occorre lasciarlo spurgare assicurandosi che sia pulito per bene. Questi sono alcuni degli inconvenienti che possiamo incontrare nel mare Nostrum.
Pericoli ai Tropici
Conus
Amate collezionare conchiglie? Vi piace cercare fra le rocce la preferita per la vostra raccolta? Attenzione ai Conus. Premesso che, in ogni modo non bisogna raccogliere nessuna specie vivente e non vivente dai mari di tutto il mondo, i Conidi sono splendide conchiglie con una livrea maculata. Sembra di toccare il marmo, e solitamente siamo abituati a vederle, forse senza conoscerle, sui banchi dei collezionisti, bella lucida e ripulita dai detriti e dalle incrostazioni. La specie più pericolosa è C. geographicus. Ha la caratteristica di avere una freccia acuminata al suo interno che l’animale scocca quando si sente minacciato o per offesa. La freccia contiene un veleno sufficiente ad uccidere un uomo. Non c’è antidoto e a volte la freccia riesce a penetrare il neoprene o il guanto di un sub. Sono diverse le colorazioni che essa può assumere per via dei detriti e delle incrostazioni che spesso rivestono il guscio, quindi è importante individuare la forma a cono, prima di toccare una conchiglia. Esiste anche un’altra conchiglia velenosa, la Tenebra sempre a forma di cono, ma più allungato e sottile, dalla colorazione chiara e meno pericolosa del Conus, ma fastidiosa per il brutto ricordo che lascia se si toccano i barbigli che possiede.
Tenebra
Coralli
Corallo arborescente
Nell’acqua la nostra pelle si ammorbidisce ed il semplice sfregamento contro una superficie ruvida ci crea dei problemi come nel caso dei coralli. I coralli possono procurare graffi o tagli solo se sfiorati, ma ancor peggio se ci imbattiamo nel corallo di fuoco ci procura una vera e propria ustione, come se ci fossimo scottati. Un forte bruciore seguito da un eritema sono le conseguenze di un incontro così spiacevole. All’apice del corallo di fuoco s’intravede solitamente una colorazione chiara, biancastra, il punto dove un contatto con la pelle rilascia la sostanza urticante. Questo tipo di corallo ha diverse forme, arborescente, ondulata, le specie più note sono Millepora platyphylla e Millepora dicotoma. Esistono anche gli Idroidi piumati (Lytocarpus philippinus), che somigliano a delle piantine piumate, e che sono urticanti al minimo contatto.
Ricci di mare
I ricci di mare si presentano di dimensioni e forme differenti e molti possono essere pericolosi. Vi è mai capitato di appoggiare un piede o una mano sopra un riccio di mare durante la vostra vacanza, anche nel mare di casa nostra? Fa male…vero? L’aculeo si spezza e può rimanere infilato nella carne, quindi va tolto con l’aiuto di un ago sterilizzato, disinfettando il tutto. Per fortuna quelli velenosi sono pochi e fra questi troviamo il riccio fiore, che può essere mortale anche per l’uomo. Normalmente come tanti ricci, si mimetizza sul fondale assumendo a volte strane colorazioni differenti, perché tende a raccogliere sul dorso frammenti di vegetazione, sedimenti del fondo marino e addirittura piccoli crostace. Le spine sono dei finissimi aculei e sono responsabili del rilascio del veleno. Essi somigliano agli spilli di un sarto infilati nel “porta spilli” di cotone.
Anche altri echinodermi come le oloturie (cetriolo di mare) possono essere urticanti per via dei barbigli che le ricoprono.
Riccio fiore
Il pesce pietra
Questo pesce parente dei comuni Scorfani e che troviamo anche nei nostri mari, è il pesce più pericoloso. Abile nel mimetizzarsi, raddoppia la sua pericolosità perché ci accorgiamo di averlo calpestato o toccato solo quando sentiamo un forte dolore. La puntura può essere mortale. Si consiglia l’uso di scarpette se si cammina fra le rocce anche in acque basse, o di utilizzare guanti se si ha l'intenzione di frugare tra gli anfratti rocciosi. A volte queste precauzioni non sono sufficienti. Fortunatamente contro il veleno del pesce pietra esiste un antidoto, e occorre essere veloci nell'intervento in caso di puntura.
Pesce pietra
Il pesce scorpione-leone
Parente anch'esso degli Scorfani, ha la caratteristica di avere degli aculei cavi velenosi sul dorso e alcuni sulla pinna anale collegati alla ghiandola velenifera. Solitamente preferiscono attivarsi verso l’imbrunire e la notte per andare a caccia. Durante il giorno rimangono al riparo sotto rocce, coralli o anfratti per riposare. La puntura è dolorosa, e può causare diverse manifestazioni, in base al grado della lesione, da una semplice ecchimosi o eritema alla necrosi della parte con mancanza di sensibilità della zona colpita anche per più giorni. Il rimedio immediato è quello di rimuovere parte degli aculei se sono rimasti nella carne e immergere l’area in acqua calda (40-45 °C), per ridurre il dolore e inattivare la tossina. Bisogna prestare attenzione nelle pozze di marea dove possono rimanere al riparo sotto le rocce individui giovani, in questo caso se ci avventuriamo alla scoperta degli animali che vivono in questa situazione è buona norma camminare sempre con scarpette di gomma. La colorazione di questi pesci varia, esistono individui anche nerastri.
Pesce scorpione
Serpenti marini
Serpenti provenienti dalla terra e adattati alla vita marina, vivono in acque calde tropicali e subtropicali. Alcune specie sono innocue, altre sono pericolose e mortali, come il Leticauda colubrina, dalla forma caratteristica con la coda leggermente schiacciata e usata come pinna caudale per il movimento. La testa è in proporzione più piccola di un serpente tipico, allo scopo di infilarsi meglio fra gli anfratti. Ha una colorazione a bande verticali nere e argentate chiare, alternate l’una dall’altra. Vive in ridosso della costa tendenzialmente in acque basse e caccia piccoli pesci fra i coralli, le rocce e le mangrovie. Il morso estremamente velenoso uccide all’istante la preda ed è molto pericoloso per l’uomo. Il suo veleno è 10 volte più potente di quello del Mamba nero. Esiste un serpente simile ma è innocuo, il Myrichthys colubrinus chiamato serpente Arlecchino. Questa specie ha una coda appuntita e dura che utilizza per nascondersi nella sabbia. Entrambe le specie sono più attive la notte, come molti altri predatori (esempio le Murene).
Leticauda colubrina
PESCI ALL’APPARENZA INNOCUI?
Esistono numerosi pesci che all’apparenza sembrano innocui ma di fatto qualche problema possono causarlo. I pesci chirurgo per esempio. Essi possiedono delle lame in prossimità della pinna caudale che al contatto con la nostra pelle possono procurarci fastidiosi tagli. Ci capita spesso di camminare in acqua bassa o di nuotare fra pesci di questo tipo che si avvicinano curiosi quasi per giocare. Mi capitò una volta che uno di questi mi sfiorò appena la pelle con la coda lasciandomi due tagli netti paralleli sulla gamba, le lame come rasoi incisero la carne per circa 3 mm di profondità. Altri pesci possono lasciare brutti ricordi, questo accade però se disturbati, mi riferisco esempio ai tonni, che possono procurare dei morsi dolorosi specialmente se ci avventuriamo in folti banchi. I tonni possiedono anche una coda tagliente da cui è consigliato stare alla larga. Pericolose anche le murene, infatti possono mordere e procurare ferite gravi, grazie ai denti affilatissimi e al fatto che poi non mollano la presa. I barracuda pericolosi per il loro morso possiedono denti affilati, possono essere attirati da oggetti che luccicano confondendoli per le scaglie argentate dei pesci, diventano specialmente minacciosi gli individui isolati dal banco, generalmente di taglia grande perché malati o vecchi.
Pinna caudale del pesce chirurgo
ALTRI ANIMALI MARINI
Granchi con grandi chele possono procurare pizzicate dolorose. Le razze invece possiedono spine sulla parte terminale della pinna caudale, che possono utilizzare per difesa come una sorta di frusta. La tossina che rilasciano può causare addirittura la morte per arresto respiratorio. In casi gravi può subentrare lo choc anafilattico. La torpedine rilascia delle scariche elettriche molto forti, capaci di stordire un uomo. Esistono dei pesci gatto striati di bianco con una colorazione nera e dai barbigli inconfondibili sul muso, che possiedono delle spine sulla parte dorsale che rilascia un veleno. Se toccati sono dolorosi. Alcuni vermi Policheti possiedono setole urticanti lungo il corpo. Si rifugiano fra i coralli e nelle fessure delle rocce o sotto la sabbia, toccarli significa rimanere doloranti per alcuni giorni. Il polpo come il calamaro, possono creare problemi con i tentacoli, le potenti ventose diventano pericolose se si attaccano alla pelle o peggio alla maschera di un sub e possono lasciare lividi ed ematomi anche estesi, specie se riferito ad individui grandi. Molti sono i pericoli nascosti. Molto pericoloso il polpo dagli anelli blu.
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