BiologiaMarina.eu

 

 

Cod Art 0658 | Rev 00 | Data 15 Ott 2014 | Autore Pierfederici Giovanni

 

L'ALLUVIONE DI GENOVA E DEL GROSSETANO

Biologiamarina.eu è vicina a tutti coloro che hanno perso ogni cosa nelle recenti alluvioni....

Anche oggi sono arrivate notizie di morte e distruzione. Due vittime nel grossetano travolte dalle acque dello Sgrilla, affluente dell'Elsa, nella maremma toscana. Un'altra persona ha perso la vita in provincia di Trieste. Salgono così a 4 le vittime delle recenti piogge che hanno colpito il nord ovest della penisola, non solo Genova e il grossetano ma anche la provincia di Parma.
Ed ecco che di fronte a tutto questo è cominciato (come sempre) il rimpallo delle responsabilità; c'è chi si è accannito contro il neo-sindaco Doria (in carica da 2 anni), chi contro Grillo (è stato uno dei pochi che, nell'indifferenza totale, ha denunciato sin dai primi anni '80 la più grande speculazione edilizia della Liguria, quella che ha sommerso Genova nel cemento), chi contro le forze di polizia, chi contro gli ambientalisti ecc...
Di fatto, coloro che hanno sul groppone le vere responsabilità si sono tirati fuori dalle polemiche attraverso tentativi maldestri ma funzionali, riuscendo nell'intento attraverso il solito politichese. Una sfilata di codesti personaggi si è vista ieri in televisione e non ha fatto altro che parlare di ricorsi al Tar e del solito Decreto "sblocca Italia" (che, a quanto pare, va esattamente nella direzione opposta a quella richiesta dal buon senso, ma su questo punto torneremo in una prossima occasione).
Ma perché tutto questo? Non è un mistero, è quello che viene chiamato bussines dell'emergenza. A breve, attraverso nuove delibere, saranno stanziati molti soldi che saranno poi incassati da tutti coloro che gestiscono i soccorsi, come ha spiegato recentemente Gabrielli che, tra l'altro, passa molto del suo tempo in tv a ripetere le stesse cose di sempre. Macchine, attrezzature, mezzi di soccorso e uomini hanno dei costi che devono essere coperti. E come sempre accade, a rimetterci sono coloro che hanno perso tutto sotto il fango. Nessuna speranza di ricevere qualche euro, come hanno denunciato moltissimi commercianti che sono stati colpiti prima dall'alluvione del 2011 e ora di nuovo, a meno di due anni di distanza. Ci si chiede che fine fanno tutti quei soldi raccolti attraverso le sottoscrizioni aperte da mille editori.
Ma che è successo esattamente quella notte del 9 ottobre a Genova? Un flash floods molto violento colpisce le alture della Liguria. Nel giro di pochissimo tempo i torrenti effimeri tornano vivi alimentano le vie d'acqua principali, tra cui il Bisagno e il Ferreggiano che a Genova si incontrano. Attorno alle 23.00 si ha l'esondazione del Bisagno nella zona di Borgo Incrociati, dove perderà la vita un infermiere di 57 anni, trovato poi in via Canevari. In questa zona l'acqua raggiunge i 2 metri di altezza. Circa un'ora dopo esonda anche il Ferreggiano, nella zona di Marassi. Il caos è totale; il Bisagno esonda anche a monte (Piazzale Adriatico, via Adamoli ecc..), ormai la sua portata supera i 1.000 metri cubi al secondo, una quantità d'acqua impressionante. Saranno completamente allagati i 4 piani interrati del vicino parcheggio sotterraneo voluto dai soliti speculatori. La furia delle acque è tale da portar via ogni cosa (auto, furgoni, bidoni della spazzatura) e di piegare persino strutture di cemento armato. Del resto le pendenze delle vie di Genova sono tali da accellerare la corsa delle acque. Chi sta ai piani bassi non ha scampo, l'acqua apre porte e scavalca finestre, portandosi via ogni cosa e comprendo di fango quel che resta. Completamente allagato e perso l'archivio cartaceo della Questura, insieme a centinaia di divise delle forze dell'ordine. Intanto gli uomini della Protezione civile vengono accolti dalle proteste degli abitanti dei quartieri più colpiti, soprattutto perché gia mezz'ora prima dei tragici eventi il numero verde della stessa Protezione civile era disattivato (e rimarrà tale sino alle 23.00) e soprattutto perché nessuno aveva avvisato nessuno. In realtà sembra che la rete Limet abbia lanciato l'allerta maltempo mercoledì 8 ottobre, ma l'appello è rimasto inascoltato. Lo stesso Luca Mercalli, noto meterologo, lanciò un allarme anch'esso inascoltato. O forse le autorità di Genova si stavano cullando sugli allori, poiché era gia stata fatta una buona, anzi ottima, opera peventiva (bonus di 17.600 euro al dirigente dell'Area tecnica, di 9.400 euro al dirigente della Manutenzione, 6.130 euro al dirigente Settore opere - per il drenaggio urbano (che vorrà dire???), 7.170 euro al dirigente dei Servizi territoriali; probabilmente i peggioir soldi spesi dalle amministrazioni liguri). Sembra che a Genova esistano i "professionisti" della prevenzione.

Il resto della storia lo conosciamo. Un tira e molla di ricorsi al Tar per perdere tempo e per giunta nella direzione sbagliata: infatti le opere di messa in sicurezza del Bisagno sono (e saranno) totalmente inutili, e c'è persino chi resuscita le casse di espansione (che non potranno mai abbassare il rischio all'interno del contesto urbano di Genova). Saranno spesi 45 milioni di euro per escavare l'alveo del fiume di un metro e mezzo e per un tratto di 200 metri circa. Lo scopo è quello di allargare la sezione idraulica del Bisagno come se il fiume fosse un collettore dove far scorrere l'acqua più velocemente possibile, non rendendosi minimamente conto che l'acqua dovrebbe essere rallentata (ad un recente incontro sull'alluvione del Misa, a Senigallia, mi hanno chiesto come sia possibile fare questo. E' la cosa più semplice del mondo, occorre rinaturalizzare il fiume con anse, argini alberati ed aree naturali di esondazione nei limiti del possibile e del contesto urbano del territorio, Genova in questo caso, certo che molti edifici dovrebbero essere abbattuti). Il problema è che queste cose sono dannatamente economiche (demolizioni a parte), per cui nessuno è interessato se non c'è da riempirsi le tasche. E poi il Bisagno avrebbe anche altre necessità....qualsiasi fiume tombato, quando è in piena, prende altre direzioni, ovvero quelle dove incontra minor energia per avanzare, dunque le strade del centro città. Il caso di Genova, per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, è discusso qui.

Diverso ma non meno drammatico il caso dell'esondazione di un piccolo tributario dell'Elsa, il fosso Sgrilla. Si tratta di un piccolo affluente che normalmente appare inoffensivo. In quella zona del grossetano erano previste piogge intense, con picchi di 80 mm nell'arco di alcune ore. Invece sono caduti, sembra, ma i dati sono in attesa di conferme, 300 mm di pioggia in poco più di due ore. Una valanga d'acqua che si è poi riversata nelle pianure circostanti e che ha causato danni ingenti e purtroppo, anche due vittime. Le acque dello Sgrilla (che alcuni vorrebbero arginare) hanno invaso la pianura circostante e, nei pressi di Albinia e Manciano hanno travolto l'auto di due sorelle di 65 e 69 anni. Ma non occorre essere esperti per capire che quelle zone sono aree alluvionali, lo dimostrano le pianure circostanti, piatte e ben livellate dai sedimenti portati dalle vecchie alluvioni dell'Elsa e dei suoi affluenti.
La Valdelsa (che si estende per 353 Km quadrati), si è formata circa 65 milioni di anni fa, durante la sedimentazione del ciclo marino pliocenico. Le continue ingressioni e regressioni marine hanno contribuito a colmare di sedimenti le aree a forte subsidenza, poi i fiumi hanno fatto il resto depositandovi sopra i sedimenti alluvionali che hanno "completato" la vallata, soprattutto nelle zone di intersezione tra l'Elsa e i sui maggiori affluenti. Le pianure del grossetano sono la testimonianza delle frequenti alluvioni quindi non occorre meravigliarsi, quando piove, se qualche torrente esonda, la natura funziona così, semmai l'uomo ha commesso errori grossolani. Un tempo, quando la memoria degli eventi passava da una generazione alla successiva, il fiume era rispettato. Lo sapevano bene gli abitanti di Castelfiorentino che, a partire dal 1280 costruirono, grazie agli Ospitalieri di Altopascio, un ponte di attraversamento a pedaggio. I proventi erano utilizzati per mitigare i danni delle frequenti alluvioni. Il ponte andò distrutto diverse volte nel corso del 1300, per cui si optò per costruirne uno più solido, in pietra. Nelle stampe dell'800 era raffigurato a tre arcate con una cappella al centro. Nel dopoguerra fu edificato un ponte in cemento armato e la cappella venne spostata sulla sponda verso Volterra.
Qui sotto un’immagine di proprietà degli archivi comunali che testimonia l’alluvione del 4 novembre 1966, quando alle ore 11.30 il fiume Elsa rompe gli argini allagando Castelfiorentino. Dieci giorni dopo, il 14 novembre, Firenze verrà devastata.

Esondazione fiume Elsa 1966

Siamo così giunti all'alluvione di Parma, ma la storia non cambia. Quella allagata è anch'essa una zona alluvionale recentemente cementificata, molto vicina alle naturali aree di esondazione del fiume. Gia nessuno ne parla più, molte persone sono rimaste in balia di se stesse senza molti aiuti escluso quello apportato dai volontari.
Che altro dire? Scriviamo e denunciamo le solite inadenpienze da molti anni ormai, ma la strategia è sempre quella, rimanere in attesa (della prossima alluvione) per tornare poi vedere le stesse persone defilarsi dalle loro responsabilità, raccogliere fondi e, infine, gestire in modo sceriteriato l'emergenza continua del sistema Italia.
Del resto, il politico italiota ha occhi che non vanno oltre il prossimo mandato, mentre il territorio e l'ambiente richiedono tempi lunghi e vista acuta.

AGGIUNGI UN COMMENTO [Gentile utente, puoi manifestare liberamente la tua opinione all'interno di questo thread. Ricorda che la pubblicazione dei commenti è sospesa al di fuori del consueto orario lavorativo; il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500, se superi questo limite il tuo intervento sarà annullato. Solo i commenti provenienti da utenti verificati andranno direttamente online, quelli non verificati vedranno i propri messaggi sostare in pre moderazione per pochi minuti. Inoltre, è necessario attenersi alla Policy di utilizzo del sito: evita gli insulti, le accuse senza fondamento e mantieniti in topic. Grazie. BiologiaMarina.eu].
comments powered by Disqus

 

 

ARTICOLI CORRELATI