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Cod Art 0277 | Rev 00 | Data 12 Apr 2010 | Autore: Alberto d'Este

 

   

Alberto d'Este nasce a San Donà di Piave (VE) nel 1961. "Scattare foto è diventata un'ossessione, le vacanze diventano il secondo lavoro, sempre alla ricerca della foto che rimanga tra le sue preferite". Ha all'attivo oltre 700 immersioni..le mete preferite, il Sud Est Asiatico, ma si è immerso nei mari di tutto il mondo.

SULAWESI, L’EDEN DELLA BIODIVERSITA' (Gallery Fotografica)

Sulawesi

L’isola delle Sulawesi (Celebes) è per estensione una delle più grandi al mondo. E’ situata tra il Borneo, le Filippine e le isole Molucche. E’ una esplosione di colori, ricca di foreste e costellata di vulcani molti dei quali sono ancora attivi. Il clima è di tipo equatoriale con temperature elevate tutto l’anno, una stagione secca che va da giugno ad ottobre; la stagione umida va da novembre a maggio. Durante la stagione umida gli acquazzoni durano veramente poco, pertanto è possibile visitarla durante tutto l’anno. Quello che colpisce di questa isola è il colore delle spiagge, di alcuni fondali. L’origine vulcanica le colora di un grigio scuro, pepe sale, un contrasto cromatico con il verde intenso delle foreste che si affacciano sul mare. Poco più in là, un’altra spiaggia invece è bianca, frutto della risacca del mare e del corallo sgretolato da milioni di anni di erosione marina. Il tutto avvolto dal fascino dei vulcani che, colmi di vegetazione, svettano all’orizzonte e incutono un qualche timore.

La popolazione è cordiale, Manado è chiassosa e caotica nel suo ordinato traffico; Cristiani, Mussulmani ed Induisti vivono e pregano a pochi metri di distanza, senza apparenti problemi di convivenza. Camminando per strada si scorgono chiese, moschee e luoghi di culto induista dalle architetture più diverse ed estrose, una dopo l’altra, in stretta vicinanza tra loro e, almeno in apparenza, non si intravvedono intolleranze di alcun genere.

Ma cosa ci spinge ad arrivare fino a queste latitudini, sobbarcandoci un lungo viaggio che da Venezia – Francoforte, scalo a Singapore, ci porta fino a Manado? Beh, ovviamente la passione per le immersioni e la costante ricerca di posti sempre diversi e fascinosi. Ecco, Sulawesi è tutto questo. Circa nove anni fa, agli albori della mia esperienza subacquea, sono stato con la famiglia in questa magnifica isola, trascorrendo un po’ di giorni anche nell’entroterra, posto colmo di storia, di paesaggi incredibili. Volevo assaporare nuovamente questi ricordi, tornare in questi luoghi dove per la prima volta vidi il cavalluccio pigmeo ed altre stranissime forme di vita acquatica; talmente strane e rare che tutti i fotografi subacquei del mondo vengono qui a cercare lo “scatto” della vita. E’ avviso di chi scrive che per visitare un posto come questo il massimo sia la barca ed è quello che, insieme all’inseparabile amico Giacomo, abbiamo fatto per questa nuova avventura Sulawese.

Chi cerca la crociera all’insegna degli eccessi, dei confort a tutti i costi, SPA, massaggi e quant’altro, beh, questa non è certamente la barca per voi! La “LIBURAN I” è una barca nuova, varata nel 2006, lunga 31 metri e larga circa 7, costruita in ferro. E’ una barca comoda per quattordici subacquei, ampi spazi sopra e sotto coperta; cabine forse un po’ sacrificate, se volete anche spartana nelle rifiniture. Il cibo è discreto per varietà ma buono, molto buono, forse sarebbe più apprezzata una più abbondante varietà di pesce (credo sia una forma di ospitalità quella di servire pollo e manzo) ma le volte che viene cucinato alla brace, sulla poppa della barca, è una delizia di sapori! La poppa ospita la zona sub, è dotata di comode panche per vestirsi e smettere la muta, ampi e comodi ripostigli per le torce, altra attrezzatura e tutto ciò che serve per caricare batterie e stivare macchine fotografiche, una zona dietro le panche per appoggiare, in attesa della prossima immersione, l’attrezzatura fotografica. Il personale è gentile e premuroso, ti aiutano in tutte le situazioni pre e post immersione. A supporto della barca ci sono due dinghy, forse la nota più dolente, non idonei a mio avviso per la subacquea, anche se la passione ti fa adattare alle situazioni più strane. Quello che manca alla LIBURAN I a mio avviso è una bella manutenzione e due bei gommoni attrezzati, tutto qui. Per il resto garantisce uno standard buono in tutte le situazioni, senza tanti “sfronzoli”, una barca da veri subacquei.

Liburan I Il LIBURAN I

Quello che preferisco nelle immersioni dalla barca rispetto al resort è “l’azzeramento dei tempi morti”, quelle ore perse a navigare tra un punto e l’altro di immersione, per poi rientrare alla base e, poi, uscire nuovamente per l’immersione della sera. In barca è diverso, si vive più il mare, si crea una certa complicità tra gli ospiti, di qualunque paese siano, dopo l’immersione si prende il sole o si chiacchiera animatamente raccontando le proprie esperienze e gli aneddoti più simpatici. Si legge e si riguardano le foto per correggere eventuali errori commessi. La barca è più intima, più intrigante, più vera.

L’itinerario classico in agosto prevede la partenza da Manado City, Bunaken, una puntata a Mantehage Island, per poi fare scalo a Bangka o Gangga, infine il Canale di Lembeh. Il mare formato nei pressi di Bangka ci ha costretto a fare il giro inverso, quindi partenza dal Canale di Lembeh per sostare a Banka e Bunaken. I punti di immersione sono praticamente infiniti, il solo Parco di Bunaken ne conta oltre una cinquantina. Quindi ci si sbizzarrisce in un continuo variare di siti a seconda delle esigenze degli ospiti.

Il parco marino di Bunaken fa parte di quel prezioso triangolo della biodiversità sottomarina che unisce il Borneo, l’Irian Yaja e le Filippine. In questo triangolo sono concentrate quantità e specie animali uniche al mondo. Le immersioni sono un trionfo di colori e di pesce, nella zona tra Siladen e Bunaken ad ogni immersione si possono incontrare Carangidi, barracuda, banchi di Platax, squali pinna bianca, tartarughe e una vastità di altre specie di barriera. Molto particolare e fascinosa è l’immersione al crepuscolo per ammirare l’accoppiamento dei Mandarin Fish. Sia a Bunaken sia a Siladen si ammirano pareti completamente tappezzate di enormi spugne, gorgonie “spropositate”, alcionari dai colori sgargianti eppoi la visibilità, sempre profonda, mai inferiore ai trenta metri. Gli anfratti e le piccole grotte fanno riparo a tartarughe che dormono mentre i Pappagalli giganti, all’imbrunire, si “accasano” per la notte.

Tartaruga

Un cenno particolare merita il canale che divide l’Isola di Celebes da quella di Lembeh. Le immersioni sono caratterizzate da una scarsa visibilità su un fondale di sabbia vulcanica, molto scura. Quello che si incontra scandagliando il fondo ha dell’incredibile! Strani pesci con livree ancora più strane camminano sul fondo e si mimetizzano con quello che il fondale offre: foglie, qualche piccolo anemone, rami ecc. Si incontra il Pegasus, uno strano pesce colorato che in coppia si aggira sul fondo cibandosi di piccoli parassiti. Splendidi cavallucci, variopinti nudibranchi, granchi decoratori, gamberetti pulitori trasparenti e colorati: a farla breve uno spettacolo!

Foto4

La LIBURAN I ci accompagna in questo viaggio alla scoperta di anfratti e lagune meravigliose, un mare smeraldo e immersioni spettacolari. Verso sera si sceglie il posto migliore per ancorarsi e goderci il sole rosso fuoco che si tuffa in un mare dai colori incredibili, tra il vulcano di Bunaken e l’Isola di Siladen. Il rosso del sole ti abbaglia e ti scalda quel poco, giusto per prepararti alla prossima immersione: una notturna da brividi. Ecco perché personalmente amo visitare questi posti in barca, perché il mare mi trasmette quel qualcosa in più, perché lo si vive con più intensità e si riesce a godere ogni attimo della giornata in modo diverso, assaporando ogni immagine ed ogni colore.

Gosth piper

Un servizio particolare che viene dato agli ospiti della LIBURAN I è di fornire le guide del posto visitato a supporto dei tre Dive Master presenti sulla barca. Questo permette di avere degli accompagnatori espertissime per ogni punto di immersione e che conoscono perfettamente la morfologia del fondale e ne valorizzano ogni centimetro con scoperte che, senza loro, sarebbe impossibile fare. Grazie a loro ho potuto vedere il Cavalluccio Pigneo di Lembeh, uno stranissimo e magrissimo esserino dai grandi occhi e della consistenza di un capello. Infine con un piccolo sovraprezzo viene fornito il Nitrox 32 che aiuta molto in questo tipo di immersioni decisamente “quadre” e permette tempi di fondo lunghi così da apprezzare a fondo le bellezze di questo mare.

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