S U D A N - IMMERSIONI IN UN MARE CHE STUPISCE (con fotogallery)
Dopo anni di tentativi di convincere Giacomo che una crociera in Sudan era una valida alternativa ai classici itinerari subacquei, lasciate le storie sul forte vento, sul mare grosso e sui pericoli del paese, siamo partiti per questa avventura. Non nascondo un po’ di “timore” verso questa meta colma di fascinosi racconti e di strane leggende, da Jaques Costeau a Folco Quilici e così via. L’idea è stata quella di combinare un po’ di cultura con la passione per le immersioni, così è stato possibile con due giorni in più, visitare il museo egizio del Cairo all’andata e le piramidi al ritorno: vi assicuro che ne è valsa la pena!
Quindi, dopo il volo da Milano Malpensa per il Cairo, ci siamo avventurati nel Museo Egizio che, dovete credermi, è da vedere per credere. Il solo tesoro di Tutankhamon vi farà tornare indietro negli anni e rivivere momenti della storia che da millenni ci affascinano; le sculture, l’abbondanza d’oro e pietre di ogni genere, oltre al fascino della storia che tutto avvolge, vi farà passare delle ore di puro orgasmo culturale! Importante è non credere alla maledizione che accompagna questo giovane e leggendario faraone.
Dopo il sapere… il piacere del mare.
Dal Cairo con un volo interno si arriva a Porto Sudan, il maggiore porto del Mar Rosso, straripante di colori e rumori, come il sole cocente che lo avvolge dalle prime ore del mattino. In questo posto convivono religioni diverse nel rispetto reciproco e nella cordialità, come se l’interno del paese ed i suoi confini, teatro di scontri tra fazioni negli ultimi cinquanta anni, non fossero reali.
Si giunge finalmente alla barca verso la mezzanotte e lei ci accoglie sinuosa: magnifico Caicco Turco di 33 metri per 9, comodo e vivibile come solamente queste barche sanno infondere all’ospite, raffinato al punto giusto, spartano per gente vera e dedita al mare più che ai confort “Maldiviani”. Qui la prima sorpresa, il ritrovo di un vecchio amico, il comandante e l’armatore di questa barca è Alessandro, un compaesano che da tre anni vive in questa barca ed in questo meraviglioso mare, con lui la compagna Licia, entrambi hanno saputo dare il loro personale tocco alla stessa; la raffinatezza delle spugne e l’accuratezza della tavola Licia; la professionalità e l’amore per il mare Alessandro. Un bel connubio che si percepisce e si apprezza durante tutto il soggiorno in barca. Il mare. Parafrasando una frase di Alessandro, questo è un mare che, in ogni istante, ti da l’impressione che qualcosa possa accadere, sia un avvistamento spettacolare, sia un paesaggio particolare. È un mare vivo! Vivo in tutti i sensi, quando vai giù verso i fondali, percepisci qualcosa di speciale, qualcosa di veramente particolare che ti lega e ti sorprende, giorno dopo giorno, immersione dopo immersione.
La crociera parte l’indomani mattino, il primo tuffo è previsto per le 10 vista la nottata di chiacchiere e racconti per unire i partecipanti all’avventura. Mentre dormiamo la barca salpa dal Porto e naviga verso Sanghaneb, un sito interessante, soprattutto per il mio primo avvistamento dello squalo martello! Il reef è ricco di colori e di pesce, ci scappa anche una notturna molto fascinosa. Da qui, il giorno dopo, si naviga verso il Faro di Sanganeb (foto), dove ci si può immergere sia nel lato nord che in quello sud. Anche qui le immersioni sono fantastiche, vuoi perché appena scesi vediamo alcuni squali martello, vuoi per gli enormi squali grigi, vuoi solamente per l’esplosione di colori. E’ decisamente un bel posto, è un mare vivo. La quantità di pesce è incredibile, le specie che si vedono sono innumerevoli, uno spettacolo che si ripete, tuffo dopo tuffo.
Questo sito è interessante anche per il caratteristico faro che, dall’alto dei suoi 300 scalini e 50 metri di altezza di fanno ammirare i colori della barriera corallina e l’immensità di questo mare. Che dire poi di Sh’ab Rumi … credo sia una delle più belle immersioni al mondo! Non solo per la quantità di squali martello, grigi, carangidi, barracuda, pappagallo giganti, farfalla e tanto ancora, quanto per la bellezza e l’integrità del reef che sprigiona tutta la sua bellezza! Se la fortuna ti assiste si può ammirare anche il tigre, ma questa “fortuna”, questa volta, io non l’ho avuta.
Questo sito di immersione mi rimarrà impresso anche per un’altra ragione: durante la sosta per una lunga decompressione, smarrito il gruppo a causa della scarsa visibilità e della fastidiosa corrente, solo ed in mezzo al blu, sono stato circondato da un banco di piccoli tonni che, a ondate, mi avvolgevano ad ogni passaggio. Il problema non era rappresentato da loro ma dai due Marlin che cercavano un facile pasto! Non nascondo che, anche se non terminata la decompressione, sono schizzato in superficie alla disperata ricerca del gommone di appoggio! Fortunatamente, ancora tutto intero, sono salito felicemente sul gommone e finito la deco in cabina!
Sh’ab Rumi è famoso anche per il “sesto continente”, una piccola stazione subacquea (Precontinente II) dove per mesi hanno soggiornato alcuni studiosi degli anni ’60 e dove sono state fatte le riprese del film “Sesto Continente”, che ha reso famoso Jaques Costeau. Immersione interessante che consente l’ingresso in questa sorta di enorme “riccio di mare” e dove si possono vedere ancora alcune capanne di attrezzature ed altro ancora.
Un altro punto molto interessante è il relitto dell’Umbria, nave affondata dagli stessi Italiani appena saputo dell’entrata in guerra del nostro paese, sul reef Wingate, un “mostro” di 160 metri adagiato sul fianco sinistro, mette a disposizione tutto il suo interno, per un emozionante viaggio nel tempo, tra stive stracolme di armi, attrezzi, vettovaglie e mezzi di trasporto. Un vero sollazzo per gli amanti dei relitti, oltre che per la foto di ambiente ed anche la macro.
Purtroppo il rientro, con tappa nuovamente al Cairo e visita alle piramidi. Anche di fronte alla maestosità di queste opere, dentro avevo ancora le immagini degli incontri marini e delle bellezze di questa fetta di Mar Rosso, decisamente la più bella e fascinosa. Una promessa, ritornarci presto. Quando andarci: la stagione va da ottobre alla prima metà di maggio, ritengo il periodo migliore sia gennaio/aprile, sia per la temperatura dell’acqua, sia per il vento e le correnti che, sovente, negli altri periodi sono alquanto fastidiosi.
Con chi andarci: beh, non perché è un amico ritrovato, ma la professionalità dimostrata nel pianificare le immersioni, l’ospitalità, il discreto e puntuale servizio, nonché la succulenta cucina italiana (e dico vera cucina italiana in tutti i suoi ingredienti) è la Goletta San Marco (www.golettasanmarco.com) dove personalmente ho trovato un ambiente ideale, forse anche per la fortuna di condividere con tutti gli ospiti la stessa passione per il mare.
Cosa portare: poco da vestire, una felpa nel caso si alzi il vento, una giacca impermeabile, costumi e qualche t-shirt, penso sia sufficiente (oltre la propria attrezzatura).
Per i fotografi la barca garantisce un ottimo spazio per tutta l’attrezzatura e la ricarica è garantita giorno e notte. Munirsi comunque dall’Italia di batterie e alcuni ricambi.
Un’ultima considerazione: le immersioni in Sudan non sono per tutti, le profondità raggiunte e la permanenza sul fondo fanno si che si esca di curva con facilità; inoltre le correnti a volte portano disagio, quindi consiglio un po’ di attività aerobica prima di andarci, oltre a considerare attentamente con chi andarci, credo che risparmiare due lire in questo caso non sia buona cosa. Per il resto, come sempre, dovrete sopportare anche alcuni “scatti” del posto, sperando di far vivere anche a voi le emozioni provate in questo mare.
Alberto D'Este nasce a San Donà di Piave (VE) nel 1961. "Scattare foto è diventata un'ossessione, le vacanze diventano il secondo lavoro, sempre alla ricerca della foto che rimanga tra le sue preferite". Ha all'attivo oltre 700 immersioni..le mete preferite, il Sud Est Asiatico, ma si è immerso nei mari di tutto il mondo.
LA FOTOGALLERY DI ALBERTO d'ESTE
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