PREDATORI...PREDATI: seconda conferenza del ciclo "Il saccheggio dei mari"
Conclusa la seconda conferenza del ciclo “Il saccheggio dei mari”. tenutasi presso l’Acquario Civico di Milano per collocare sul tavolo le problematiche legate all’eccesivo sfruttamento della pesca agli squali. ISM e Greenpeace hanno ospitato la coordinatrice nazionale di Shark Alliance, Serena Maso, e Angelo Mojetta biologo e fotografo subacqueo di grande fama. Sono state illustrate in maniera decisa ed esauriente anche per il pubblico non addetto ai lavori, le situazioni che vedono protagonisti in negativo i predatori marini, in particolare gli squali, ma con note riguardanti lo sfruttamento di tutti i predatori di vertice nella catena alimentare, come anche tonni e pesci spada. Una situazione che ha evidenziato per alcune specie di condroitti, un rischio elevato di scomparire dai mari della terra, vittime di una pesca intensiva, e di un vero e proprio sterminio da parte dell’uomo. Principalmente l’utilizzo della carne di specie oramai in seria difficoltà, come lo spinarolo, la verdesca, alcune razze, lo squalo mako ed altri pelagici, che vedono sfruttate le loro “parti” per i più disparati utilizzi, passando dalle case farmaceutiche, per quelle di cosmesi, per l’editoria e le aziende che si occupano della lavorazione delle pelli. Non ultimo il finning una pratica mirata ad asportare unicamente le pinne degli squali, per scopi puramente culinari (e arcani), attuata principalmente nei paesi asiatici, e che ha evidenziato un problema sottovalutato da molti, che è quello della pesca sportiva, con più di un milione di addetti e potenziali pescatori di squali. Serena Maso ha discusso delle modalità della Comunità Europea per regolamentare l’intero settore della pesca, che potrebbe, si spera, portare dei benefici importanti, per esempio attraverso l’utilizzo di attrezzi selettivi e con l’impiego di tecnologie che possano limitare le catture accidentali (by-catch) che ancora troppo spesso mietono vittime innocenti specialmente fra squali, cetacei e tartarughe marine. La nostra nazione gioca un ruolo importante per molti motivi, non perché in Italia vi sia un eccessiva pesca degli squali, anzi, in Italia la pesca è limitata e le catture sono accidentali, infatti questi pesci rimangono vittime di palamiti o di reti derivanti che non gli permettono di liberarsi. Naturalmente la situazione è in continuo aggiornamento, e si spera che con la diffusione di questi dati, e grazie alle conferenze come questa, si possa attuare un’opera di sensibilizzazione sempre più incisiva. I punti su cui lavorare sono la sostenibilità e la difesa dei territori di pesca, attraverso la riconversione delle attrezzature da pesca o il loro ammodernamento, al fine di diversificare le catture, orientate verso specie che non siano a rischio. Ma il ruolo fondamentale è giocato dal consumatore e dalle sue scelte, purtroppo ancora orientate al consumo di specie sottoposte ad una pesca eccessiva e spesso sconsiderata, anche perchè mancano informazioni adeguate e mirate, che potrebbero sicuramente influenzare le scelte etiche dei consumatori.
Sopra, da sinistra verso destra, Nicola Castronuovo, Angelo Mojetta, Serena Maso e Marcello Guadagnino
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