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TANTI, TROPPI CETACEI MORTI NEL GOLFO DEL MESSICO

[21 Febbraio 2015]

Un nuovo studio intitolato Demographic Clusters Identified within the Northern Gulf of Mexico Common Bottlenose Dolphin (Tursiops truncates), Unusual Mortality Event: January 2010 – June 2013, pubblicato su PlosOne da un team di ricercatori statunitensi, ha scoperto 4 diversi gruppi di "Unusual Mortality Event (UME)" nel Golfo del Messico settentrionale, tre dei quali si sono sicuramente verificati dopo il disastro petrolifero della piattaforma Deepwater Horizn, del 2010.
Alcune delle più grosse morie di delfini si sono verificate nel 2011 lungo le coste di Mississippi, Alabama e presso Barataria Bay, in Louisiana, mentre il numero di decessi di delfini non è stato elevato nelle coste del Golfo della Florida e in Texas, due zone meno colpite dalla marea nera della BP.
Lo studio, che è stato condotto dalla National Marine Mammal Foundation, National Marine Fisheries Service, National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e dal network di organizzazioni e centri di ricerca che sui occupano degli spiaggiamenti dei mammiferi marini nella regione del Golfo, ha esaminato le dinamiche delle UME nel tempo.
Gli scienziati hanno confrontato il numero e l'età dei tursiopi (Tursiops truncates) nel Golfo, dal gennaio 2010 al giugno 2013, confrontandoli con i dati 1990-2009.
La principale autrice dello studio, la veterinaria Stephanie Venn-Watson, della National Marine Mammal Foundation spiega: "È interessante notare che i diversi clusters di delfini morti, identificati durante questi eventi, erano coerenti con i tempi e la distribuzione spaziale con lo sversamento di petrolio della Deepwater Horizon.
La popolazione dei tursiopi di Barataria Bay era già stata al centro di un precedente studio, realizzato nell'ambito del Deepwater Horizon Natural Resource Damage Assessment (NRDA), il quale ha dimostrato che i delfini vivi hanno avuto impatti negativi sulla salute coerenti con l'esposizione ai prodotti petroliferi.
Il nuovo studio, si basa anche su una recente ricerca (Review of historical unusual mortality events (UMEs) in the Gulf of Mexico (1990−2009): providing context for the multi-year northern Gulf of Mexico cetacean UME declared in 2010, che paragona questo evento ad altri 11 eventi di mortalità (del passato) nel Golfo ed indica che, in questo caso, le cause più comuni di eventi di mortalità non sono probabilmente quelle che hanno determinato le recenti morie di tursiopi.
I ricercatori stanno ora confrontando le informazioni, compresi gli esami istologici, tra questi clusters per capire meglio le possibili cause dei decessi, tra i quali il ruolo svolto della marea nera della Deepwaer Horizon. I risultati supplementari della ricerca saranno probabilmente pubblicati entro la fine dell'anno.
L'UME per i delfini è stato dichiarato nel nord del Golfo del Messico nel febbraio 2010 ed era ancora in corso nell' gosto 2014 ma quello che è evidente è che gli spiaggiamenti e le morti dei tursiopi si sono verificati in maggioranza nelle zone colpite dalla marea nera della Deepwater Horizon. Questo conferma quanto già si era capito con uno studio finanziato dalla BP: i 4.2 milioni di barili di petrolio finiti nel Golfo del Messico sono collegati al deterioramento della salute dei delfini, compreso la caduta dei denti, malattie polmonari e squilibri ormonali.
Lori Schwacke, del NOAA e autore dello studio del 2013, ha detto: "Non ho mai visto una tale prevalenza di animali malati". Nonostante tutto, la BP ha negato con veemenza che il disastro petrolifero sia la causa diretta della morte in massa dei delfini ma che, semmai, gli studi evidenziano "solo" una sovrapposizione nel tempo tra lo sversamento e la scoperta di animali malati o morti. Fonte: GreenReport [modificato].


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