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Cod Art 0236 | Rev 01 del 20 Mag 2013 | Data 20 Dic 2009 | Autore Luoni Ottavio

 

IL LIMULO: FOSSILE VIVENTE

Foto1Descrivere questo curioso animale mi fa particolarmente piacere, vuoi perchè mi ha da sempre affascinato, vuoi per l'importanza che esso ricopre nella comunità scientifica, grazie alla sua particolare forma "arcaica" che lo colloca nella categoria cosiddetta dei "fossili viventi". I fossili viventi sono i rappresentanti attuali di antichi gruppi biologici, di cui hanno conservato quasi interamente nel tempo geologico le loro caratteristiche anatomiche. Il limulo è ascritto al grande phylum degli Artropodi, questi ultimi sono un gruppo di invertebrati estremamente ampio e vario, la cui storia evolutiva ha avuto inizio molto tempo fa, probabilmente nel periodo Precambriano ben 550 milioni d'anni fa circa. Hanno uno scheletro esterno e segmentato (per questo motivo sono detti animali metamerici), nonché articolato. Questo scheletro è di origine epidermica quindi deve essere sostituito dall'animale attraverso la muta. Presentano il corpo diviso in tre parti ben distinguibili tra loro: testa, torace, addome. Queste parti sono provviste di appendici articolate, e a loro volta si dividono in appendici cefaliche (antenne, mandibole e mascelle), appendici toraciche che servono nella deambulazione e nella reptazione, appendici addominali utilizzate per la respirazione e per il nuoto. Gli Artropodi si differenziano in varie classi:

I limuli appartengono alla classe dei Merostomi (Xifosuri) il cui significato è letteralmente "coda a spada". Essendo, un Artropode, il corpo del limulo si può suddividere in tre parti: il cefalotorace, grande e corazzato, il postaddome, molto ridotto, il pigidio o coda chiamato telson, assai sviluppato e affilato come una spada (da qui il significato del nome "coda a spada"). Questi animali apparvero nell'era Mesozoica nel Triassico, 200-220 milioni d'anni fa con il genere Mesolimulus, i cui rappresentanti vivevano in acque basse marine e solo occasionalmente in acque salmastre e dolci, setacciando il fondo in cerca di cibo. I loro esoscheletri fossili raggiungevano i 15-20 cm di lunghezza, a volte vi si possono trovare anche le tracce dei loro spostamenti sul fondo fossilizzato; i reperti più conosciuti sono quelli che provengono dai calcari litografici di Solnhofen in Germania ascrivibili al Giurassico superiore (160 milioni di anni fa). Il limulo attuale (Limulus polyphemus Linnaeus, 1758, noto anche come Xiphosura americana e Polyphemus occidentalis), è l'unico sopravvissuto di questo gruppo antico, conservando ancora oggi tutte le caratteristiche morfologiche di allora, anche se i segmenti dell'addome si sono fuse tra loro formando una solida corazza o scudo. Hanno la caratteristica di avere dieci occhi, di cui solo due sembrano avere funzioni visive, gli altri sono solo rudimentali. Si nutrono di alghe marine, di piccoli crostacei, di animali morti che trovano nei fondali fangosi. Tollerano variazioni importanti della salinità delle acque e risultano raramente visibili perchè vivono a profondità considerevoli nei mari del Sud est Asiatico e lungo le coste del Nord America.

Ogni primavera però in tre notti successive, durante le alte maree del plenilunio, emergono dal mare in gruppi numerosi e si dirigono verso la battigia, ove le femmine seppellendosi a metà nella sabbia depongono le uova, possono deporre fino a 90 mila uova, in nidi diversi, solo allora i maschi le irrorano di sperma e le fecondano. Poi tornano verso il mare, ma molti non riescono nel loro intento perché a volte le onde li rovesciano sottosopra e sono così condannati a morire. Dopo circa un mese in concomitanza con l'alta marea le uova si schiudono e le larve nate guadagnano il mare, continuando così il loro ciclo di vita biologico.

A questo punto l'affinità dei limuli con le ancestrali trilobiti, anch'esse Artropodi, diventa evidente perchè i segmenti sono visibili anche sopra il corpo delle larve non protette ancora dallo scudo, e per questo spesso sono chiamate anche "larve di trilobiti". La presenza di questi curiosi animali "venuti dal passato", dimostra ancora una volta la numerosa biodiversità presente nei nostri oceani, e questo ci spinge ad avere ulteriori stimoli per proteggerli. In america si può ammirare a questo spettacolo sulle spiagge di Long Island, dove il museo della Scienza, organizza mini crociere per osservare questo fenomeno riproduttivo.

Ogni anno vengono catturati molti esemplari, utilizzati sia per le esche delle anguille, che per uso cosmetico, e farmacologico. La chitina di cui è composta la loro corazza, assolve in pieno a questo bisogno, utilizzata anche per lenti a contatto, o alimenti dietetici, che miscelati con altri, sono capaci di agganciarsi ai grassi e a non essere assorbiti nell’intestino. Un'altra caratteristica che li rende vulnerabili, è per via del loro sangue di colore blu, utilizzato nella ricerca. Infatti una volta depurato, è capace di scovare le infezioni scaturite da batteri come quelli responsabili della meningite. Il colore del sangue è dovuto alla presenza di emocianina, che come la nostra emoglobina trasport ossigeno attraverso il sangue, solo che invece che ferro contiene rame, da qui la colorazione blu.

Numerose sono le tracce fossili lasciate da questi animali sulle rocce, che un tempo erano i fondali di oceani preistorici, antichi sedimenti ora litificati che hanno conservato le tracce di questi antichi abitanti dei mari. Il più antico limulo è stato ritrovato in Canada.

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Foto by National Geographic.

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Sopra, immagine di un limulo tratta da Recherches sur l'histoire naturelle et l'anatomie des limules di Jan van der Hoeven, 1838.

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