GLOBAL FLOWS OF SUSTAINABILITY: KATE JOHNSTON ALLA SIENA SCHOOL
Articolo tratto dalla open lesson di Kate Johnston presso la Siena School for Liberal Arts.
Grazie alla nostra collaborazione con la Siena School for Liberal Arts, che ringraziamo, pubblichiamo con piacere un estratto della relazione tenuta lo scorso 22 maggio da Kate Johnston, della University of Sydney, proprio presso quell’istituto.
Kate Johnston, la cui attività di ricerca si rivolge principalmente al rapporto tra consumo di pesce e sostenibilità dello sfruttamento delle risorse marine, ha presentato il frutto dei suoi studi in una open lesson dal titolo Global Flows of Sustainability: Tuna, Taste and Tradition in Italy. In questa sede riporteremo alcune riflessioni sulla domanda globale di tonno, tralasciando le parti dedicate ai metodi di pesca utilizzati in Italia. Siamo particolarmente felici dell'opportunità concessaci, dal momento che riteniamo fondamentale continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica (e soprattutto gli studenti) sull'impatto dell'industria ittica sulla biodiversità marina, con particolare riferimento a specie, quali per l'appunto quelle appartenenti al genere Thunnus, che per il larghissimo consumo ed il prelievo indiscriminato cui sono soggette rischiano il collasso biologico (Thunnus albacares - tonno pinna gialla) o lo subiscono già adesso (Thunnus thynnus – tonno rosso).
IL TONNO NEI GRAFFITI
Per centinaia di anni, le popolazioni del Mediterraneo hanno osservato e intercettato i viaggi del tonno rosso, che migra ogni anno nei mesi di aprile e maggio dall'Oceano Atlantico verso le più calde, salate, calme acque del mare Mediterraneo per riprodursi. Le prime tracce del consumo di tonno sono state rilevate in Sicilia all'interno della Grotta dell'Uzzo, dove è possibile trovare graffiti raffiguranti tonni e resti di scheletri del periodo Neolitico (Sara cited in Longo & Clark, 2012). Questa lunga storia ha coinvolto pescatori, mercanti, filosofi e poeti, che hanno studiato la biologia e il comportamento dei pesci, le condizioni oceanografiche del Mediterraneo, il clima, i venti e gli ecosistemi che il tonno attraversa. Parte del più antico manoscritto sulla biologia, le migrazioni dei tonni, l'età e l'accrescimento è documentato nella Historia Animalium di Aristotele (Bell, 1964 cited in Radke & Morales-Nin, 1989).
La tecniche e gli strumenti per la pesca del tonno nel Mediterraneo da un lato si sono sviluppati a partire dalla conoscenza della biologia dei tonni, dei comportamenti, degli ecosistemi del clima, dall'altro sono stati influenzati dai sistemi politici ed economici. I pescatori hanno utilizzato una strumenti diversi come le canne da pesca, sciabiche da spiaggia, arpioni, traina, pescherecci (Roeseti, 1966; Longo & Clark, 2012). Ma ad oggi il più documentato dei metodi è la tonnara [...].
IL TONNO IN SCATOLA
Lascio ora da parte il contesto storico italiano per arrivare a ciò che mi ha portata ad indagare su questo tema: una scatoletta di tonno che ho trovato tra gli scaffali di Coles, una delle catene di supermercati più grandi in Australia [...]. Una sola scatoletta di tonno offre il punto di partenza per analizzare il movimento globale per la sostenibilità dei prodotti del mare e mette in evidenza la circolazione del cibo, le pratiche, le conoscenze, il gusto e le tecnologie collegate al mare e alla sostenibilità, come anche le relazioni fra persone, luoghi, storie e politiche. Per 2 dollari è possibile comprare una scatoletta da 185 grammi di "tonno pescato responsabilmente con una canna da pesca".
Il tonno è stato inscatolato in Thailandia, che con il suo 33% sul mercato globale è il maggior esportatore di tonno (Globefish, 2012) e il pesce arriva dalle Maldive. La specie di tonno presente nella scatoletta appartiene alla varietà Bonito – una specie migratoria oceanica molto feconda, nonostante la breve aspettativa di vita, che viaggia attraverso l’Oceano Indiano, pur facendo un percorso più breve del suo famigerato cugino tonno rosso (nota di BiologiaMarina.eu: in Australia, il paese dell'autrice, per bonito intendono solitamente il tonno alalunga, mentre noi europei intendiamo spesso, ma ci sono delle eccezioni, la palamita, che è assente nell'oceano Indiano). Tutte queste caratteristiche lo rendono una specie ideale per l'industria del tonno in scatola. Seguendo questa scatoletta di tonno e indagando sul suo luogo di provenienza, si scopre che le Maldive sono un importante sito di rifornimento globale per la produzione di tonno sostenibile.
In quest'ultimo anno ho visto numerose aziende in Australia, Gran Bretagna, in molti altri paesi europei e in Nord America iniziare a rifornirsi nelle Maldive per il loro tonno in scatola con etichetta sostenibile. La ragione principale per cui le Maldive sono considerate sostenibili è perché, fatta eccezione per la meccanizzazione delle tradizionali imbarcazioni Masdhoni, iniziata nel 1974, le tecniche di pesca del tonno non sono state protagoniste di un processo avanzato di industrializzazione e i pescatori usano ancora canne da pesca ed esche. Le Maldive, inoltre, ancora mantengono la loro Zona Economica Esclusiva e non permettono ancora alle flotte da pesca straniere di accedere in questa zona si estende sino a 200 miglia dalla costa. Per questo motivo il Marine Stewardship Council (la più grande organizzazione mondiale di eco certificazioni per la pesca), ha recentemente certificato la pesca al tonno maldiviana [...]
La nascita dei movimenti per la sostenibilità del pesce, ha dato il via ad una nuova fase in cui stanno nuovamente cambiando i luoghi di rifornimento e di produzione di tonno in scatola oltre ai flussi di mercato. Questi cambiamenti sono guidati dai cambiamenti globali nel consumo, orientati ai prodotti ecosostenibili e anche dalle campagne ambientaliste rivolte alle compagnie di tonno e ai consumatori.
Tutto questo è confermato da una rapporto di Globefish che mostra come i commercianti impegnati nella vendita di pesce in scatola ecosostenibile, abbiano avuto un impatto determinante sul mercato globale del tonno in scatola nel Luglio 2012 (http://www.globefish.org/canned-tuna-july-2012.html). La nuova fase sostenibile include anche dei cambiamenti di tipo tecnologico.
Nel caso delle Maldive, ad esempio, questo include la scelta della canna da pesca, promossa da Greenpeace e da altri associazioni per la tutela dell'ambiente, come sostenibile per la pesca del tonno e come punto di forza nella vendita di tonno in scatola. È un metodo considerato sostenibile perché permette di pescare solo le specie volute ed evita la pesca accidentale.
Questa fase vede anche un allontanamento dalla FAD, dispositivi che attirano i pesci e sono spesso usati dai pescherecci, che ricorrono alle reti per pescare più specie marine. È difficile dire quanto questi cambiamenti si stiano diffondendo nel mondo e non è possibile compararli ai cambiamenti portati dall'industrializzazione.
L'ITALIA, UN DATO
L'Italia è il secondo mercato più grande in Europa per il commercio di tonno e il secondo più grande consumatore di tonno in scatola dopo la Spagna (Globefish, 2012). La Spagna rappresenta la metà del totale delle importazioni, mentre l’Italia un terzo. Secondo la FAO, la maggior parte della materia prima cruda in Italia è importata, visto che l'Italia non ne produce più abbastanza. Tuttavia, esiste una tradizione affascinante legata alla pesca e alla conservazione del tonno, in particolare nel sud. Nonostante ciò, dagli anni '80 del '900(FAO, 2010), la maggior parte del tonno, tradizionalmente consumato fresco o in scatola, viene esportato in Giappone.
di Kate Johnston, open lesson presso la Siena School for Liberal Arts. Articolo Originale.
La Siena School for Liberal Arts è un'istituzione culturale diretta da Miriam Grottanelli De Santi, che dal 2004 offre a studenti universitari americani l’opportunità di frequentare programmi multidisciplinari di studio a Siena. Un posto di primo piano è occupato dal percorso di sostenibilità che offre uno sguardo approfondito e critico sui temi ambientali, combinando fra loro discipline come Food Studies, antropologia dell'alimentazione, filosofia, geografia e alternando momenti in aula ad escursioni, lezioni aperte al pubblico e tirocini presso enti ed istituzioni.
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Nota di BiologiaMarina.eu: la pesca con la canna (Thailandia, Maldive ecc..) viene effettuata previa pasturazione. I tonni entrano ben presto in frenesia alimentare, dunque non è più necessaria l'esca. Il luccichio dell'amo, senza ardiglione necessario per accellerare l'operazione di slamatura, è sufficiente alla cattura dei tonni, che vengono catturati, celermente, uno dopo l'altro (video sopra).
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