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Cod Art 0517 | Rev 01 del 08 Giu 12 | Data 23 Mag 2012 | Autore: AAVV

 

   

 

GIORNATA MONDIALE PER GLI OCEANI 2012

BiologiaMarina.eu segnala:

Venerdì 8 era la Giornata Mondiale degli Oceani, e quando si parla di oceani noi del Mediterraneo in qualche modo ci sentiamo al riparo, come se la cosa non ci riguardasse. Ma questo "piccolo" mare interno è un campionario di problematiche. Il Mediterraneo, infatti, è un mare delicato perché complesso, a tanti livelli. E soprattutto è un mare condiviso. Sulle sue coste si affacciano 22 paesi, appartenenti a 3 diversi continenti; di questi solo una decina sono Europei, il che significa che le normative europee non sono sufficienti per tutelare questo mare, poiché la maggior parte dei paesi che lo popolano, e lo usano, non è tenuta a rispettarle. Ma prima di tutto chiediamoci: a chi tocca questa tutela? Noi di Slow Food, diciamo da tempo che coloro che possono, per la natura stessa delle loro attività, considerarsi come i custodi dei mari, sono gli operatori della piccola pesca costiera. Ma in mare ci vanno anche i grandi pescherecci, con enormi capacità di pesca, di spreco, di danno: a loro non toccherebbe il compito di proteggere il mare? Sarebbe strano, se i piccoli avessero l'onere della sostenibilità mentre la pesca industriale potesse considerarsi libera da ogni responsabilità. Anche per questo a Mazara del Vallo, la manifestazione Slow Sea Land, che chiude oggi, è stata organizzata dalla Regione Sicilia con Slow Food Italia: perché in un posto in cui la tradizione è quella dei grandi pescherecci occorreva venire a porre la questione della sostenibilità. A Mazara inoltre ha sede il Distretto della pesca del Mediterraneo, che ha convocato l'assemblea dell'Osservatorio sulla pesca nel Mediterraneo, con delegazioni di tutti i paesi costieri: un tentativo di ragionare di politiche condivise, di gestione comune del territorio-mare, per provare a cambiare l'idea che ognuno nel proprio tratto di mare possa considerarsi padrone assoluto, idea che al largo di tanta parte delle coste mediterranee ha fatto danni che oggi solo un completo cambio di paradigma può provare a riparare. Fonte: SlowFood.
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Un pensiero di Jacques-Yves Cousteau per la Giornata Mondiale degli Oceani, profondo come quegli abissi che ha esplorato in lungo e in largo alla ricerca di ogni più piccola forma di vita da studiare ed amare. Una vita sempre più minacciata oggi, da fenomeni come l’acidificazione delle acque, il riscaldamento globale, lo sconvolgimento degli ecosistemi acquatici che sta mettendo a rischio diverse specie. Le temperature più alte delle acque stanno infatti portando al proliferare di specie invasive che mettono a repentaglio gli organismi autoctoni. Si fa sentire sugli oceani la pressione delle attività umane, sempre più insostenibile: dal sovrasfruttamento degli stock ittici al traffico marittimo sempre più intenso, che espone a rischi immensi gli ecosistemi oceanici, con danni a breve, medio e lungo termine, dall’inquinamento acustico alla contaminazione delle acque causata da piccoli frequenti incidenti e da rare ma devastanti maree nere come quella provocata dalla BP. Oceani spesso utilizzati come grande discarica a cielo aperto.
Nel programma dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, non a caso, la tutela degli oceani è tra i punti più urgenti. Occorre contrastare la pesca sregolata ed eccessiva che spesso non consente alle popolazioni ittiche di ricostituirsi. La lotta all’inquinamento delle acque è un’altra delle misure più impellenti nell’agenda dell’ONU, con progetti volti a tutelare gli ecosistemi costieri e programmi internazionali per la salvaguardia della biodiversità.
Parlavamo tempo fa della necessità di creare riserve marine mobili per tutelare le specie che si spostano su lunghe distanze a cui non bastano gli spazi limitati delle aree protette per salvarsi dall’estinzione. Gli Oceani coprono i tre quarti della superficie del Pianeta e sono l’habitat di migliaia di specie, dalle più grandi, come la balenottera azzura, ai microrganismi tanto minuscoli quanto vitali per il loro apporto agli equilibri ecosistemici. Equilibri da cui dipende anche l’uomo: per il cibo, per l’energia, per l’acqua, per il turismo… La situazione è drammatica: oltre la metà degli stock ittici è sovrasfruttata, tra il 30% ed il 35% degli ecosistemi marini più importanti, come le mangrovie, la barriera corallina, sono andate distrutte. C’è ancora una speranza: gli ecosistemi interessati da progetti di conservazione e tutela della biodiversità hanno infatti mostrato enormi capacità di recupero. Di come estendere le misure di tutela della biodiversità oceanica su larga scala, unica misura davvero incisiva vista la vastità degli oceani, si parlerà anche a Rio+20 dal 20 al 22 giugno prossimo.
Fonte: EcoBlog.
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Oggi, in tutto il mondo, si celebrano i "polmoni blu" del nostro Pianeta. Gli oceani, non solo ricoprono oltre il 70% della superficie terrestre e ospitano l'80% della biodiversità mondiale, ma producono anche il 50% dell'ossigeno presente in atmosfera. Una ragione in più per tutelarli.
Per il Pew Environment Group, solo il 6% della superficie terrestre, intesa come terra, è protetta, ma meno dello 0.5% degli oceani lo è. Certo, le Aree Marine Protette sono passate dalle 3 mila della metà degli anni 90 alle 5.880 del 2010 (dato Iucn) ma le cifre sono ancora lontanissime dal raggiungere entro il 2020 quel 20% di superficie acquea sotto tutela fissato dalla Convenzione sulla Biodiversità del 1992. La storica società britannica, National Geographic, ha firmato una nuova collaborazione con il colosso della bellezza Coty, che tramite il marchio Davidoff, nello specifico la fragranza Cool Water, ha deciso di sponsorizzare il suo programma "Pristine Seas" con una spedizione nelle isole Pitcairn, nell'Oceano Pacifico, iniziata a marzo.
I marchi della moda, della bellezza e del lusso sono legati a questo tema visto che contribuiscono al consumo e all'inquinamento degli oceani. Se si leggono i dati del report "Dirty Laundry" pubblicato l'anno scorso da Greenpeace, si può apprendere che l'industria tessile cinese, in massima parte volta all'export, rappresenta una delle prime cause dell'inquinamento di ben il 70% delle acque del Paese.
Per questo motivo negli ultimi anni i brand di tutto il mondo si sono impeganti per rendere eco-sostenibili i propri prodotti. Il colosso Lvmh, nel 2011, ha ottenuto la certificazione ISO 14001 per due laboratori Louis Vuitton (e in California ha installato 1.218 pannelli solari), per il quartier generale del gruppo e per tutti i negozi Guerlain a Parigi, diminuendo al tempo stesso il consumo di acqua della filiera di tutto il comparto Wine&Spirits.
La Mer, che da sette anni collabora con Oceana, la più grande organizzazione internazionale per la difesa degli oceani, ha lanciato l'edizione 2012 della celebre "Crème" World Oceans Day, e per ogni "like" sul suo profilo Facebook donerà 5 dollari ad Oceana. La Prairie, invece, premierà le migliori iniziative a tutela dei mari, mentre si trovano solo online, a 25 dollari, le speciali t-shirt firmate Nautica, che a New York organizza anche una ripulitura collettiva di un tratto del fiume Hudson per il 6 giugno.
La Mer e National Geographic hanno lanciato anche il concorso fotografico "Gli Oceani La Mer". I candidati saranno incoraggiati a presentare le immagini che catturano la maestosità degli oceani del mondo. Un esperto di National Geographic giudicherà le immagini basandosi sulla creatività (33%), la qualità della fotografia (33%) e l'efficace illustrazione del tema del concorso (34%). Il vincitore del primo premio riceverà un National Geographic Photography Expedition di 12 giorni, guidato da un fotografo National Geographic che gli farà esplorare la costa nord-ovest del Nord America e la fornitura di un anno di Crème de La Mer. Dieci semi-finalisti riceveranno prodotti La Mer per un valore di mille dollari.
Fonte: Life&Style [Inserito il 8 Giu 2012].

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8 GIUGNO, GIORNATA MONDIALE PER GLI OCEANI

Giornata Mondiale Oceani

La Giornata mondiale degli Oceani cade l'8 Giugno e, per quella data, anche Spongebob (mitico!) in Francia assumerà il suo personale impegno nel proteggerli. D’altronde lui è un testimonial accreditato, vivendo le sue avventure sott’acqua nel ristorante Krusty Krub.
Come? Informando e divulgando tra i più giovani e tra i suoi fans, delle necessità di tenere puliti gli oceani e di rispettare la vita marina.
Spiega
Spongebob, che la foresta amazzonica non è l’unico polmone del nostro Pianeta, ma che anche gli Oceani partecipano alla "respirazione" planetaria. Ecco che nasce il patto per la protezione degli Oceani che tutti possono sottoscrivere. I 10 punti sono riassunti qui sotto e il materiale didattico è disponibile sul sito www.operation-protegeons-les-oceans.fr.

Contributo tratto da EcoBlolg [Inserito il 23 Mag 2012].

Sito Ufficiale: http://worldoceansday.org/