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Cod Art 0245 | Rev 00 | Data 19 Gen 2010 | Autore Castronuovo M. Nicola

 

IL LOGO DEL NOSTRO SITO. IL CAVALLUCCIO MARINO

Foto1Il cavalluccio marino è uno degli animali marini più teneri e particolari. Lo abbiamo scelto come simbolo del nostro sito per molteplici ragioni, per la sua eleganza e per la sua particolarità nel nuoto, per la sua rarità, se un tempo era comunissimo attualmente è quasi scomparso. E soprattutto per quello che rappresenta, ovvero l'enorme ricchezza di forme e colori che animano e popolano l'ambiente marino. Specie presente in tutti i mari del mondo, è oggetto spesso di pesca indiscriminata per uso tassidermico, e alimenta un fitto commercio nei paesi orientali dove viene pescato per farne poi degli spiedini. Numerosi esemplari sono infilati in bastoncini di legno e venduti nei banchi dei mercati ittici e di spezie, a meno di 50 centesimi di euro per uno spiedo. L’occidente deplora naturalmente questa pratica e non ci sogniamo di cuocerli per uso alimentare, ma ci rendiamo ugualmente complici, quando acquistiamo esemplari seccati e venduti anche nei negozi lungo i litorali dei nostri mari- L’ invito dunque è quello di non contribuire a questo commercio, come del resto vale per altri animali, tra i quali il pesce palla, le stelle marine, conchiglie varie, ecc.

Phycodurus eques(Gunter, 1865), noto come leafy sea dragon (in cattività)

I cavallucci marini appartengono alla famiglia Syngnathidae (comprende 52 generi e 190 specie sia marine che di acque dolci), in particolare il genere Hyppocampus comprende oltre 50 specie. Il nome naturalmente è stato assegnato per via della loro morfologia, somigliante in tutto e per tutto a quella del muso di un cavallo. I cavallucci marini sono pesci ossei che solitamente abitano fondali poco profondi, sulle barriere coralline e tra la vegetazione,. Hanno la caratteristica di avere una bocca a tubicino con le mandibole fuse, e che hanno sostituito la pinna caudale con una lunga coda, che utilizzano per gli spostamenti e per aggrapparsi ai rametti di corallo o alla flora sottomarina. Si nutrono di zooplancton in sospensione e di piccoli invertebrati, come Rotiferi, Artemisia, Mysis, ecc.. Si spingono con le minuscole pinne e, bilanciandosi con la coda, si mimetizzano perfettamente nell’ambiente, una precauzione che serve loro per difendersi dai predatori, compreso l’uomo. Gli occhi sono indipendenti l’uno dall’altro come quelli dei camaleonti. Particolare è il loro linguaggio durante il rituale di corteggiamento, ed effettuano una danza che culminerà dopo un certo tempo con l’accoppiamento. Solitamente i maschi si accoppiano con più femmine.

Il cavalluccio più grande vive nelle acque tropicali dell’Indo Pacifico, ed è il dragone mascherato (Phyllopteryx taeniolatus), può superare i 45 cm di lunghezza. Quello più piccolo è il cavalluccio nano (Hippocampus zosterae), raggiunge i 2,5 cm, ed è diffuso nelle acque del Golfo del Messico e delle Bahamas. I piccoli alla nascita misurano appena 5 mm. Il cavalluccio più affascinante in assoluto è chiamato "foglia" (Phycodurus eques), si mimetizza perfettamente nell’ambiente, somigliando a piccole foglie che si confondono con la vegetazione marina del kelp. Nei nostri mari è abbastanza comune Hippocampus guttulatus (Cuvier,1829). Comune nel resto del Mediterraneo e dell’ Atlantico orientale.

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H. guttulatus, a lato, raggiunge circa 18 cm di lunghezza, e presenta numerose escrescenze formate dall’esoscheletro. Il manto è di colore giallastro, marrone o rossastro. Come tutti gli Hippocampus è ovoviviparo, la femmina dopo la fecondazione depone le uova nella tasca ventrale del maschio. Altre specie depongono le uova sulla superficie rugosa della coda come nel caso della specie Phyllopteryx taeniolatus, che abita le acque australiane. Solitamente il maschio sorveglia le uova deposte che si schiuderanno, in media, dopo circa 2-5 settimane. Il maschio provvede poi al nutrimento degli avanotti.

Sono animali fragili ed in alcune aree, particolari specie sono a rischio di estinzione, a causa della pesca eccessiva. Purtroppo in Cina è utilizzato dalla medicina popolare e ogni anno sono catturati e uccisi oltre 20 milioni di esemplari, per cui le popolazioni sono fortemente diminuite. L'uso e il commercio sono regolamentati dal CITES, ma alcuni paesi come Indonesia, Giappone, Norvegia e Corea del Sud hanno disatteso gli accordi.

 

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