DIDATTICA PER LE SCUOLE
1° Parte - CONOSCERE LO SQUALO: GLI ANTENATI DEGLI SQUALI MODERNI
Introduzione
Perché… lo Squalo?
Ho avuto modo di incontrare per la prima volta uno squalo nelle Isole Cayman (Isole a sud di Cuba) nel 1989. Naturalmente fu forte l’emozione e lo spavento nel vederlo. Si trattava di un piccolo squalo di barriera pinna nera, nome scientifico (Carcharhinus melanopterus). La paura si trasformò presto in ammirazione, lo squalo era più spaventato di me nel vedermi e fuggì via.
Da quel momento, la curiosità nei confronti degli squali crebbe sempre di più, fino a decidermi di studiarlo e parlarvi di lui. Molti ricordano il film “ The Jaw “ Lo Squalo, film di successo, non solo per la tecnologia utilizzata all'epoca, ma anche perché l’opinione pubblica amava quel genere di film. Proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo negli anni settanta diede un’immagine dello squalo soltanto di morte e distruzione, non descrivendo realmente la biologia dell’animale. Lo squalo non è un killer spietato, se agisce nei confronti dell’uomo, è solo perché è l’uomo a sconfinare nel suo territorio commettendo errori o imprudenza. Può accadere che lo squalo confonda l’uomo per la sua preda naturale, e allora in questo caso avviene l'aggressione.
Molte specie di squalo sono all’apice della catena alimentare. Svolgno da sempre un ruolo regolatore nell’ ecosistema marino, anche se oggi a causa della pesca eccessiva tale ruolo è cronicamente messo a dura prova dagli errori e dall'ingordigia dell'uomo. Molti si indignerebbero se nella savana fossero uccisi e sterminati dei leoni, perché non succede lo stesso per gli squali? Più di 100.000.000 di squali sono catturati e uccisi ogni anno per svariate cause. Questo non è più sostenibile per il mare.
Introduzione tratta da "Save the Shark and the sea"
GLI ANTENATI DEGLI SQUALI MODERNI
Più di 550 milioni di anni fa la vita si era già affermata nelle acque del pianeta dov’era nata. Vi erano scorpioni di mare lunghi 3 metri, meduse enormi che fluttuavano nelle acque ricche di coralli e spugne gigantesche, grosse conchiglie e bivalvi enormi che potevano ingoiare un bambino intero. Le acque brulicavano di forme infinite di vita, ma nessuno di questi animali poteva essere definito pesce o squalo. Tutto si stava evolvendo ed ogni specie occupava il proprio spazio. Alla fine del Cambriano, quasi mezzo miliardo di anni fa, vi fu un’estinzione di massa, una catastrofe che portò alla scomparsa di molte specie viventi. Dopo soli 80 milioni d’anni di dominio, scomparvero molte forme di vita e con loro parte dei molluschi e delle trilobiti. I sopravvissuti, si spartirono gli spazi lasciati vuoti, si formarono così nuove forme di vita che svilupparono capacità diverse. Nelle acque calde e poco profonde vi erano forme viventi simili agli attuali Nautilus, con una conchiglia spiraliforme. Nell’ Ordoviciano, un periodo che durò "solo" 65 milioni di anni i Nautiloidi svilupparono conchiglie fino a 10 metri di lunghezza. Tale cambiamento si rese necessaria dall’aumento del volume delle camere interne per bilanciare il peso dei depositi calcari. Nello stesso periodo si contavano diverse forme coralline, animali come il giglio di mare, echinodermi dalle mille forme e colori. Con il passare del tempo avvennero mutamenti che portarono, si ritiene, alla comparsa di quello che è consoiderato l'antentao dello squalo moderno, probabilmente appartenente al genere Cladoselache (famiglia Cladoselacidi) nel periodo Devoniano superiore.
Non a caso i fossili rivelano che la maggior parte dei gruppi di protosquali si estinsero con la fine del Paleozoico (245 milioni di anni fa) insieme agli Olostei, e che il numero di specie diminuì in maniera drastica. La comparsa degli attuali gruppi di squali si ritiene sia avvenuta nel Giurassico e nel Cretaceo (245-65 milioni d’anni fa). Nell’arco degli ultimi 150 milioni di anni le specie non subirono grandi variazioni.
Naturalmente, non posso non ricordare il più grande fra gli squali che popolavano i mari: "LO SQUALO BIANCO DAI GRANDI DENTI" detto Megalodon, considerato l’antenato dell'attuale squalo bianco per molto tempo, poi gli ultimi studi hanno rivisto questo rapporto di parentela. Proviamo ad immaginare uno squalo dalle dimensioni di un capodoglio di 18 metri, con una bocca enorme di oltre 2 metri di altezza, con denti che non sfigurano a confronto del Tirannosauro rex. Poteva avere pochi, se non nessun nemico in mare. Purtroppo anche questo predatore è scomparso lasciando traccia di se nei denti, che si trovano in abbondanza nei sedimenti delle profondità marine. Denti talmente grandi, che nell’antichità i Greci e i Romani e sino al rinascimento, credevano fossero resti di fulmini o denti di drago o lingue di serpenti giganti. I suoi denti potevano raggiungere misure di oltre 15 cm, con pinne caudali alte 4 metri e pinne pettorali lunghe 2 metri. Il suo peso raggiungeva 13/14 tonnellate, una macchina perfetta, che ha trovato ora l’immagine riflessa nello squalo bianco.
Volendo fare una valutazione attenta, gli squali attuali non si discostano molto da quelli estinti. Questo indica che gli squali antichi erano già evolutivamente avanzati. Diamo per scontato che lo squalo bianco sia il rappresentante più illustre fra gli squali, ma molti altri non sono da meno per forme particolari e caratteristiche che li pongono alla pari dello squalo bianco, con organi di senso sviluppati in maniera curiosa, posti ad esempio in una sorta di martello. È il caso dello squalo martello. Di aspetto regale, ha la testa caratteristica. Avanza con calma alla ricerca delle prede, utilizza il suo“ martello “ come se fosse un radar, muovendolo con oscillazioni capaci di “allungare” il campo sensoriale a dispetto di altre specie. Poi troviamo lo squalo balena, dalla mole imponente. È il pesce più grande dei mari. A dispetto della sua mole, si nutre solo di plancton, minuscoli gamberetti e pesciolini che risucchia voracemente tenendo aperta l'enorme bocca. Ne può ingoiare anche 2 o 3 tonnellate in una giornata, per non parlare delle migliaia di litri d’acqua che ingurgita per risucchiare il cibo. Lo squalo elefante, secondo allo squalo balena per dimensioni, compie la stessa operazione, filtra l'acqua catturando il plancton spalancando la grande bocca, imprigionandolo in una sorta di branchie a forma di setola. Un altro membro curioso è lo squalo Megamouth, si credeva estinto, ma recentemente riscoperto. Lo squalo leopardo ha la caratteristica di avere il corpo appiattito sul ventre, a causa della vita che svolge, prevalentemente bentonica. La verdesca, è un tipico squalo di acque pelagiche (mare aperto e profondo) come dimostra la colorazione bluastra e la forma del corpo affusolata. Lo squalo mako, è molto agile, può raggiungere una velocità di punta di 70 km/h, quando insegue le sue prede. Prima, abbiamo visto lo squalo più grande, vediamo ora il più piccolo. Si chiama squalo pigmeo, raggiunge le dimensioni di una matita, vive normalmente in profondità sino a 1500 mt. Al crepuscolo raggiunge la superficie per nutrirsi di pesci e piccoli crostacei. Lo squalo lanterna raggiunge anch’esso piccole dimensioni, circa 20 cm. Naturalmente non possiamo elencare tutti gli squali, perché ognuno ha sviluppato sensi, struttura corporea, ecc, in base alla selezione naturale. Le pinne, più o meno rinforzate dalla cartilagine a secondo della rigidità delle stesse, hanno come unico fine quello della locomozione e stabilità. Diciamo, che non esistono squali lenti o pigri, squali veloci ed agili, ognuno si rende veloce o meno in base al cibo che caccia e all’habitat di appartenenza.
Un esempio delle forme e delle varietà di pinne caudali: 1= squalo tagliatore (non presente in Mediterraneo) 2= squalo bianco 3= squalo volpe 4= squalo smeriglio 5= squalo sagri nero 6= famiglia Carcharhinus
Come tutto il resto della struttura scheletrica, gli archi mandibolari degli squali non sono costituiti da tessuto osseo, ma da cartilagine. I denti si distinguono da quelli dei pesci osseii, essendo particolari modificazioni delle scaglie placoidi che rivestono il corpo dell’animale. Per far fronte all’intensa usura a cui sono sottoposti, sono periodicamente sostituiti da altri denti in continua formazione. Esistono diversi tipi di denti, in base alla dieta e alla caratteristica di ogni famiglia di squali. Possiamo vedere denti cuneiformi, seghettati, ricurvi, e placche ossee, che servono per frantumare i molluschi e le conchiglie. Quest'ultima tipologia, inserite in una mascella massiccia, funziona come un grosso schiaccianoci. Nell’arco della sua vita lo squalo può sostituire fino 20.000 denti.
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