LA CLASSIFICAZIONE DELLE SPIAGGE
Ricordo, durante il mio periodo di studi, di aver letto di una serie di classificazioni piuttosto consistente relative agli ambienti costieri. Tuttavia non esiste una classificazione ufficiale che riguarda nello specifico tale tipologia di ambienti, che per natura, si presentano estremamente eterogenei. In molti testi anglosassoni spesso si fa distinzione tra costa di tipo Pacifico e costa di tipo Atlantico, intendendo nel primo caso delle coste con strutture annesse parallele alla linea costiera, mentre nel secondo caso tali strutture sono perpendicolari alla linea di costa. Per esempio i fiordi norvegesi e le coste occidentali dell’Irlanda o della Gran Bretagna, presentano rientranze perpendicolari alla linea di costa. Tale distinzione è tuttavia riduttiva, e si presenta adatta solo per descrivere un numero limitato di ambienti. Ritengo invece interessante esaminare brevemente la classificazione di Shepard, che suddivide le coste in primarie e secondarie. Le coste primarie sono essenzialmente gli ambienti costieri che si sono formati, in tempi geologici anche particolarmente brevi, attraverso l’azione prevalente di agenti diversi da quelli marini. Il classico esempio è ancora quello dei fiordi, che sono antiche valli glaciali modellate dall’azione di enormi masse di ghiaccio durante l’ultima glaciazione. Con l’innalzamento del livello marino (trasgressione) avvenuta poco più di 10.000 anni fa, il mare ha sommerso gli ambienti un tempo lontani dalle coste. Altri esempi sono le coste formatesi per deposizione di sedimenti fluviali e le coste di pianure alluvionali, oppure le coste di frana o di deposizione lavica. Tra le coste primarie non possiamo dimenticare quelle formatesi in ambiente sub-aereo per azione del vento, ovvero le dune sabbiose. Le coste secondarie sono all’opposto quelle formatesi per azione prevalente degli agenti marini, come quelle modellate dall’erosione marina (basi delle falesie) o quelle tipiche degli ambienti lagunari. Tra le coste secondarie rientrano anche le coste biogeniche a barriere (coralline e mangrovieti). In sedimentologia spesso si classificano gli ambienti costieri secondo il diagramma di Valentine, che suddivide tali ambienti in due categorie, in arretramento (es. erosione) e in progradazione (es. deposizione), con ulteriori sottoclassificazioni in 13 classi. Tra queste rientrano le coste note con nomi più o meno famigliari:
COSTE |
TIPOLOGIA |
In progradazione |
fondali marini emersi |
in arretramento |
fiordi |
Esistono poi altre classificazioni basate sulla tettonica, sull’idrodinamismo e su altre caratteristiche peculiari, il che ha generato nuovi termini adatti a descrivere di volta in volta i diversi ambienti costieri. Su testi inglesi recenti è possibile trovare una serie impressionante di termini e nomi, ancora poco diffusi se non in ambiente prettamente scientifico, molti dei quali non presentano una corrispondenza con nessun termine italiano.
BIBLIOGRAFIA
- La forma delle coste, di E. Pranzini, Zanichelli 2005. Testo recente ed unico nel suo genere, che presenta un agile introduzione agli ambienti costieri
- I ritmi del mare, di R. Lucchi, NIS La Nuova Italia Scientifica
- Onde e spiagge : dinamica della superficie marina, di Williard Bascom, Zanichelli 1981. Il testo è ottimo, purtroppo è di difficile reperibilità.
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