S.O.S. TARTARUGHE
Durante le festività, sicuramente molti avranno regalato degli animali, cuccioli in particolar modo. Spesso purtroppo questo gesto è attuato senza conoscere le esigenze e l’etologia degli animali e, troppo spesso, di fronte alle prime difficoltà, vengono abbandonati destinandoli ad una tragica fine.
In questo articolo vorrei soffermarmi a descrivere la sorte di un piccolo essere che spesso si regala ai bimbi e che può sicuramente arrecar danno, una volta liberato nell’ambiente. Mi riferisco alle tartarughine d’acqua dolce che vediamo in vendita in diversi Store di animali, sparsi nelle città italiane.
Le tartarughe in questione appartengono al genere Pseudemys. Queste tartarughe richiedono delle conoscenze per il loro mantenimento, che spesso molti non hanno. La famiglia degli Emididi a cui appartengono, comprende 30 generi e 82 specie. Questa famiglia, è affine a quella delle tartarughe terrestri, con la differenza che gli arti sono atti al nuoto più che alla deambulazione.
Alcune specie, come Crysemys Scripta elegans, necessita del certificato C.I.T.E.S. Essa è nota anche come tartaruga dalle orecchie rosse, per via di una macchia rossa sul fianco della testa che la contraddistingue dalla "sorella" senza macchia, Scripta scripta, proveniente dagli Stati Uniti (Florida, Luisiana). Introdotte illegalmente, si sono adattate benissimo al nostro ambiente, ma con conseguenze catastrofiche per la specie autoctona.
Tartarughe in vasca
Per questo è necessario sapere, prima dell’acquisto, che questi rettili raggiungono 27-30 cm di lunghezza e oltre 30 anni di età, mediamente 20, quindi l’impegno che ci apprestiamo ad affrontare, al momento dell’acquisto, è decisamente "a lungo termine". L’ambiente necessario per il loro mantenimento, se si è deciso di acquistarne degli esemplari, è un acquario confortevole con parti emerse, dove possono crogiolarsi alla luce artificiale di una lampada, o meglio ancora se tenute in un laghetto esterno. Tutti elementi che vengono meno dopo poco tempo, se non si è veramente appassionati.
Molte volte non riusciamo neppure a mantenerle a lungo, perché si ammalano e non siamo in grado di curarle; spesso sono tenute in condizioni precarie e diventano vere e proprie prigioniere degli ambienti domestici, in condizioni antigieniche e magari nutrite con cibi non idonei o contaminati. Questa specie può diventare, in alcuni casi, portatrice di batteri come la salmonella, capaci di causare malattie anche all’ uomo.
Vaschetta di plastica, assolutamente insufficiente per mantenere le tertarughe.
Il consiglio dunque, senza presunzione alcuna, è quello di non comprarle affatto, a meno che non ci si impegni a lungo termine. Nel caso in cui non possiate farne a meno, ecco alcuni consigli per mantenerle in maniera adeguata e tale da garantire loro, come qualsiasi altro animale, delle condizioni eccellenti.
- Occorre un acquario grande e confortevole, con parti sommerse e parti emerse, dove esse possano riscaldarsi alla luce di speciali lampade appositamente realizzate per rettilari (ricordiamoci che sono animali a sangue freddo ed il loro metabolismo e le loro funzioni vitali risentono della temperatura esterna).
- L’acqua deve essere filtrata e cambiata spesso, almeno una volta al giorno se non si possiede un impianto efficace di depurazione e filtraggio, e naturalmente deve essere fatta decantare per un pò di tempo prima di immettervi le tartarughe.
- La temperatura dell’acqua deve essere compresa tra i 25 e i 28° , la parte emersa tra i 25 e 30 ° C, con escursione termica tra il giorno e la notte.
- Garantire un ciclo di luce di almeno 10 ore (variabile comunque in funzione della stagione), indispensabile per la sintesi della vitamina D3. Per questo sono da utilizzarsi lampade da porre ad un’altezza non superiore ai 35 cm.
- L’alimentazione va curata con prodotti specifici e ricordarsi che la tartarughe sono carnivore, mangiano comunque alimenti di origine vegetale. I cibi liofilizzati non sono sufficienti, quindi consigliamo di utilizzare alimenti freschi o congelati a base di gamberetti, polpa di gambero, larve di Chironomus, parti di carne come fegato, cuore, lombrichi, gusci di uovo ricchi di calcio, inserendo ogni tanto qualche goccia di un prodotto polivitaminico specifico (una volta alla settimana è preferibile integrare la dieta con verdure come insalata e frutta come mele, pere, banane).
- Naturalmente i nostri ospiti non si devono ammalare. Le malattie più comuni sono legate alla mancanza di igiene. Le tartarughe sporcano molto l’acqua con le loro feci, e l’odore spesso risulta essere fastidioso, dunque è fondamentale riprodurre un ambiente quanto più possibile naturale, e con acqua corrente, pulita e ben filtrata. Ci può essere la comparsa di micosi del guscio e della pelle, ulcere del guscio, traumi vari da caduta (spesso quando sono piccoline le prendiamo in mano per giocarci, non è raro che possano cadere a terra ferendosi), malattie legate all’alimentazione (ipovitaminosi A, che determina il gonfiore dell’occhio), ipovitaminosi D (carapace e piastrone molle), ipovitaminosi C (scorbuto), queste le malattie più evidenti e comuni, in ogni caso rivolgersi sempre ad un veterinario per la diagnosi corretta e la soluzione.
Acquario con parte emersa.
Come possiamo dedurre, non è semplice mantenere un animale in cattività. Se conoscete persone che possiedono queste tartarughe, parlatene e spiegate come fare. Non esistono in Italia centri di recupero delle tartarughe d’acqua dolce e i centri di recupero di tartarughe marine non le accettano. Quando vediamo tartarughe tenute in condizioni disastrose è nostro dovere convincere il proprietario o a fornirsi di un acquario idoneo, o liberare le tartarughe in un laghetto di un privato cittadino, disponibile ad accudirle. Alcuni zoo hanno messo a disposizione dei laghetti creati appositamente ad accogliere queste tartarughe, difatti vediamo numerosi esemplari, per la maggior parte donati, incapaci di curarle nelle proprie abitazioni. Purtroppo questo è il destino a cui vanno incontro il 90% delle tartarughe che comprerete.
Laghetto in uno zoo con Scripta elegans e Scripta scripta
Tartaruga inserita illegalmente in un ambiente naturale (laghetto Oasi Boza)
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Ideazione: Pierfederici Giovanni - Progetto: Pierfederici Giovanni, Castronuovo Motta Nicola, Guadagnino Marcello.
Prima Pubblicazione 31 Lug 2006 - Testi e immagini riproducibili secondo le specifiche Creative Commons. Le immagini dei Collaboratori detentori del Copyright © sono riproducibili solo dietro specifica autorizzazione.
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