Testata

 

 

Cod Art 0250 | Rev 00 | Data 02 Feb 2010 | Autore N. Castronuovo

S.O.S. TARTARUGHE

Foto1Durante le festività, sicuramente molti avranno regalato degli animali, cuccioli in particolar modo. Spesso purtroppo questo gesto è attuato senza conoscere le esigenze e l’etologia degli animali e, troppo spesso, di fronte alle prime difficoltà, vengono abbandonati destinandoli ad una tragica fine.
In questo articolo vorrei soffermarmi a descrivere la sorte di un piccolo essere che spesso si regala ai bimbi e che può sicuramente arrecar danno, una volta liberato nell’ambiente. Mi riferisco alle tartarughine d’acqua dolce che vediamo in vendita in diversi Store di animali, sparsi nelle città italiane.

Le tartarughe in questione appartengono al genere Pseudemys. Queste tartarughe richiedono delle conoscenze per il loro mantenimento, che spesso molti non hanno. La famiglia degli Emididi a cui appartengono, comprende 30 generi e 82 specie. Questa famiglia, è affine a quella delle tartarughe terrestri, con la differenza che gli arti sono atti al nuoto più che alla deambulazione.

Alcune specie, come Crysemys Scripta elegans, necessita del certificato C.I.T.E.S. Essa è nota anche come tartaruga dalle orecchie rosse, per via di una macchia rossa sul fianco della testa che la contraddistingue dalla "sorella" senza macchia, Scripta scripta, proveniente dagli Stati Uniti (Florida, Luisiana). Introdotte illegalmente, si sono adattate benissimo al nostro ambiente, ma con conseguenze catastrofiche per la specie autoctona.

Foto2
Tartarughe in vasca

Per questo è necessario sapere, prima dell’acquisto, che questi rettili raggiungono 27-30 cm di lunghezza e oltre 30 anni di età, mediamente 20, quindi l’impegno che ci apprestiamo ad affrontare, al momento dell’acquisto, è decisamente "a lungo termine". L’ambiente necessario per il loro mantenimento, se si è deciso di acquistarne degli esemplari, è un acquario confortevole con parti emerse, dove possono crogiolarsi alla luce artificiale di una lampada, o meglio ancora se tenute in un laghetto esterno. Tutti elementi che vengono meno dopo poco tempo, se non si è veramente appassionati.
Molte volte non riusciamo neppure a mantenerle a lungo, perché si ammalano e non siamo in grado di curarle; spesso sono tenute in condizioni precarie e diventano vere e proprie prigioniere degli ambienti domestici, in condizioni antigieniche e magari nutrite con cibi non idonei o contaminati. Questa specie può diventare, in alcuni casi, portatrice di batteri come la salmonella, capaci di causare malattie anche all’ uomo.

Foto3
Vaschetta di plastica, assolutamente insufficiente per mantenere le tertarughe.

Il consiglio dunque, senza presunzione alcuna, è quello di non comprarle affatto, a meno che non ci si impegni a lungo termine. Nel caso in cui non possiate farne a meno, ecco alcuni consigli per mantenerle in maniera adeguata e tale da garantire loro, come qualsiasi altro animale, delle condizioni eccellenti.

Foto4
Acquario con parte emersa.

Come possiamo dedurre, non è semplice mantenere un animale in cattività. Se conoscete persone che possiedono queste tartarughe, parlatene e spiegate come fare. Non esistono in Italia centri di recupero delle tartarughe d’acqua dolce e i centri di recupero di tartarughe marine non le accettano. Quando vediamo tartarughe tenute in condizioni disastrose è nostro dovere convincere il proprietario o a fornirsi di un acquario idoneo, o liberare le tartarughe in un laghetto di un privato cittadino, disponibile ad accudirle. Alcuni zoo hanno messo a disposizione dei laghetti creati appositamente ad accogliere queste tartarughe, difatti vediamo numerosi esemplari, per la maggior parte donati, incapaci di curarle nelle proprie abitazioni. Purtroppo questo è il destino a cui vanno incontro il 90% delle tartarughe che comprerete.

Foto5

Laghetto in uno zoo con Scripta elegans e Scripta scripta

Foto6

Foto7

Foto8

Tartaruga inserita illegalmente in un ambiente naturale (laghetto Oasi Boza)