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Cod Art 0559 | Rev 00 | Data 25 Ott 2012 | Autore: Caudio Cerioni

 

   

 

Con questo articolo presentiamo un caso esemplare di malagestione dei nostri corsi d'acqua che, non è un mistero, non hanno mai goduto di grande considerazione ne da parte delle amministrazioni ne da parte delle popolazioni che lungo i corsi d'acqua si sono sempre dislocate, per trarne benefici, alimento e ricchezza. Paradossalmente, trascuriamo la risorsa più importante: l'acqua dolce.
Il Progetto Acqua nasce per volontà di alcuni cittadini, indignati di fronte all'indifferenza della propria amministrazione, all'assenza di interventi adeguati e alla generale mancanza di risposte da parte di chi dovrebbe appunto tutelarli.
Il caso del fiume Metauro è, non dimentichiamolo, uno dei tanti e, come esempio, può benissimo essere valido per descrivere la situazione di molte altre realtà italiane, migliori o peggiori che siano.

IL PROGETTO ACQUA

Il Progetto Acqua, introduzione di Claudio Cerioni - sito Progetto Acqua

Il nostro obiettivo, è stato in primis di capire lo stato delle acque nel nostro territorio, in quanto i dati ufficiali non riuscivano assolutamente a spiegare lo stato di degrado del fiume Metauro (provincia di Pesaro), classificato come BUONO, ossia che presenta tracce di sostanze inquinanti senza alcun effetto sulla fauna.
Abbiamo iniziato nel novembre del 2011, acquistando in proprio alcuni strumenti per iniziare a conoscere le nostre acque. Gli strumenti acquistati fin da subito sono stati un conduttivimetro, un pHammetro e un ossimetro, strumenti di tipo professionale che ci hanno permesso, diciamo, di farci le ossa.
Ad aprile avevamo fatto già un bel numero di test (periodo invernale e primaverile), con acque abbondanti e sostanzialmente pulite, ma ovviamente non ero in grado di andare oltre ai macrodescrittori che ci permettevano gli strumenti, ossia: - ossigeno disciolto - pH - conducibilità - durezza - temperatura - ORP (ossido-riduzione). Ad aprile si è deciso di acquistare un fotometro da banco (44 parametri) e tutta una serie di reagenti. Con questo strumente ci è stato possibile iniziare ad analizzare in maniera dettagliata le acque del nostro fiume. Così, il 30 maggio ho iniziato (dopo alcune prove di test), ad analizzare le acque del fiume e da subito è emersa la presenza di nitriti in quantità superiori ai 0,15 mg/l, quando i valori guida indicano in 0,04 mg/l (e anche meno), il valore ottimale per la fauna ittica. Allo stesso tempo ho prelevato un campione delle acque reflue del depuratore di Urbania e, con mia grande sorpresa (chi già ha esperienza nel settore della depurazione non si sarebbe sorpreso), ho riscontrato altissime concentrazioni di ammoniaca e nitriti. Le analisi successive hanno confermato (in peggio) i valori riscontrati la prima volta. Da lì abbiamo iniziato a verificare gli altri depuratori e quasi tutti hanno evidenziato acque reflue ricche di sostanze azotate che in molti casi superavano i limiti di legge.
Ora la legge prevede modalità di analisi per i depuratori che finiscono per permettere a questi d'inquinare, pur rimando nei limiti di legge. Al di là dei dati analitici dei singoli depuratori, gli effetti sul fiume si sono dimostrati deleteri, in quanto da giugno la portata è diminuita costantemente e di pari passo sono aumentate le concentrazioni delle sostanze inquinanti presenti nelle acque a valle dei depuratori stessi. Dopo tanti anni di discussioni sulle cause dell'inquinamento, senza riuscire ad individuarne nessuna in maniera precisa, quest'anno siamo stati in grado di dire quali sono le sostanze, le concentrazioni e da chi vengono riversate nel fiume, riuscendo a scoperchiare un bel pentolone che in tutti questi anni in un modo o nell'altro era rimasto ben coperto.
Sono partiti vari progetti (il più sono proposte), per la ristrutturazione dei depuratori e delle reti fognarie, e speriamo di ottenere il risultato di ridurre lo sversamento di sostanze inquinanti. Ora è nostra intenzione continuare a monitorare il tutto, sia le sostanze che i progetti di recupero tanto sbandierati.

IN BREVE....COME FUNZIONA UN DEPURATORE
Molti si sono chiesti come funzionano i depuratori delle acque reflue civili. Utilizzando delle foto cercherò di spiegare cosa accade in questi impianti. Va detto subito che essi accelerano e forzano quei meccanismi che normalmente avvengono in natura. Le acque di un torrente di montagna sono estremamente pulite, a motivo della forte ossigenazione che l'acqua ha nello scorrere, scuotendosi tra le pietre lungo il suo corso.
Il liquame fognario di colore grigio, abiotico, raggiunge la vasca di sollevamento; da qui tramite pompe o viti di Archimede lo si porta ad una certa altezza, per permettere il funzionamento, almeno in parte a gravità. Un disabbiatore/sedimentatore primario toglie le particelle pesanti e il materiale galleggiante.
Da qui raggiunge il letto percolatore, dove da una serie di bracci rotanti, su una vasca circolare piena di pietre, viene fatto cadere dall'alto, per tutto il suo diametro. Il fondo della vasca ha delle finestre per l'ossigenazione interna ed un canale circolare per la raccolta delle acque di dilavamento. E' un sistema adatto per insediamenti intorno ai 3500 abitanti. Sarebbe opportuno, rimuovere periodicamente le pietre interne, meglio sostituite ora, da dei shunt plastici, che garantiscono una migliore ossidazione. I depuratori delle nostre cittadine hanno tutti questo dispositivo.
A Fermignano l'impianto funziona a fanghi attivi ed la prima linea, ha degli ugelli in fondo alla vasca, che insufflano aria ossigenando il liquame.
Quello di Acqualagna (PU), invece, ha una turbina semisommersa che ruotando, scuote la superfice, ossigenandola. In entrambi i casi il colore vira dal grigio al marrone; sono fiocchi di famiglie batteriche, ognuna specializzata per la degradazione di una specifica sostanza organica che, crescendo, abbattono l'inquinamento di tipo organico.
Il liquame viene quindi inviato ad un sedimentatore dalla base conica, dove una serie di raschiatori di fondo e di superfice, raccolgono il fango al centro, da dove poi verrà tolto o per dislivello o tramite pompe. Da qui, come si può notare dal recipente di vetro l'acqua è depurata dell'85%, mentre il 15% è rappresentato dal fango sedimentato; nella vasca, l'acqua viene raccolta in una canaletta circolare e scaricata depurata.
La produzione di fango fresco, è stimata, intorno ai 50 kg/abitante/anno, mentre la produzione di fango secco si aggira sugli 80 grammi/ abitante/ giorno. Ciò significa per Sant'Angelo in Vado (PU), che conta 4000 abitanti, 200 tonnellate di fango fresco/anno, 115 tonnellate di fango disidratato/anno (sei autocarri all'anno). Per Urbania (PU), 6000 abitanti, 300 tonnelate di fango fresco/anno, 172 tonnellate di fango disidratato/anno (circa 9 autocarri/anno).
Lasciare che il sedimentatore accumuli fango nella sua vasca, senza asportarlo, determina, attraverso il passaggio dell'acqua nella corona di raccolta , anche il passaggio di fiocchi batterici, che sedimentano così direttamente nel fiume.
Fra l'altro, il fango non maturato, contiene elevate percentuali di azoto.

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