PESCI IN GABBIA
Con questo articolo, voglio parlarvi della vita di un pesce, normalmente libero di nuotare nel suo habitat, che un bel giorno incontra un uomo, attrezzato di retino, secchiello oppure di nasse. Il pesce, poverino, confuso dall'incontro alieno non capisce più nulla e si ritrova, dopo qualche ora, rinchiuso in un sacchetto di plastica dentro una scatola di polistirolo in volo per ore e ore diretto chissà dove e poi…nella vasca di qualche acquario. Magari di casa tua!
Nel mondo sono molti gli appassionati di acquari e fra questi parecchi sub e vacanzieri d'assalto che al ritorno della vacanza nei mari tropicali, non trovano di meglio che recarsi in un negozio che vende pesci e comprare di tutto, illudendosi di ricordare la vacanza trascorsa con una scatola di vetro. Qual è il danno subito dagli ecosistemi delle barriere, dovuto al prelievo di migliaia di pesci e invertebrati dal loro ambiente naturale per "soddisfare" questa passione? Non è calcolabile, ma sicuramente incide in maniera molto forte, ed il buissnes che ruota attorno a questo commercio è di parecchi milioni di dollari all'anno.
L'uomo è portato a dominare le altre specie animali, e personalmente credo che gli animali si dovrebbero "gustare" in libertà e viverli nel loro ambiente naturale. Parlo d’animali che hanno sempre vissuto in libertà e che ad un certo punto si ritrovano inseriti in un ambiente, che se pur “riprodotto” con il massimo dettaglio, è pur sempre artificiale.
Il film Alla ricerca di Nemo, non a caso, ha affrontato, denunciando, il problema delle catture in habitat che subiscono molte specie di pesci e aggiungerei anche coralli, invertebrati, spugne, ecc. anche se poi ha avuto l’effetto opposto, quello di far vendere migliaia di pesci pagliaccio in tutto il mondo. Siamo affascinati da questo mondo e a volte desideriamo vedere scorazzare dei pesci colorati racchiusi in una vasca, spesso piccola e angusta, senza magari conoscere la biologia dell’animale. Il più delle volte però queste forme viventi finiscono per morire inevitabilmente, svuotando anche le nostre tasche. Certo sarebbe preferibile recarsi in vacanza, magari in mari lontani e osservare dal vivo lo spettacolo di una barriera corallina. Non tutti però possono ammirare questi luoghi per diversi motivi, allora… la cosa peggiore da fare è quella di allestire un acquario e riempirlo di varietà animali “selvatiche”, e forzarli a vivere in un ambiente che per natura non può essere il loro. Pesci che hanno bisogno di nuotare a lungo per la ricerca del cibo, pesci che si nutrono di corallo, pesci che richiedono le correnti marine, il plancton, le maree ecc. in regime forzato si può riprodurre tutto ciò con la tecnologia moderna, ma non è la stessa cosa. Voi come vi sentireste chiusi in una cella per giorni e giorni e l’unico modo per muovervi quello di camminare avanti in dietro in uno spazio di pochi metri? Deve essere tremendo! Nulla toglie al ruolo educativo che riveste un acquario pubblico.
Meglio lo spettacolo della barriera corallina o un pesce angelo dalla faccia blu in una vasca 70X50? Lui misura 40 cm
Naturalmente ci sono appassionati e commercianti responsabili e conoscitori della biologia degli animali. Alcune specie oramai sono riprodotte in cattività e questo è un bene per l’ambiente naturale. Significa che i pesci non sono più prelevati dai luoghi di origine, ma rimangono ancora poche le specie riprodotte, rispetto a quelle prelevate ancora in natura. Preferite vederli in libertà, magari seguendo un documentario, o immergendovi nel profondo blu? O vederli e tenerli in queste condizioni solo per il gusto di possedere un frammento artificiale della barriera corallina?
Pesci pagliaccio, prigionieri in un mondo artificiale e senza anemone, il che comporta anomalie delle loro caratteristiche etologiche. Pesce Napoleone in una vasca di 2 x 0,50 m. In natura da adulto raggiunge e supera i 2 metri di lunghezza. Questo giovane esemplare misura 70 cm.Pensiamoci!
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