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06 AGOSTO

E SE L'ECONOMIA FOSSE DAVVERI UN CASTELLO DI SABBIA?

Le Sand Mafias all'attacco dell’ambiente. Sempre più conflitti.

L'ultimo rapporto Sand, rarer than one thinks dell'Unep Global Environmental Alert Service (Geas) già confermava che la sabbia, con un consumo mondiale annuo stimato in 15 miliardi di tonnellate e con un volume di scambi di 70 miliardi di dollari, è diventata - dopo l'acqua dolce – la risorsa naturale più consumata al mondo. "Sabbia e ghiaia – si legge nel report – sono estratti in tutto il mondo e rappresentano il maggior volume di materiale solido estratto a livello mondiale. Formata dai processi erosivi nel corso di migliaia di anni, sono ora in fase di estrazione ad una velocità di gran lunga superiore alla loro rinnovo. Inoltre, il volume che viene estratto sta avendo un forte impatto sui fiumi, i delta e gli ecosistemi costieri e marini, che si traduce in perdita di terreni lungo il fiume o nell'erosione costiera, nell'abbassamento della falda freatica e nella diminuzione della quantità di apporto di sedimenti".
Nonostante le quantità colossali di sabbia e ghiaia che utilizziamo, la nostra crescente dipendenza da questi materiali e il forte impatto ambientale della loro estrazione, il problema è stato per lo più ignorato dai policy makers e resta in gran parte sconosciuto alla maggioranza dell'opinione pubblica. Quando vi arriva (come nel caso dell’utilizzo di materiali riciclati, ove possibile, al posto della materia vergine) lo fa invece in modo distorto, da mondo dell’informazione come da quello di normative spesso retrograde e/o inapplicate.
L’utilizzo per la produzione di cemento e per gli aggregati per il calcestruzzo a livello mondiale può essere stimato in 25.900 – 29.600 milioni di tonnellate annue (dati 2012). Abbastanza calcestruzzo da costruire un muro alto 27 metri per 27 metri di larghezza intorno all’equatore; a questo vanno aggiunti tutti gli aggregati utilizzati nelle bonifiche, nelle modifiche costiere e nei rilevati stradali (per i quali non sono disponibili statistiche globali) e oltre 180 milioni di tonnellate di sabbia utilizzate dall’industria. "Quindi – si legge nel rapporto Unep-Geas – una stima prudenziale del consumo mondiale di aggregati può essere superiore a 40 miliardi di tonnellate l’anno. Questo è il doppio della quantità annuale di sedimenti portata da tutti i fiumi del mondo, rendendo così l’umanità il più grande agente di trasformazione del pianeta. Tale alta estrazione ha un impatto enorme sull'ambiente. L'estrazione di sabbia ha Impatti su diverse industrie: il turismo attraverso l'erosione delle spiagge, la pesca a causa della distruzione della fauna e della flora bentonica, le assicurazioni, mentre l'estrazione di sabbia di fiume può abbassare la falda (il che porta ad un aggravamento della siccità) ed aggrava le inondazioni, l’erosione costiera aumenta gli impatti delle mareggiate".
L'allarme sabbia viene ora rilanciato dall'inchiesta Building an economy on quicksand, realizzata da Jakob Villioth per Environmental Justice Organizations, Liabilities and Trad (Ejolt), che a sua volta sottolinea: "Durante gli ultimi due secoli la sabbia è diventata una merce di vitale importanza per le nostre economie moderne. La maggior parte delle nostre case, grattacieli e ponti sono realizzati con cemento armato, che è fatto per due terzi di sabbia (più cemento, acqua e ghiaia). Sono necessarie 200 tonnellate di sabbia per costruire una casa di medie dimensioni, 1 km di autostrada richiede 30.000 tonnellate di sabbia. Soprattutto in Asia e gli Stati arabi, per la fame dell’industria edile e la richiesta sempre crescente di cemento da parte della Cina, i consumi sono aumentati esponenzialmente dal 437,5% in 20 anni, mentre l’utilizzo nel resto del mondo è aumentato del 59,8%".
Ma la sabbia di alta qualità, ad alto tasso di silicio, è necessaria per produrre i chip per computer e microprocessori ed utilizziamo la sabbia anche nei detergenti, cosmetici e molti altri prodotti, "ma – dice Villioth – una volta che la sabbia è stata trasformata in calcestruzzo, i componenti sono legati per sempre e non più disponibili come risorse.
Questo enorme peso della sabbia e ghiaia (“aggregati”) nei flussi di materia di molte economie sta scatenando molti conflitti sull’estrazione di questi materiali considerati fino a poco tempo fa abbondanti e gli scontri per il possesso delle risorse sabbiose sono così diffusi che in India hanno inventato un nuovo termine entrato nel vocabolario delle ingiustizie ambientali: "sand mafias"...leggi tutto su GreenReport, a cura di Umberto Mazzantini.


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