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27 GIUGNO

PESCE "INSANGUINATO" UTILIZZATO ANCHE NEL CIBO PER CANI E GATTI
Per anni è stato un segreto che in realtà conoscevano in molti: l’industria della pesca della Thailandia, uno dei più grossi fornitori dei mercati Usa ed Ue, è coinvolta nello sfruttamento barbarico dei pescatori stranieri ridotti in schiavitù.
A far emergere definitivamente questo scandalo mndiale era stato il rapporto "Slavery at Sea – The Continued Plight of Trafficked Migrants in Thailand’s Fishing Industry" pubblicato il 4 marzo da Environmental Justice Foundation (Ejf) e poi il GlobalPost e The Guardian hanno contribuito a svelare la rete criminale che costringe esseri umani a lavorare senza paga, prigionieri dei pescherecci su cui vivono, lavorano e muoiono. È una vera e propria tratta di esseri umani, prelevati dai poverissimi villaggi del Myanmar e della Cambogia con la promessa di un lavoro in Thailandia e poi costretti al lavoro forzato nell'industria della pesca con l'utilizzo sistematico della violenza.
Il rapporto dell’Ejf denunciava anche "da una parte il fallimento del governo thailandese nell’identificare e sanzionare I criminali, I funzionari corrotti e gli operatori economici senza scrupoli e dall'altra quello di non riuscire ad applicare delle misure che puntino a regolamentare la flotta da pesca e le pratiche di reclutamento dei pescatori".
La Thailandia è il terzo esportatore mondiale di prodotti ittici e quindi la schiavitù sui pescherecci rappresenta un problema mondiale. Il rapporto Ejf b constata che "la corruzione endemica, la non applicazione della legge, l'aiuto insufficiente alle vittime, le condizioni di lavoro inaccettabili e le politiche migratorie deficitarie non sono stati risolti".
L'UE nel 2012 ha importato 835.5 milioni di euro di prodotti della pesca dalla Thailandia, gli Usa più di 1.6 miliardi di dollari nel 2013 e "Slavery at Sea" chiede ai politici UE di tenere in considerazione la tratta di esseri umani nei negoziati commerciali con la Thailandia ed al governo Usa di retrocedere la Thailandia dal livello 2 al livello 3 della Tier 2 Watchlist. Un migrante birmano di 21 anni ha raccontato all'Ejf di essere stato reclutato con la promessa di un buon lavoro in una fabbrica per confezionare ananas in Thailandia. L'11 marzo 2013, insieme ad altri 36 migranti birmani hanno iniziato un viaggio che li ha portati ad essere venduti ad un peschereccio thailandese, tre di loro sono scomparsi, probabilmente assassinati per aver rifiutato di continuare il viaggio. Leggi tutto su GreenReport.


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