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11 GIUGNO

I LUPI DELLE ISOLE NUOTANO E SI NUTRONO DI FRUTTI DI MARE
Anziani della Heiltsuk First Nation, una popolazione pellerossa canadese, che vive nella regione della Central Coast della British Columbia, conoscevano da molto tempo le differenze tra i lupi grigi che popolano le isole e le penisole costiere e quelli che vivono all'interno del loro territorio. Ora la conferma scientifica di questa conoscenza tribale viene dello studio Population genetic structure of gray wolves (Canis lupus) in a marine archipelago suggests island-mainland differentiation consistent with dietary niche, pubblicato su BMC ECology da un team di ricercatori canadesi, polacchi e danesi, che dimostra le differenze genetiche, ecologiche e comportamentali tra i lupi costieri/insulari e continentali che vivono in stretta vicinanza l'uno all’altro. I ricercatori scrivono su BMC ECology che "evidenze emergenti suggeriscono che l'eterogeneità ecologica attraverso lo spazio può influenzare la struttura genetica delle popolazioni, compresa quella di dispersori sulla lunga distanza come i grandi carnivori. Sulla costa centrale della Columbia Britannica, in Canada, per il lupo (Canis lupus L., 1758) la cui nicchia alimentare è in prevalenza da parassita, i dati indicano una forte divergenza ecologica tra i lupi orientati verso il mare, che popolano le isole, e gli individui sulla terraferma costiera, che interagiscono soprattutto con prede terrestri. Anche i detentori di conoscenze ecologiche tradizionali locali, che distinguono tra le forme di lupo continentale ed insulare, hanno confermato la nostra ipotesi che tra i lupi di questi ambienti adiacenti potrebbe essersi verificata una differenziazione genetica".
Infatti, utilizzando i microsatelliti marcatori genetici per esaminare i dati ottenuti da campioni di feci di 116 lupi, i ricercatori hanno scoperto la presenza di un declino genetico tra i lupi della terraferma ed i lupi insulari e questo, nonostante il fatto che i branchi di lupi attraversino facilmente un'area di studio vasta 30 km, riuscendo a nuotare fino a 13 chilometri tra le isole e il continente della regione. Secondo lo studio La Natal habitat-biased dispersal (cioè, la preferenza per la dispersione in ambienti ecologici familiari) potrebbe contribuire alla differenziazione genetica. Quindi, questa ipotesi di lavoro presenta un percorso emozionante per la ricerca futura, nel quale sono presenti risorse marine o altri componenti di eterogeneità ecologica. Leggi tutto su GreenReport.


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