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GEONOTIZIE DAL MAR MEDITERRANEO

[11 Marzo 2015]

Evaporiti

Tempo fa, sul nostro sito, è stato pubblicato un breve scritto dal titolo curioso e accattivante: il Mediterraneo evaporato. L'articolo in questione spiegava in modo abbastanza superficiale la morfologia e gli eventi avvenuti nel mar Mediterraneo in un circoscritto periodo dell'era Cenozoica o Terziaria e, più precisamente, in quel lasso di tempo geologico denominato dai paleontologi come Messiniano (circa 6 milioni d’anni fa). In quel periodo, secondo l'opinione di alcuni studiosi, il nostro mare doveva apparire come un'enorme depressione incrostata di sale, cosparsa di pozze d'acqua salmastra, più o meno profonde. Secondo altri, invece, questo bacino non era arrivato a prosciugarsi totalmente, ma si trasformò in un grande lago salmastro e, solo successivamente, nel Pliocene inferiore, grazie ad un nuovo assestamento geologico della zona in questione, unito all'apertura dello stretto di Gibilterra, le acque dell'oceano Atlantico si riversarono di nuovo nel Mediterraneo, ricolmandolo nuovamente, creando così un rimescolamento biologico della flora e della fauna marina.

Evaporiti nel Mediterraneo

Nel Messiniano questo evento portò ad una crisi di salinità con successiva deposizione di strati gessosi-solfitici evaporitici. Ricordo che le evaporiti sono sedimenti minerali formatisi dalla deposizione di sali minerali, naturalmente presenti nelle acque, a causa dell'evaporazione che riducendo il volume di acqua. Questo fa aumentare in modo considerevole la concentrazione dei soluti al di sopra del valore massimo di saturazione, con conseguente precipitazione dei sali. I minerali evaporitici più comuni sono il gesso, l'anidrite e la salgemma.
Malgrado le circa 1800 pubblicazioni scientifiche, con un numero che aumenta ogni anno, prodotte dall'anno 1973 ad oggi, sulla controversia della crisi di salinità di quel periodo non si è venuto ancora a capo del problema. Tra le risposte ancora da chiarire, possiamo a titolo di esempio citare:

Ricordiamo che la prima campagna di perforazione della Glomar Challenger risale ai primissimi anni '70. Questa missione, tra l'altro portò all'inaspettata scoperta delle evaporiti nel mare profondo. A questo proposito, voglio altresì ricordare che i pochi dati in nostro possesso su questo argomento, ci sono dati dai pochi campioni della parte più superficiale della successione evaporitica profonda, ottenute dalle perforazioni effettuate dalla missione DSDP (Deep Sea Drilling Program) e ODP (Ocean Drilling Program) e dagli affioramenti delle successioni messiniane sui margini continentali mediterranei.

Evaporiti nel Mediterraneo antico

Grazie agli enormi progressi fatti dalla sismica a riflessione, si è potuto dimostrare tramite il registro sismico, che le evaporiti profonde del Mediterraneo orientale (in particolar modo il bacino Levantino) e quello occidentale (bacino Provenzale e Balearico), sono completamente e decisamente diverse tra loro. Per questo motivo servirebbe una mappatura con conseguente perforazione di pozzi, molto estesa e dettagliata.
Perforare un singolo pozzo in una qualsiasi zona non basterebbe a chiarire la situazione e tutto ciò richiederebbe uno sforzo organizzativo ed economico non indifferente per la comunità scientifica internazionale.
Ultimamente, alcuni studiosi hanno proposto di organizzare un nuovo progetto di perforazione multifase, con obiettivi di campionature multiple, da effettuare sia nei bacini orientali sia in quelli occidentali. Tutto ciò, unito a carotaggi estesi da effettuare sui margini continentali del Mediterraneo. Tutto questo in futuro, se questo progetto scientifico verrà effettuato, si potrebbero scoprire certamente ulteriori informazioni sugli eventi, sia geologici che sedimentologici, che si sono verificati in quel particolare periodo geologico e che hanno caratterizzato la storia di questo bacino.

La foto delle evaporiti è stata scaricata dal sito www wwftorresalsa.com.


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