21 FEBBRAIO 2014
FORME DI VITA PLURICELLULARI CHE VIVONO SENZA OSSIGENO?
Una piccola spugna potrebbe far "vacillare" uno dei dogmi della biologia, quello secondo cui le forme di vita complessa hanno cominciato a svilupparsi solo in seguito all'aumento dell'ossigeno sul pianeta. Lo studio, accolto fra le polemiche, si deve al gruppo della Southern Danimarca University ed è pubblicato sulla rivista Pnas. Sin da pochi milioni di anni dopo la formazione degli oceani, il nostro pianeta è stato popolato da un gran numero di forme di vita, tutte molto diverse tra loro, ma tutte strettamente accomunate dalla "'semplicità": si trattava infatti esclusivamente di organismi unicellulari. Solo 600 milioni di anni fa sono comparse le prime forme di vita complesse, le stesse da cui si sono evolute tutte le specie animali che esistono oggi. Questa "'rivoluzione" sarebbe avvenuta, secondo prove geologiche, esattamente nello stesso periodo in cui si è registrato un rapido aumento dell'ossigeno presente nell'atmosfera. Questa osservazione, unita al fatto che praticamente tutte le forme di vita complessa necessitano di ossigeno, ha fatto ipotizzare che l'ossigeno sia stato l'elemento chiave per la comparsa della pluricellularità. Unica eccezione nota è, ad oggi, un piccolo gruppo di animali multicellulari (loricifera). La loro scoperta parla italiano e si deve alla recente missione di esplorazione sottomarina guidata da Roberto Danovaro, dell'Università Politecnica delle Marche e nuovo presidente della Stazione Zoologica 'Anton Dohrn di Napoli.
Nonostante questo esempio, il legame tra vita complessa e ossigeno sarebbe, secondo la stragrande maggioranza dei ricercatori, una sorta di dogma evoluzionistico. Analizzando però la capacità di sopravvivenza di alcune spugne anche in ambienti quasi completamente privi di ossigeno, i ricercatori danesi mettono ora in dubbio il fatto che la "spinta" verso i pluricellulari sia stata l'ossigeno. Secondo i ricercatori le spugne non avrebbero infatti necessitato di ambienti ricchi di ossigeno e niente ci obbliga a doverne ricercare, nell'ossigeno, la "spinta" evolutiva. ''Sono conclusioni francamente molto forzate", ha commentato Danovaro. "Ritengo infatti che, nonostante la risonanza della rivista, lo studio non fornisca elementi interessanti per quello che riguarda i meccanismi evolutivi, ma indicazioni sulle capacità di resistenza delle spugne negli ambienti poveri di ossigeno". Fonte: Ansa.
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