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10 FEBBRAIO 2014


DELFINI CACCIATI DAL PETROLIO
Dalla Croazia all'Italia. Una terra, anzi un mare di mezzo. Le ricerche per l'oro nero pare stiano facendo scappare i delfini dall'Adriatico, infastiditi dal rumore. Ne sanno qualcosa Ong e associazioni ambientaliste che si stanno adoperando per la causa, coma Vivamar, Blue World Institute of Marine Research and Conservation e altre che si battono per il silenzio in mare. Si sa da giorni che la nave norvegese della Spectrum sta facendo il giro del mar Adriatico, muovendosi in particolare lungo le coste croate, alla ricerca di giacimenti di idrocarburi, come greggio e metano. Ciò che forse è meno noto è il rumore che queste ricerche stanno facendo: rumore mediatico, ma anche rumore reale. Ben più forti di quelli prodotti da un motore jet in fase di decollo sarebbero, secondo gli esperti, le emissioni di suoni prodotti dalla compagnia norvegese, che sparerebbero ogni dieci secondi un muro di onde sonore che spesso supera i 250 decibel. Come riportato da Green Report, Draško Holcer, presidente del Blue World Institute of Marine Research and Conservation, dice che le specie ittiche più a rischio per le attività della Spectrum sarebbero i delfini e le balene che possono percepire le onde sonore anche a chilometri di distanza: onde di tale intensità danneggerebbero il loro sistema uditivo provocando lesioni ed emorragie e, a lungo andare, la loro fuga dall’habitat. Ma non di sole balene e delfini si parla.
Per parte sua anche l'UE si è espressa, con il portavoce all'ambiente, il commissario Janez Potočnik: "Gli operatori devono rispettare le disposizioni delle direttive Uccelli e Habitat, sotto la responsabilità dell'autorità competente croata. Gli Stati membri devono adottare provvedimenti che vietino di perturbare deliberatamente le specie marine rigorosamente tutelate come i cetacei e le tartarughe marine, in conformità della direttiva Habitat". Questo mette in guardia le autorità competenti di Italia e Croazia: se le disposizioni sull'habitat, incluse quelle riguardanti il mare e l'inquinamento acustico, non verranno rispettate, i paesi saranno a rischio sanzione.
Sull'argomento abbiamo sentito l'esperta Darja Ribarič, presidente della società Vivamar, creata per lo sviluppo sostenibile del mare. Vivamar è appunto una piccola Ong no profit che si occupa di ambiente marino, in particolare ora sta lavorando alla conservazione e protezione dei delfini bottlenose, ovvero tursiopi o delfini dal naso a bottiglia, che si trovano tra l'ovest dell’Istria e la parte orientale del Golfo di Trieste. "Non ci sono dati reali al momento che possano dimostrare quanto nella zona ovest dell'Istria le ricerche sismiche possano influenzare il movimento dei delfini. Il problema è che ora siamo in inverno e non si sono fatte molte osservazioni attive sul territorio riguardo a ciò che sta accadendo. Io ho avuto informazioni da alcune persone che vivono nell'ovest dell’Istria e che vanno fuori a pescare regolarmente relativamente al fatto che i delfini non si vedono già da un po' in zona. Ma dovrebbe essere sistematicamente osservato il tutto, per poter affermare con certezza una cosa simile". Leggi tutto su GaiaNews.


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