02 FEBBRAIO 2014
L'OCEANO...SOTTO DI NOI
Gli scienziati dell'Università di Liverpool hanno dimostrato che le zone di faglia proprie delle profondità marine del nostro pianeta potevano far giungere quantità d'acqua molto più grandi di quanto si pensasse dagli oceani terrestri al mantello superiore della Terra.
Da tempo si è a conoscenza che l'acqua giunge a contatto col mantello superiore penetrando attraverso le placche oceaniche nelle zone di subduzione della crosta, dove questa forma una piega, immergendosi all'interno della Terra.
La subduzione della crosta terrestre provoca notevoli terremoti, come quello recente di Tohoku, così come molti altri che si verificano centinaia di chilometri sotto la crosta terrestre. I sismologi di Liverpool hanno stimato che dalla formazione della Terra, la zona di subduzione che interessa il Giappone avrebbe fatto penetrare fino al mantello – limitatamente a quell'area – una quantità d'acqua equivalente a più di tre volte la quantità d'acqua degli oceani terrestri. Utilizzando tecniche di modellazione sismica, i ricercatori hanno analizzato i terremoti che si sono verificati più di 100 chilometri sotto la superficie terrestre lungo i cosiddetti "piani di Benioff", una sorta di superfici piane, inclinate da 30° a 60° verso i continenti, dove si identifica un insieme di focolai sismici. Questi piani sono interpretati come luoghi di inghiottimento della crosta oceanica che sprofonda nel mantello. L'analisi delle onde sismiche provenienti da questi terremoti dimostra che sono avvenuti su zone di faglia di larghezza pari a 1-2 chilometri, con basse velocità sismiche. In queste zone di faglia le onde sismiche viaggiano più lentamente che nel resto della placca in subduzione, perché l’acqua di mare che attraversa le faglie produce reazioni chimiche con le rocce oceaniche dando luogo – tra le altre – alla serpentinite, un minerale che contiene acqua. Leggi tutto su GaiaNews.
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